Vai al contenuto

Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/96: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Cinzia sozi (discussione | contributi)
Barbaforcuta (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|82|{{Sc|a mia madre}}|}}
{{RigaIntestazione|82|{{Sc|a mia madre.}}|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<poem> La Fè che mi ragiona
<poem> La Fè che mi ragiona
D’un Vindice immortal che al giusto afflitto
D’un Vindice immortal che al giusto afflitto
{{R|45}}Ricigne la corona
Ricigne la corona
Che per poco usurpossi ebbro il delitto;
Che per poco usurpossi ebbro il delitto;
La Fè ch’oltre la tomba in diva luce,
La Fè ch’oltre la tomba in diva luce,
Ombra amorosa, a’ miei mi riconduce;
{{R|48}}Ombra amorosa, a’ miei mi riconduce;


Questa pia Fè che agli avi
Questa pia Fè che agli avi
{{R|50}}Repubblicani benedì le vele;
Repubblicani benedì le vele;
Di Vergini soavi
Di Vergini soavi
A {{AutoreCitato|Raffaello Sanzio|Raffaello}} popolò le tele;
A {{AutoreCitato|Raffaello Sanzio|Raffaello}} popolò le tele;
Questa pia Fè già reo non fammi o stolto,
Questa pia Fè già reo non fammi o stolto,
Tal che ne celi per vergogna il volto.
{{R|54}}Tal che ne celi per vergogna il volto.


{{R|55}}Finchè per lei mi sento
Finchè per lei mi sento
Cittadino non vil; finchè per lei
Cittadino non vil; finchè per lei
Il foco non è spento
Il foco non è spento
Riga 24: Riga 24:
Al correre, e le belle
Al correre, e le belle
Membra di screzïati ostri coperta,
Membra di screzïati ostri coperta,
{{R|65}}Più cupida Scïenza e giovinetta
Più cupida Scïenza e giovinetta
Tutto il creato a misurar si getta.
{{R|66}}Tutto il creato a misurar si getta.




</poem><span class="SAL">96,4,Cinzia sozi</span>
</poem>{{SAL|96|4|Cinzia sozi}}

Versione delle 01:14, 24 gen 2012

82 a mia madre.

     La Fè che mi ragiona
D’un Vindice immortal che al giusto afflitto
Ricigne la corona
Che per poco usurpossi ebbro il delitto;
La Fè ch’oltre la tomba in diva luce,
48Ombra amorosa, a’ miei mi riconduce;

     Questa pia Fè che agli avi
Repubblicani benedì le vele;
Di Vergini soavi
A Raffaello popolò le tele;
Questa pia Fè già reo non fammi o stolto,
54Tal che ne celi per vergogna il volto.

     Finchè per lei mi sento
Cittadino non vil; finchè per lei
Il foco non è spento
Dell’arte che governa i pensier miei,
Madre, non fia, non fia che l’abbandoni
60Per seguir più superbi inani suoni.

     Varcan quaggiù sorelle
Sapïenza e Scïenza. Audace, esperta
Al correre, e le belle
Membra di screzïati ostri coperta,
Più cupida Scïenza e giovinetta
66Tutto il creato a misurar si getta.