Saper vivere/Il grande vincolo/III. Il fidanzato spadroneggia
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III. Il fidanzato spadroneggia
Tutto è mutato adesso! Un tempo, nel buon tempo della severità e della poesia del fondamento, i genitori, o i parenti, o i tutori della fidanzata, erano molto rigorosi nell’ammissione in casa del fidanzato, nel numero delle sue visite, negli accompagnamenti: un tempo, si andava in casa una volta o, al più, due volte la settimana, il giovedì e la domenica. E le ragazze si maritavano lo stesso, anche meglio, e gli amori, le passioni erano sempre ardenti, ma più caste e più rispettose, e i matrimoni, diciamolo malinconicamente, riuscivano meglio! Adesso, appena un giovanotto è fidanzato ufficiale di una signorina, è ammesso in casa ogni giorno, e per varie ore al giorno: accompagna la signorina in teatro, alla passeggiata, a messa, nelle visite: va nei medesimi palchi, nella medesima carrozza, siede accanto a lei, nelle visite, nelle feste: infine, diventa la sua ombra. Sembra quasi che i genitori o i parenti della ragazza, temano così fortemente di non maritare la loro signorina, che, acchiappato un fidanzato, non vogliano più lasciarlo sfuggire! Quanti mali produca questa soverchia intimità, questa soverchia familiarità lo sa Iddio! Anzitutto, per molte ore del giorno, una madre, un padre, un parente, non possono continuare a far la guardia ai fidanzati: ed eccoli soli, questi due. Soli! E se il fidanzato, è un mezzo galantuomo, invece di un galantuomo? Se non è punto galantuomo? Se il matrimonio va a monte? Ne vanno tanti, a monte! Bella figura, per una signorina che si è portata dietro il fidanzato, dappertutto, e che, a un tratto, deve apparire senza costui, abbastanza compromessa, in fondo, da tutta quella troppo prolungata ed esagerata convivenza! E se anche il matrimonio si fa, non è desiderabile che tutta la poesia della intimità, della convivenza, delle uscite insieme, di tutta la vita comune, venga dopo, e non prima? Non è desiderabile che tutte queste piccole gioie poesia del matrimonio - dello andare dappertutto insieme, dello stare insieme lunghe ore, del comunicarsi ogni impressione, vengano dopo, dopo le nozze, e non prima? Il riserbo, la correttezza, una certa fierezza, l’amore represso dalla educazione, la passione minata dal rispetto a se stessa, non sono, forse, le qualità più belle di una fidanzata e di una futura moglie? Non è una migliore speculazione - chiamiamola così far molto desiderare la presenza di una fidanzata, e tutte le piccole grazie dell’amore, e tutto ciò che è l’incanto tenero dell’amore, anzi che sciuparlo, ogni giorno, prima delle nozze? Non è meglio... ma questa è una predica che seccherà moltissimo i fidanzati, abituati, oramai, a spadroneggiare in casa della fidanzata. O genitori, pensateci e pensateci voi, ragazze, perché io ho ragione!