Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXXXII

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SONETTO CLXXXII


Non si scusa il mio cor quand’ei T’offende,
   Né per sempre, Signor, vuoi ch’io il condanni;
   Tuo Figlio in croce l’un di questi affanni
   Mi tolse, e l’altro in Ciel continuo prende.
Ei qui Ti satisfece, ivi Ti rende
   Conto dei tanti miei sì mal spesi anni,
   Mostrando i lacci antichi e i novi inganni
   Che ’l mondo ordisce e l’adversario tende;
Ei degno e giusto agli occhi Tuoi ricopre
   Me ingiusta e indegna con quel largo manto
   Col quale me nasconde e Se stesso opre.
Con Lui mostro il mio duol, con Lui fo il pianto
   Delle mie colpe, non armata d’opre
   Ma d’un scudo di fede invitto e santo.