Salmi (Martini)/Salmo II

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Salmo II

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Salmo I Salmo III
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SALMO II.


Indarno gli uomini, e i re, e i principi della terra si oppongono al regno di Cristo, il quale da Dio è stato costituito re di tutte le genti, onde a lui debbono ubbidire se vogliono aver salute.
1. 1QUare fremuerunt gentes, & populi meditati sunt inania? 1. PEr qual ragione fremon le genti, e i popoli macchinano dei vani disegni?2
2. Astiterunt reges terrae, & principes convenerunt in unum, adversus Dominum, & adversus Christum ejus. 2. Si sono levati su i re della terra, e i principi si son collegati insieme contro il Signore, e contro il suo Cristo.
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3. Dirumpamus vincula eorum: & projiciamus a nobis jugum ipsorum. 3. Rompiamo i loro lacci, e rigettiam lungi da noi il lor giogo.3
4. Qui habitat in cœlis irridebit eos: & Dominus subsannabit eos. 4. Colui che ne’ cieli risiede, si burlerà di costoro, e il Signore gli schernirà:4
5. Tunc loquetur ad eos in ira sua, & in furore suo conturbabit eos, 5. Allora egli parlerà ad essi nella sua indignazione, e nel suo furore gli atterrirà.5
6. Ego autem constitutus sum rex ab eo super Sion montem sanctum ejus, prædicans præceptum ejus. 6. Ma io da lui sono stato costituito re sopra Sionne (sopra) il monte santo di lui, affine di annunziare i suoi precetti.6

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7. 7Dominus dixit ad me: Filius meus es tu, ego hodie genui te. 7. Il Signore disse a me: Tu se’ mio figliuolo; io oggi ti ho generato.8
8. Postula a me, & dabo tibi gentes hereditatem tuam, & possessionem tuam terminos terrae. 8. Chiedimi, e io ti darò in tuo retaggio le genti, e in tuo dominio gli ultimi confini del mondo.9
9. 10Reges eos in virga ferrea, & tanquam vas figuli confringes eos 9. Governerai coloro con scettro di ferro, e gli stritolerai come un vaso di creta.11

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10. Et nunc reges intelligite: erudimini qui judicatis terram 10. Adesso adunque voi, o regi, imparate: ravvedetevi voi, che siete giudici della terra.12
11. Servite Domino in timore: & exsultate ei cum tremore. 11. Servite a lui nel timore, e in lui con tremore esultate.
12. Apprehendite disciplinam, ne quando irascatur Dominus, & pereatis de via justa. 12. Abbracciate la buona dottrina, affinché non abbia il Signore a sdegnarsi, e voi vi perdiate, smarrita la via della giustizia.13
13. Cum exarserit in brevi ira ejus, beati omnes qui confidunt in eo. 13. Allorchè subitamente l’ira di lui divamperà, beati tutti coloro, che si confidano in lui.14

Note

  1. Act. 4. 25.
  2. Vers. I. Per qual ragione, ec. Benchè questo salmo sia senza titolo, egli è però di Davidde come apparisce dagli Atti cap. IV. 25. E che del Messia qui si parli ella è cosa indubitata non solo per l’infallibile autorità degli Appostoli (vedi Atti IV. 25., ec. xiii. 3. Hebr. 1. 5. v. 5) e pel comune sentimento de’ Padri Greci, e Latini, ma pel consenso eziandio dell’antica sinagoga. Veggasi quel, che ne dice l’Ebreo Trifone presso S. Giustino: e le testimonianze degli altri antichi presso il Carthvvirght. Trai Rabbini moderni due son citati dal Pocok, i quali confessano, che i loro maggiori intesero come dette al Messia quelle parole tu se’ mio figliuolo, et.; e che questo salmo esposto in tal guisa è chiarissimo: uno però di questi Rabbini soggiugne che per non dar vinta la causa a’ Minei (o sia eretici, nome, ch’ei danno a’ Cristiani) torna meglio l’interpretarlo del re Davidde, le quali parole senza intaccare in veruo conto la tradizione della Chiesa Giudaica manifestano evidentemente lo spirito di errore, e di ostinata cecità, ond’è (dopo il rifiuto del suo Messia)stranamente aggitato Israele. Questa tradizione ebbero in vista gli Appostoli, e i predicatori del Cristianesimo, allorchè da questo salmo trassero un argomento della divinità di Gesù Cristo, al qual argomento nulla avevano da poter replicare gli Ebrei. La sposizione de’ due primi versetti si ha negli Atti IV. 27. Veramente si unirono in questa città contro il santo suo Figliuo. lo gesù, unto da te, Erode, e Pilato con le nazioni, e popoli d’Israello. Ammira il profeta questa incredibile stoltezza del popolo, e de’ principi della sinagoga, che si uniscono a far guerra a Dio, e al Cristo, a quel Cristo, che era l’unica speranza della nazione; nè vedevano gli infelici quanto vani riuscir doveano tutti i loro tentativi.
  3. Vers. 3. Rompiamo i loro lacci. Parole de’ nemici di Dio, e del Cristo, di cui dicon essi in sostanza quel, che leggesi Luc. XIX. 14. Non vogliamo costui per nostro Re. Rigettando il Cristo rigettarono insieme il Padre; imperocchè chi non onora il Figliuolo, non onora il Padre, che lo ha mandato. Jo: V. 23.
  4. Vers. 4. Colui che ne’ Cieli risiede, ec. A questi principi della terra che abitano in case di fango (Job iv. 19.) oppone la maestà di colui, che ha per suo trono il cielo. Dio saprà far servire alla sua gloria tutto quello, che i nemici suoi sapranno inventare per umiliare, e abbattere il Cristo, e la fede da lui predicata.
  5. Vers. 5. Allora egli parlerà, ec. Allora dinota il tempo stabilito ne’ suoi consiglj da Dio per prendere vendetta di tutto quello, che gli Ebrei faranno contro Cristo, e contro la Chiesa. Tempo verrà, che egli si farà sentire co’ suoi flagelli, e sterminerà col braccio de’ Romani la infelice nazione, la quale non solo non volle riconoscerlo, e adorarlo, ma perseguitò ancora i suoi adoratori.
  6. Vers. 6. Sopra Sionne, ec. Egli è notissimo come in una parte di questo monte era la reggia di Davidde, in un’altra parte doveva edificarsi dipoi il tempio, onde dicesi il monte Santo. Con questa figura però è indicato insieme il regno, e il sacerdozio di Cristo, e la Chiesa di lui, la quale ebbe ivi, per così dire, la culla. E al sacerdozio di Cristo appartiene l’annunziare agli uomini la legge del Signore. Il Figliuolo adunque mandato sulla terra dal Padre spiega qui i titoli del suo regno, e a qual fine sia egli stato costituito duce, e Pastor delle genti.
  7. Act. 13. 33. Heb. 1. 5. & 5. 5.
  8. Vers. 7. Tu se’ mio figliuolo; io oggi ti ho generato. Queste parole sono citate per ben cinque volte nel Nuovo Testamento, e questo solo bastar potrebbe per dimostrare, che per confessione della stessa sinagoga, non d’altri, che del Messia vero Figliuolo di Dio possono intendersi le medesime parole. Osservò l’Appostolo, che a nissuno degli Angeli (molto più a nessuno degli uomini) fu detto giammai: Tu se’ mio figliuolo, oggi io ti ho generato Heb. 1.5., perocchè quantunque gli Angeli siano qualche volta detti figliuoli di Dio, non sono però, nè si chiamano figliuoli di Dio per generazione: La parola oggi dinota la perseverante eterna generazione: il preterito ti ho generato, dimostra la generazione sempre consumata, e perfetta, benché sempre nuova.
  9. Vers. 8. Ti darò in tuo retaggio le genti. A questo Figliuolo costituito Re, e Sacerdote, a questo Figliuolo fatto uomo per la salute dell’uomo promette il Padre l’impero di tutte le genti riunite sotto questo capo divino in una sola Chiesa, in un sol culto.
  10. Apoc. 2. 27., & 19. 17.
  11. Vers. 9. Gli governarai con scettro di ferro, ec. Parla de’ nemici di Cristo, e del suo regno, de’ quali è fatta menzione vers. 1. 2. Questi ribelli saran trattati da te con rigorosa giustizia, e tu li condannerai ad essere stritolati come vasi di fragilissima creta. Vedi Apocal. 11. 27. Lo scettro di ferro significa l’infinita possanza di questo Re, alla quale nissuna umana forza potrà resister giammai. Gli Ebrei increduli per loro grande sciagura furono i primi a provare la irresistibil possanza di questo scettro: dopo di essi la provarono gli Imperadori Romani, che fecer guerra al Vangelo, e perseguitarono la Chiesa; e finalmente impero stesso inondato per così dire dal sangue di tanti Cristiani fu dato in preda alle barbare nazioni, delle quali Dio si servì per vendicare i suoi santi. Vedi Apocal. xviii 24.
  12. Vers. 10. 11 Adesso adunque voi, o regi, ec. Voi, o regi, voi o magistrati della terra, voi in cambio di opporvi al Cristo, e ai predicatori del Cristo, imparate il rispetto, e la venerazione, con cui dovete accogliere la sua parola; imparare a servirlo con santo timore, e nel timore stesso consolatevi, e rallegratevi di avere un Re così grande, così potente; e benefico, e amante degli uomini. Il profeta rivolge la sua esortazione ai grandi perchè l’esempio di questi è seguito ordinariamente dal popolo, onde nell’assoggettamento di questi a Cristo vien inteso anche l’asseggettamenro dei popoli.
  13. Vers. 12. Abbracciate la buona dottrina, ec. E i precetti del Signore annunziati da questo Re, vers. 6. Se voi non ubbidirete alla parola di vita, che egli vi predica, egli si accenderà di sdegno contro di voi, e voi allontanandovi dalle vie di giustizia vi perderete.
  14. Vers. 13. Allorchè l’ira di lui divamperà, ec. Allorchè passato il tempo della pazienza verrà il tempo di far vendetta, beati si troveranno coloro, che in lui riposero le loro speranze. Nuovo argomento della divinità del Messia. Chi confida in lui ha felicità, e salute eterna; chi in lui non confida perisce, perocchè egli è divenuto, giustizia, santificatone, e redenzione per noi; e perché in nessun’altro è salute, Atti iv. 12.