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te la utenza , tenendo fènno che gli Trentini haurebbon paga- mi] odelli l'uoi tradimenti.
{{Pt|re|concludere}} la partenza, tenendo fermo che gli Trentini havrebbon pagato il fio delli suoi tradimenti.


Confil'nili querelle li l'par euano peril Campo , e fantaiiican- do nel lor animo coli: più ab mineuoli, machinatono noua l'eo- leragme , determinarono hoflilmente trattare la n'cca Città di Trento , facchegiarla , e poi folto color: d'el'sere da Trentini fiati traditi, delche l‘paeatamente gli accufauano, mettere il mtm i filma: ferro .
Consimili querelle si spargevano per il Campo, e fantasticando nel lor animo cose più abbominevoli, machinarono nova sceleragine, determinarono hostilmente trattare la ricca Città di Trento, sacchegiarla, e poi sotto colore d’essere da Trentini stati traditi, del che spacatamente gli accusavano, mettere il tutto à fuoco & ferro.


Dunque dal Campo ril'seran'in vn fipadrone, ritornarono alla Città, oue lontani dalla guerra , come s'hauel'sero à eaforitroua- m ficuro pollo , Be franca ritirata ii dauauo a‘i brindeli , à l'anita‘i , ad Eubriacliezze, àvilla della Città llauano crapulando , l'epolti nel vino,confitmando il giorno , 8€ la notte; non gli maneauano viuande ne delicariintingoli, beueua l'vno , e oi guflam che n'- haueua lo potgeua conforme il lor coltumeal 'altro , qual auan- ti lamelle haueua inu itaca col brin defe, cnfi and auano facendo di man in mano, coli iiauano fmcnricnti della fatica della guerra, hordorrnendo,6t ronfando fra gli piati, hor inganandn il tem- Po menauano inricrclenottiillvarij,Storiofi diicorfi, hordieov uano non i'aper defiderare più grande felicità. che viuere con bi- chieti in mano , e di far la vita loro frà le delitie Trentine . E coro pil! franca , a: ficura (foggiogcuano) eoxnbarere {otto il coperto con gli bellicnni , che vfcir in campa na armati di ferro .
Dunque dal Campo risserati in un squadrone, ritornarono alla Città, ove lontani dalla guerra, come s’havessero à caso ritrovato sicuro posto, & franca ritirata si davano à brindesi, à sanità, ad Eubriachezze, à vista della Città stavano crapulando, sepolti nel vino, consumando il giorno, & la notte; non gli mancavano vivande ne delicati intingoli, beveva l’uno, e poi gustato che n’haveva lo porgeva conforme il lor costume all’altro, qual avanti bevesse haveva invitato col brindese, cosi andavano facendo di man in mano, cosi stavano smenticati della fatica della guerra, hor dormendo, & ronfando frà gli piati, hor inganando il tempo menavano intiere le notti in varij, & otiosi discorsi, hor dicevano non saper desiderare più grande felicità, che vivere con bichieri in mano, e di far la vita loro frà le delitie Trentine. E cosa più franca, & sicura (soggiogevano) combatere sotto il coperto con gli belliconi, che uscir in campagna armati di ferro.


Chiamanana ficondi , 6C bean'g idelitiofi collidel Trentino , che buon liquore roduceuano, e: che con tanta cortefia rice- ueueno nel lo: l'eno e genti fotafliete . Mentre coli fichiaui s'eran teli dei yiaecri,andaua a poco poco mancando la vinti militare,”- uocandogli animi dalla guerra alla malignità, erudeltì,dt rapine. l’erilche alcuniCapitani , quali mailèp ero frenarein loro er- uetli Ippetiti, sghiqui penfieri, ma empre vl'arono obe iteì maiuagitì,&vituperofi misfatti, viliflimisi nori delle penetra loro volontà, fiamemauanoil furore delli So dati, determinan- do il giorno nel uale tutti , {entito l'appuniaro legno , andafl'em difeorrendo alla rufca.
Chiamavano fecondi, & beati gli delitiosi colli del Trentino, che si buon liquore producevano, & che con tanta cortesia ricevevano nel lor seno le genti forastiere. Mentre cosi schiavi s’eran resi dei piaceri, andava à poco poco mancando la virtù militare, revocando gli animi dalla guerra alla malignità, crudeltà, & rapine. Perilche alcuni Capitani, quali mai seppero frenare in loro perversi appetiti, & iniqui pensieri, ma sempre usarono obedire à malvagità, & vituperosi misfatti, vilissimi Signori delle perverse loro volontà, fomentavano il furore delli Soldati, determinando il giorno nel quale tutti, sentito l’appuntato segno, andassero discorrendo alla brusca.


Giorgio qual già hauea penetrati gli pEfierieofi nefandide Sol dati , s'anguiliaua grandemente, perche fofl'croà fieftremo pan titoeondotri gli intereili del fuo fiato , e che gli eonueniile temere gli oroprij in cara , non hauendo mmuto l’inimico , fcopre cm:- recoladiflîcile lodare tanto furore, mà aflai più malngcunie re- mediare alla ‘cupidigia , a làxiarela mai {alia ingordigln, peccato
Giorgio qual già havea penetrati gli pensieri cosi nefandi de Soldati, s’angustiava grandemente, perche fossero à si estremo partito condotti gli interessi del suo stato, e che gli convenisse temere gli proprij in casa, non havendo temuto l’inimico, scopre essere cosa difficile sedare tanto furore, mà assai più malagevole remediare alla cupidigia, & satiare la mai satia ingordigia, peccato

Versione delle 17:04, 20 gen 2018

158 Delle Croniche di Trento

re la partenza, tenendo fermo che gli Trentini havrebbon pagato il fio delli suoi tradimenti.

Consimili querelle si spargevano per il Campo, e fantasticando nel lor animo cose più abbominevoli, machinarono nova sceleragine, determinarono hostilmente trattare la ricca Città di Trento, sacchegiarla, e poi sotto colore d’essere da Trentini stati traditi, del che spacatamente gli accusavano, mettere il tutto à fuoco & ferro.

Dunque dal Campo risserati in un squadrone, ritornarono alla Città, ove lontani dalla guerra, come s’havessero à caso ritrovato sicuro posto, & franca ritirata si davano à brindesi, à sanità, ad Eubriachezze, à vista della Città stavano crapulando, sepolti nel vino, consumando il giorno, & la notte; non gli mancavano vivande ne delicati intingoli, beveva l’uno, e poi gustato che n’haveva lo porgeva conforme il lor costume all’altro, qual avanti bevesse haveva invitato col brindese, cosi andavano facendo di man in mano, cosi stavano smenticati della fatica della guerra, hor dormendo, & ronfando frà gli piati, hor inganando il tempo menavano intiere le notti in varij, & otiosi discorsi, hor dicevano non saper desiderare più grande felicità, che vivere con bichieri in mano, e di far la vita loro frà le delitie Trentine. E cosa più franca, & sicura (soggiogevano) combatere sotto il coperto con gli belliconi, che uscir in campagna armati di ferro.

Chiamavano fecondi, & beati gli delitiosi colli del Trentino, che si buon liquore producevano, & che con tanta cortesia ricevevano nel lor seno le genti forastiere. Mentre cosi schiavi s’eran resi dei piaceri, andava à poco poco mancando la virtù militare, revocando gli animi dalla guerra alla malignità, crudeltà, & rapine. Perilche alcuni Capitani, quali mai seppero frenare in loro perversi appetiti, & iniqui pensieri, ma sempre usarono obedire à malvagità, & vituperosi misfatti, vilissimi Signori delle perverse loro volontà, fomentavano il furore delli Soldati, determinando il giorno nel quale tutti, sentito l’appuntato segno, andassero discorrendo alla brusca.

Giorgio qual già havea penetrati gli pensieri cosi nefandi de Soldati, s’angustiava grandemente, perche fossero à si estremo partito condotti gli interessi del suo stato, e che gli convenisse temere gli proprij in casa, non havendo temuto l’inimico, scopre essere cosa difficile sedare tanto furore, mà assai più malagevole remediare alla cupidigia, & satiare la mai satia ingordigia, peccato