Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/13: differenze tra le versioni

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al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva
al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva
crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto
crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto
volentieri a meno di quell’ impiccio, e più d’una
volentieri a meno di quell’impiccio, e più d’una
volta mi provai a beccarlo e lacerarlo ; la Manetta,
volta mi provai a beccarlo e lacerarlo; la Manetta,
però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi
però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi
all’obbedienza.
all’ obbedienza.
Ohe cosa dovevo fare ? Che cosa avreste voi fatto
Ohe cosa dovevo fare? Che cosa avreste voi fatto
ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai.
ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai.
Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi.
Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi.
parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padron-
parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padroncina
cina ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni
ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni
il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai.
il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai.
Date queste notizierelle che mi parevano più che
Date queste notizierelle che mi parevano più che
necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio su¬
necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio subito
bito a raccontar la mia storia, o, come oggi si di¬
a raccontar la mia storia, o, come oggi si direbbe,
rebbe, le mie avventure.
le mie avventure.
È una storia, sono avventure da pulcino, ma non
È una storia, sono avventure da pulcino, ma non
dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta
dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta
anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di
anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di
quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di soppor¬
quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di sopportare
tare i dispiaceri con quella fermezza d’animo che
i dispiaceri con quella fermezza d’animo che
il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e
il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e
a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e
a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e
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in me.
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Ora me la passo discretamente.
Ora me la passo discretamente.
Di pulcino son divenuto un'robusto e svelto
Di pulcino son divenuto un’robusto e svelto
galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni
galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni
co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di
co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di
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Versione delle 22:20, 13 mar 2018

_ 7 — La Manetta diceva che ero piuttosto bellino, e siccome mi voleva un ben dell’anima, mi aveva messo al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto volentieri a meno di quell’impiccio, e più d’una volta mi provai a beccarlo e lacerarlo; la Manetta, però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi all’obbedienza. Ohe cosa dovevo fare? Che cosa avreste voi fatto ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai. Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi. parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padroncina ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai. Date queste notizierelle che mi parevano più che necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio subito a raccontar la mia storia, o, come oggi si direbbe, le mie avventure. È una storia, sono avventure da pulcino, ma non dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di sopportare i dispiaceri con quella fermezza d’animo che il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e ho cercato sempre di fare quel po’ di bene che stava in me. Ora me la passo discretamente. Di pulcino son divenuto un’robusto e svelto galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di vecchiaja. I