Sonetti per la infermità, e guarigione di Cosimo I dei Medici/Avviso dell'editore

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Avviso dell'editore Domenico Moreni

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Sonetti per la infermità, e guarigione di Cosimo I dei Medici Dedica
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AVVISO DELL’EDITORE


DOMENICO MORENI




Il Varchi per dar isfogo all’acerbo suo dolore dalla malattia cagionato del Gran-Duca Cosimo I. suo benefattore, e mecenate, e per far mostra nel tempo istesso del giubbilo, ch’ei ne risentiva, grandissimo pel di lui miglioramento, scrisse a diversi rime dolenti di timore miste, e di speranza, e talora di brio, e di gioja confortandogli a tergere il pianto, e conforto nel tempo istesso da essi chiedendo, e consiglio per sì fatta sciagura, che il tenea tuttora irrequieto, ed afflitto. Così egli scrivea a Mons. de’ Rossi Vescovo di Pavia:

 
Quandunque entro il mio cor dubbioso penso
        Qual fora il Mondo tutto, e qual mia vita,
        Se ’l Gran Duce da noi fesse partita;
        Arde tutto, ed agghiaccia ogni mio senso.
Ond’io, ch’altro non so pigliar compenso,
        A voi consiglio, a voi dimando aita,
        Che la mia mente povera, smarrita
        Si perde, vinta da dolore immenso.

[p. iv modifica]Così pur ei s’espresse con Francesco di lui figlio Duca di Firenze:

 Se quel, che dentro il cor nascondo, e chiudo ec.
        Ridir sapessi, uom non fu mai sì crudo,
        Che non piangesse in disusata forma.

Al par del Varchi noi pur colpiti fummo nei dì scorsi da acerbissimo dolore per una non lieve infermità sofferta dall’amabilissimo nostro Real

Duce d’ogni altro Duce, essempio, e norma,

onde, siccome avvenne allora per testimonianza del poeta stesso,

Era tutto per lui confuso, e mesto.
Ogni sesso, ogni età per ogni parte.

Ora poi assicurati del di lui sì sospirato ristabilimento, e compresi da estremo giubbilo, ci sollecitiamo, non essendo noi da tanto a imitare il Varchi, a fare in sì lieta circostanza di pubblico diritto gli stessi suoi Sonetti non peranche, se pur mal non ci apponghiamo, finquì mai messi in luce, che giacciono originalmente nel Cod. Magliabechiano segnato del num. 143. della Class. VII.