Sessanta novelle popolari montalesi/XXV

Da Wikisource.
XXV. Il Figliolo del Re di Portogallo

../XXIV ../XXVI IncludiIntestazione 17 dicembre 2017 25% Da definire

XXIV XXVI

[p. 225 modifica]



NOVELLA XXV


  • Il Figliolo del Re di Portogallo

(Raccontata da Giovanni Becheroni contadino)


Il Re di Portogallo aveva un figliolo di nome Pietro, dimolto voglioloso di pigliar donna, ma a modo suo lui nun la trovava. Un giorno che Pietro rivieniva da caccia passa per una strada della città, e in sulla porta di una bottega di ciabattino vede una bellissima ragazza: questa ragazza aveva una bellissima capelliera, che tutti i su' capelli parevan d'oro e folti; e po' du' occhi neri e brillantini e come lagrimosi dientro, e una cera rosata com'una mela. Dice Pietro in fra sé: - Oh! che bolla ragazza per esser mi' sposa! Arriva al palazzo, posa lo stioppo in un cantuccio e si riveste da par suo, e poi arritorna fora: - Tant'è, i' vo' ire a discorrire con seco, - rimuginava Pietro. - Peccato! che la sia figliola d'un ciabattino. In quel mentre deccotelo alla bottega del ciabattino e si mette a chiacchierare con la ragazza, e s'accorge che lei nun era soltanto bella, ma anco ben rallevata; sicché dunque se ne innamora a morte. Dice Pietro: - Mi vo' tu per isposo? - Che! lei fa celia, - arrisponde la ragazza. - Ma che gli pare! Lei è figliolo del Re e i' sono la figliola d'un poero ciabattino. Nun c'è paragone. Dice Pietro: - Nun importa e nun fo celia. Se tu mi vo', ti sposo. Per farla corta, si promessano di sposarsi, e Pietro doppo se n'andiede al palazzo, perché 'gli era l'ora di desinare. Quando si furno messi a tavola ed ebban comincio a mangiare e arrivorno alle frutta, dice Pietro: - Signor padre, mi son risolto a pigliar donna, e la sposa i' l'ho bell'e trovata. Il Re in nel sentir questa novità da principio si rallegrò tutto, e [226] [p. 226 modifica]gli domandò al su' figliolo chi era questa sposa, sicché lui glielo disse. Dice il Re sconturbato a bono: - Ma che? una figliola d'un ciabattino! E' nun è una donna per un Re. Che direbbe la nobiltà e tutto il popolo in nel vedere una ciabattina sul trono di Portogallo? No davvero, questo matrimonio nun si pole fare. - Signor padre, - disse allora Pietro, - mi dispiace che lei nun sia contento; ma io gli ho promesso e gli ho data la mi' parola di Re a questa ragazza di sposarla. Dunque, lei vede bene che bisogna ch'i' la sposi. - Quand'è così, - disse il Re, - mantienete pure la parola, ma fora del palazzo e del Regno; qui nun ci vo' nissun de' dua. Doppo pochi giorni lo sposalizio fu fatto, ma insenza sciali, e gli sposi montati con una camberiera in una vettura se n'andorno per le poste e si rivolsano in verso Parigi. Quando fu notte, Pietro, la su' sposa e la camberiera s'addormirno dalla stanchezza, e i vetturini camminato un pezzo per un lungo stradone, arrivi a du' vie, siccom'era dimolto buio, scambio di pigliare quella a manca, sbagliorno e messano i cavalli per quella a manritta, e si spenderno in una macchia folta, che nun ci si vedeva lume. A un tratto deccoti sbucano fora un branco di bestie feroci, e assaltano i vetturini e i cavalli e gli divoran tutti in un lampaneggio. A quel fracascio si sveglia Pietro e chiama i vetturini, ma nissuno gli risponde; gli eran morti, lo credo!, sicché lui scende, e lì per terra nun scopre altro che gli stivali di que' poeri sciaurati e gli zoccoli de' cavalli. Impaurite scesano allora anco le donne, e tutti assieme alla meglio cercorno di scappare a piedi fora della macchia, e arrivi strafelati a un logo aperto, Pietro con delle frasche fece un capannotto, e ci si mettiedan dientro a riposare il resto della notte, alleniti dalla paura e dal correre. A giorno poi, che spuntava il sole, Pietro si leva e vede alla lontana una fonte d'acqua viva, sicché lui piglia lo stioppo, che mai nun lo lassava, e s'avvìa laoni per lavarsi. Come fu alla fonte, si cavò il cappello di capo e su ci posò un anello con un brillante che tieneva nel dito, per ribrucarsi più alla libbera il viso e le mane; ma 'n quel mentre che lui si risciaquava, deccoti apparisce volando un uccellino, gli becca l'anello e po' va a posarsi su d'un frutto. Pietro abbranca lo stioppo e corre diviato per tirargli; ma l'uccellino, quando [ [p. 227 modifica]227] Pietro s'impostava, via! su d'un altro frutto più lontano; e quello, rieto. Insomma corse Pietro tutta la giornata e nun potette mai tirare all'uccellino, che finalmente a notte s'appollaiò tra 'l fogliame d'un albero e nun ci si vedeva più con quel buio fitto. Gli rincresceva di perdere il su' anello a Pietro, e si mettiede però sotto l'albero a dormire con l'idea d'ammazzare l'uccellino a mala pena si levass'il sole: e di fatto a bruzzolo Pietro steva di già impostato col su' stioppo per tirargli all'uccellino; ma quello, più furbo, iscappò daccapo, e di frutto in frutto, menò Pietro tanto lontano per insino a un muragliene alto alto, lo traversò e sortì dalla vista di Pietro. Pietro disperato principia a girare attorno al muraglione per cercarvi un'entrata; delle porte però nun ce n'era di nissuna sorta; soltanto un grand'albero da un lato 'gli aveva una rama sporgente in sul muraglione e lo soprammontava: sicché Pietro nun stiede a far discorsi; s'arrampicò in vetta all'albero, si sdrucolò in sulla cresta del muragliene e di lassù guardava dientro se scoprissi l'uccellino. Lui vedde in quel serrato un bel giardino, e lontano per le terre l'uccellino beccava a su' piacere; sicché Pietro con l'aiuto della rama sporgente dell'albero si calò giù e adagio adagio e con lo stioppo al punto andeva accostandosi all'uccellino per tirargli: quello però al solito fuggì via, ritrapassò il muraglione e disparse. Pietro e' nun sapeva più quel che si fare, ma in ugni mo' voleva sortire di lì, e con degli sforzi inutili si provava a rampicarsi su per il muraglione. Che! 'gli era impossibile. In nel mentre, dunque, che Pietro non rinusciva ne' su' sforzi, deccoti a un tratto comparisce un Mago, con du' occhi che gli schizzavan foco, e tutto arrabbiato 'gli urlava: - Birbone, ladro! ti ci ho colto a sciupinare e a trepilarmi il giardino e le piante! Dice Pietro: - Nossignore! vo' sbagliate. I' son entro qui per questo e per questo, e non bo uto l'idea di guastar nulla e neppure di rubbarvi. Ma il Mago nun volse sentir ragione e gli tralucevano gli occhi dalla stizza, e voleva Pietro morto in tutt'i modi. Pietro si trovò al perso con quel Mago rabbioso, e per abbonirlo gli si buttò 'n ginocchioni col supplicarlo che nun l'ammazzassi, e gli fece il racconto per filo e per segno di quel che gli era intravvienuto. Dice il Mago: - Bene, bene! si vederà col tempo se te siei veritiero, [228] oppuramente [p. 228 modifica]bugiardo. Vieni 'ntanto con meco al mi' palazzo. Vanno dunque al palazzo, e ci steva la Maga, moglie del Mago. Domanda lei: - Che c'è egli di novo, marito? Dice il Mago: - I' ho trovo questo giovane a sperperarmi 'l giardino. Che se ne fa? Arrisponde la Maga: - Guà! s'egli è vero quel che lui ha raccontato, bisogna compatirlo. Provalo, marito, se lui è bugiardo o no, e se è bono a qualcosa, e dopo provato si delibbererà quel che s'ha da farne. Dunque Pietro viense messo come giardinieri e ortolano, e lavorava la terra di quel rinserrato, e prudente e pronto all'ubbidienza lui contentava que' dua in ugni cosa, e gli tieneva per bene e ravvìa la coltivazione, sicché il Mago e la Maga erano allegri e gli pareva quasimente d'avere acquisto un figliolo. Passati che furno dimolti mesi, il Mago disse un giorno a Pietro: - Sai, Pietro, tu m'ha' a vangare questo campicello che qui, perché i' ci vo' fare una sementa a mi' modo. Pietro si mettiede subbito a vangare, e in quel mentre che deva giù di gamba e di stiena, deccoli che vede l'uccellino dell'anello volar giù nel lavorato e razzolarvi con gli ugnelli. Pietro nun istiede a dir che c'è? Corre lesto a pigliar lo stioppo, s'imposta, tira all'uccellino e l'ammazza, e nel gozzo gli sente con le dita che ci aveva sempre l'anello. Alla botta viense anco il Mago e scrama: - Che è egli successo? Dice Pietro: - Deccovi, zio, - lui il Mago lo chiamava con quel nome di zio, - la prova manifesta ch'i' sono un galantomo e che v'arraccontavo il vero, quando per la prima volta i' nentrai in questo giardino. Badate: i' ho morto l'uccellino che mi rubbò l'anello, e l'anello lui e' l'ha sempre nel gozzo. E difatti andati al palazzo tutt'addua subbito apersano il gozzo all'uccellino e tirorno fora l'anello tal e quale. Dice il Mago: - Ora poi, te pòi considerarti come mi' vero figliolo e padrone qui da quanto me, perch'i' ho veduto e cognosciuto che te siei un bravo ragazzo, e che le bugie te nun le sai dire. In ugni mo' Pietro nun era contento di starsene lì chiuso in quel giardino, e sempre s'appalesava voglioloso d'andar via; sicché il Mago sentuta questa su' ferma idea, nun aveva core di scontradirlo per il bene che gli portava com'a su' figliolo, e un giorno gli disse: - Senti, nescire di qui nun si pole insenza gran ristii, perché il paese è tutto pieno [229] d'animali selvatichi. [p. 229 modifica]Anzi, i' nun so come tu sie' scampato da loro prima di vienire da me. Se però tu aspetti, i' cognosco quando ci sarà tempesta in nel mare, che allora l'acqua arriva per insino alla cresta del muraglione, e ci viengono de' bastimenti e gli legano a que' campanelloni che tu avra' visti. Se tu aspetti, tu potrà' andartene con uno di que' bastimenti. De' mesi pur troppo ne passorno dimolti, quando finalmente il Mago disse a Pietro: - Domani c'è tempesta 'n mare, Pietro. Se tu sie' sempre della listessa idea, preparati pure alla dipartenza. A me mi rincresce, ma fa' il comido tuo. Prima però vai in nel mi' tesoro e piglia quattrini a tu' piacimento. Pietro nun se lo fece dir du' volte, e sceso giù in nel tesoro s'empiette le tasche di belle munete; e siccome il giorno doppo la tempesta 'gli accadette davvero, e i bastimenti in bon dato stevano legati alla cresta del muraglione, Pietro andiede a uno e domandò: - Capitano, per dove? Arrisponde il Capitano: - I' vo al porto di Spagna. - Bene! - dice Pietro, - e i' viengo con voi e mi sbarcherete al porto di Spagna. Detto pertanto addio al Mago e alla Maga, e col ringraziargli del loro bon core in verso di lui, Pietro montò in sul bastimento e in pochi giorni fu al porto di Spagna, e lì scese a un albergo per riposarsi del su' viaggio. Quel che fare in nel porto di Spagna nun lo sapeva Pietro, sicché disse al camberieri dell'albergo: - Che ci sarebbe il modo di trovar un impiego in questa città? - Perché no? - gli arrispose il camberieri. - C'è un omo che fa appunto quest'arte di cercar impieghi a chi ne vole e capita qui ugni mattina. Lui dicerto sarà capace di contentarvi. Poco doppo deccoti infatti quell'omo e Pietro gli domandò, se lui aveva come impiegarlo. Dice quell'omo: - Oh! se vi garba, manca il camberieri al Governatore della città, e sarebbe proprio un posto bono per voi. Si trovorno d'accordo, e quell'omo condusse Pietro dal Governatore e diviense il su' camberieri fidato. Dunque Pietro tutt'i giorni andeva a accompagnare a scola i figlioli del padrone, e il padrone 'gli era ausato di dare a' ragazzi una tascata di quattrinelli, perché loro s'avvezzassino a far la lemosina per la via; e però a chi gli chiedeva qualcosa per amor di Dio, gli devano un quattrino per uno, e Pietro in [230] [p. 230 modifica]scambio gli deva un paolo a testa, di quelli avuti in regalo dal Mago. Subbito si spargette per la città questa nova, e il popolo cominciò a mormorare contro 'l Governatore e badavano a dire: - Sarebbe più meglio che fusse Governatore il camberieri e no quell'avaraccio. Insomma feciano un tumulto e corsano sotto le finestre del Governatore a bociare: - Abbasso il Governatore. No' si vole Pietro camberieri per nostro Governatore. Ma Pietro s'affacciò dalla terrazza e fe' cenno con la mana che tutti stessan boni, e la gente a quel cenno se n'andiede. Ora, bisogna sapere che il Governatore 'gli aveva anco una figliola grande da marito, che s'era 'nnamorata di Pietro, e quando vedde lei che il popolo lo voleva nel posto di su' padre, fece tanto che il Governatore fu ubbligato a concederglielo per isposo. Infrattanto Pietro seguitava le su' lemosine sempre di più muneta, perché lui regalava per insino du' paoli a testa; sicché ne nascette un altro tumulto più grande del primo, e il Governatore dové andarsene via a una su' villa fora della città, e ne' su' piedi ci nentrò subbito Pietro; e lui governava tanto bene, che ugni persona 'gli era contenta. Ma per fare un passo addietro, ritorniamo alla moglie e alla camberiera che Pietro aveva lassate in quel capanno di frasche, quando l'uccellino gli portò via l'anello. Le donne, sperso Pietro e nun vedendolo più, si messano a ricercarlo; e doppo dimolti mesi, cammina cammina arrivorno anche loro a piè dentro al porto di Spagna, e, accomide in un albergo, da un perrucchieri si fecian tagliar corti i capelli e da un sarto presano de' vestuari, e accosì si trasficurirno da omo; poi al camberieri gli dissano se c'era modo d'impiegarsi in qualche casa. Arrisponde il camberieri: - C'è un omo a posta che cerca servitori per gli altri. Se vi garba, tra poco lui ha da vienir qui, vo' potete parlarne con seco. L'omo all'ora solita nentrò nell'albergo, e le du' donne gli manifestorno il su' pensieri. Dice quell'omo: - Oh! Appunto manca il coco e il camberieri al nostro Governatore novo della città. I' vi metterò lì tutt'addua. Fatto dunque e' patti, la figliola del ciabattino pigliò il posto di coco, e la su' camberiera quello di camberieri; ma, né Pietro ricognobbe loro, né loro ricognobban punto Pietro. [ [p. 231 modifica]231] Passato che fu diverso tempo, dice un giorno Pietro alla su' moglie, la figliola del Governatore: - Oggi a desinare i' nun ci sono; e' m'hanno invito fora certi signori e ti lasso sola. - Guà! fa' pure il piacer tuo, - arrispose la moglie. - I' anderò, per nun m'annoiare 'n casa, alla villa del mi' babbo a starci qualche po' di giorni e a tienergli compagnia. E loro feciano accosì, e ognuno per i su' versi. In nel palazzo gli eran rimasi il coco e il camberieri, ovverosia, quelle du' donne travestite a quel mo'. Dice il coco al camberieri: - I' vo' pulire per bene la cucina oggi che i padroni nun c'ènno. Tienmi un po' quest'anello che mi diede il mi' sposo quando ci si prese, i' non lo vorre' sciupare. Il camberieri prendette l'anello e per nun isperderlo se lo mettiede nel dito, e poi lui pure salì la scala per rifare la cammera de' padroni; ma lì, per nun isgraffiarlo, l'anello se lo cavò di dito e lo posò in sul cassettone con l'idea di ripigliarlo finito le faccende; in iscambio lo smenticò in quel posto. Deccoti la sera arritorna Pietro, cena tutt'allegro e poi va a letto; ma quando lui si levò la mattina doppo vedde subbito luccicare l'anello in sul cassettone. - Di chi è quest'anello? - scrama, e lo piglia tra le mane e gli pare d'averlo visto dell'altre volte. Sona diviato il campanello e il camberieri corre a sentire quel che Pietro comanda. Dice Pietro: - Di', chi ce l'ha messo quest'anello in sul mi' cassettone? Di chi è egli? - Oh! mi perdoni, signor padrone, - arrispose il camberieri; - la colpa 'gli è tutta mia. I' ce l'ho lasso io l'anello per ismenticanza. Nun è però mi' proprietà, bensì del coco. - Chiama dunque il coco, - dice Pietro, e deccoti il coco vien su. Per nun farla tanto lunga, chiedi, domanda, arrispondi, finirno tutti per ricognoscersi; ma se le donne gli erano allegre, Pietro no dimolto, perché lui pensava a quell'altra moglie presa lì in Spagna, e propio nun sapeva come accomidar questo 'mbroglio. Quando però la figliola del Governatore riviense di campagna, Pietro si fece un animo e gli arraccontò tutte le su' avventure e come 'gli era capitata insin nel palazzo la su' prima moglie. - Dimmelo te come si rimedia. Io nun lo so davvero. Dice la su' seconda moglie: - Oh! e' si pol anco stare tutti assieme e d'accordo. Per me tanto i' nun son punto gelosa che [232] [p. 232 modifica]te abbi dua scambio d'una moglie. E' Turchi ne mantiengan di più. Dunque stiamo uniti. A Pietro nun gli parse vero di sentir parlare a quel mo' la figliola del Governatore. Che allegrìa con du' mogli, e tutte pane e cacio infra di loro! Vienuta la sera, dice Pietro: - Dunque, chi sta a dormir con meco? Dice la figliola del Governatore: - È troppo giusto che tocchi stasera a la tu' prima moglie, doppo tanto tempo che nun vi siete più visti. Sicché Pietro se n'andiede a letto con la su' prima moglie: ma quando fu passa qualche ora che loro si trovavano assieme, deccoti la figliola del Governatore piglia du' pistole e va alla porta della cammera, picchia e domanda: - Si pole nentrare? - Nentra, nentra pure, c'è posto anco per tre nel letto, - arrisponde Pietro. Lei però va insenza tanti discorsi vicino a' du' sposi, e con du' pistolettate nel capo ammazza Pietro con la su' moglie. Che gelosa birbona! Fu propio un gran tradimento il suo. A quel rumore tutti si svegliorno impauriti in nel palazzo e corsano a vedere in cammera di Pietro quel che era successo, e si trovan davanti agli occhi quel brutto spettacolo. Subbito le guardie arrestorno la figliola del Governatore, che il giorno doppo menata in piazza tramezzo al popolo sollevato, la legorno su una catasta di legne e vestita con una camicia di pece lì viva la bruciorno per il delitto che aveva commesso.