Rime (Guittone d'Arezzo)/Deo, che non posso or disamar sì forte
Questo testo è completo. |
Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Deo, che non posso or disamar sì forte
◄ | Spietata donna e fera, ora te prenda | Ahi! con mi dol vedere omo valente | ► |
4
Potesse disamare! Forse cosí indurrebbe la donna all’amore. Ma non può e pur spera di vincere.
Deo, che non posso or disamar sì forte,
como fort’amo voi, donna orgogliosa!
Ca, poi che per amar m’odiate a morte,
4per disamar mi sareste amorosa;
ch’altresì, com’è bon diritto, sorte
che l’uno como l’altro essere osa,
poi di gran torto, ch’ème ’n vostra corte
8fatto, me vengerea d’alcuna cosa.
Torto è tale, no lo vidi anco pare:
non osarme piacer ciò ch’è piacente,
11ed essere odiato per amare,
Malgrado vostro e mio son benvogliente,
e serò, ché non posso unque altro fare,
14e fa mister che pur vegna vincente.