Rime (Dante)/LXXXVII - - I' mi son pargoletta bella e nova

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LXXXVII - - I' mi son pargoletta bella e nova

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Dante Alighieri - Rime (XIII secolo)
LXXXVII - - I' mi son pargoletta bella e nova
LXXXVI - Due donne in cima de la mente mia LXXXVIII - Perché ti vedi giovinetta e bella
Altre rime d’amore e di corrispondenza

 
- I’ mi son pargoletta bella e nova,
che son venuta per mostrare altrui
de le bellezze del loco ond’io fui.
I’ fui del cielo, e tornerovvi ancora
5per dar de la mia luce altrui diletto;

e chi mi vede e non se ne innamora
d’amor non averà mai intelletto,
ché non mi fu in piacer alcun disdetto
quando natura mi chiese a colui
10che volle, donne, accompagnarmi a vui.

Ciascuna stella ne li occhi mi piove
del lume suo e de la sua vertute;
le mie bellezze sono al mondo nove,
però che di là su mi son venute:
15le quai non posson esser canosciute

se non da canoscenza d’omo in cui
Amor si metta per piacer altrui. -
Queste parole si leggon nel viso
d’un’angioletta che ci è apparita:
20e io che per veder lei mirai fiso,

ne sono a rischio di perder la vita;
però ch’io ricevetti tal ferita
da un ch’io vidi dentro a li occhi sui,
ch’i’ vo’ piangendo e non m’acchetai pui.