Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXLVI

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Rime d'amore

CXLVI

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CXLVI

Lo invoca presso di sé.

     Come posso far pace col desio,
o farvi tregua, poi ch’egli pur vuole,
non essendo qui nosco il suo bel sole,
tranquillo porto e sole al viver mio?
     Egli fa giorno al suo colle natio,
come a chi nulla o poco incresce e duole
o ’l morir nostro o ’l pianto o le parole:
lassa, ch’io nacqui sotto destin rio!
     Lá dove converrá che tosto ceda
a morte l’alma, o tosto a noi ritorni
la beltá ch’al mio mal non par che creda.
     Tal qui, fra questi d’Adria almi soggiorni,
io misera Anassilla, d’Amor preda,
notte e dí chiamo i miei due lumi adorni.