Rime varie (Alfieri, 1912)/CXCVI. Ogni uomo teme naturalmente la Morte

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CXCVI. Ogni uomo teme naturalmente la Morte

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CXCVI. Ogni uomo teme naturalmente la Morte
CXCV. Libertà francese CXCVII. Alla Malinconia

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CXCVI.1

Ogni uomo teme naturalmente la Morte.

Qualch’anni,2 o mesi, o giorni, o forse anch’ore
Di questo riveder sempre il già visto,3
(Che a noi par vita, e riputiamlo acquisto)
4 Di perenne ansietà ci han colmo il core.
O sia il Non-esser, che di un vano errore
I dardi avventi al nostro animo tristo;
O sia il timor, di speme invan commisto,
8 Di un qualch’altro indistinto Esser-di-fuore;4
Viver quaggiuso, a qualsivoglia costo,
D’ogni voto è il primier, d’ogni opra è il centro;
11 E, ai ben cent’anni anco il cessar, fia tosto.5
Fors’io piagato un po’ men ch’altri addentro
M’era, se Onor se Libertade ho posto
14 Perni, in cui soli il viver mio concentro.6


Note

  1. Nel ms.: «Dí 8 maggio, strada del Borgo San Lorenzo»; alle quartine: «dí 9, in Boboli».
  2. 1. Qualch’anni: qualche è, anche in prosa, fatto costantemente plurale dall’A.; ciò sta bene in francese, ma in italiano è un errore.
  3. 2. Dice l’A. in un altro sonetto già commentato:
    Cose omai viste, e a sazietà riviste,
    Sempre vedrai, s’anco mill’anni vivi...
  4. 5-8. Considera l’A. in questa quartina le due opinioni, di chi non crede alla eternità del nostro spirito e che pure, al pensiero dell’assoluto nulla, si sente compreso da inutile e irragionevole orrore, e di chi ha fede in un ente supremo, distributore di premi e di pene.
  5. 11. E, se anche la vita dovesse prolungarsi al di là dei cento anni, sembrerebbe sempre breve.
  6. 12-14. Forse io, dice l’A., amo un poco meno di altri la vita, avendo posto come cardini di essa e come suoi elementi essenziali l’onore e la libertà.