Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXIX

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Rime d'amore

CXIX

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CXIX

Si stima avventurata, perchè egli la celebra in versi.

     Io non mi voglio piú doler d’Amore,
poi che, quant’ei mi dá doglia e tormento,
tanto il signor, ch’io amo e ch’io pavento,
cerca scrivendo procacciarmi onore.
     O di tutte bellezze e grazie il fiore,
nido di cortesia e d’ardimento,
come posso bramar che resti spento
cosí famoso e cosí chiaro ardore?
     Anzi prego che ’l ciel mi doni vita,
sí che, dovunque il sol nasca e tramonte,
sia la mia fiamma entro tai versi udita;
     e dica alcuna, ove d’amor si conte:
— Ben fu la sorte di costei gradita,
scritta e cantata da sí alto conte.