Saper vivere/Nelle case del Re. Prammatica di Corte/III. Lettere, suppliche dediche alla Regina

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III. Lettere, suppliche dediche alla Regina

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III. Lettere, suppliche dediche alla Regina
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III. Lettere, suppliche, dediche alla Regina

L'errore comune, nella folla di gente che si dirige per lettera per supplica, per domanda, alla Regina, è che Sua Maestà non riceva ciò che le è indirizzato. Tutto [p. 93 modifica]ciò che le vien diretto, le giunge puntualmente e se il sio ufficio di segreteria fa un certo spoglio nella corrispondenza di tal genere, è sempre per riferirne esattamente alla Regina. Le suppliche comuni, quelle che chiedono un qualche sussidio, vanno, dopo lette, agli uffici di beneficienza reale, che provvedono in una misura equanime, a tali carità: tutte le lettere stravaganti, bizzarre che domandano duemila lire, cinquemila lire, venticinquemila lire, persino, non possono essere soddisfatte, visto che né la Regina né il Re potrebbero fare simili elemosine! Le domande di grazia ai carcerati, d’impieghi, di pensioni, di concessioni non possono, naturalmente, aver risultato, poiché Sua Maestà la Regina, in un regno costituzionale, non ha poteri per disporre di ciò. Eccezionalmente, chi ha una domanda grave da fare alla Regina, deve chiedere l’intervento di qualche sua dama, la quale può anche informare Sua Maestà della verità delle cose, offrir testimonianza, infine, in proposito: e così la pietà infinita della Regina si può manifestare, con qualche soccorso materiale o morale, che oltrepassi i limiti usuali della carità. Chi voglia offrire un libro alla Regina, non deve mandarglielo mai in brochure: una gentile legatura, è di obbligo: non si deve mai scrivere, dentro, la dedica a mano. Meglio è spedirlo, con una lettera di omaggio, alla dama di servizio. Le più belle legature si fanno in pergamena bianca, in istoffa antica, in pelle di guanto, con qualche borchia di oro o di argento, disegnata da qualche buon artista. Per la musica, bisogna pensare egualmente a farla rilegare o metterla in una fine copertina di stoffa, di marocchino, di pelle, con qualche gentile fregio di oro, di argento. Chi voglia proprio offrire un dono a Sua [p. 94 modifica]Maestà, dono che abbia un valore intrinseco ed estrinseco, bisogna che prima ne domandi il permesso, altrimenti ognuno tenterebbe una via simile, per ottenere qualche cosa in ricambio: e ciò non avrebbe limiti. Chi voglia dedicare un libro, della musica, un'altra opera d'arte o del lavoro manuale, dedicare semplicemente, non altro, deve anche chiederne il permesso. Sua Maestà la Regina fa ringraziare sempre, per mezzo della dama incaricata, chi le invia libri e musica, in dono: a persone, che le hanno offerto qualche cosa, col suo permesso, manda un gioiello, con la cifra. Quando un maestro di musica, un concertista, è chiamato a Corte, per un concerto, riceve sempre un bellissimo gioiello, in compenso: anche quando un'attrice o un attore vi recita, un ricco ed elegante gioiello, è il suo compenso. Se la Regina interviene a una serata di onore di una grande attrice, di una grande cantante, le offre sempre un braccialetto o un anello. Costoro, naturalmente, oltre le lettere di ringraziamento che inviano, domandano una udienza, per i ringraziamenti personali.