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In Francia nulla si perde. Vedo nei giornali il centenario di un motto storico. |
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In Francia |
In Francia l’azione dei filosofi tradizionali, informa la vita di tutti i partiti, di tutti gli uomini. E noi vediamo in Francia quelli stessi che stabiliscono l’ordine su una autorità indiscutibile, (A. F.) non possono rassegnarsi, come la loro polemica col Papa l’ha provato, a rinunciare al diritto di critica, che Comte, il loro maestro — tipicamente rivoluzionario — ha inculcato in loro. |
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I filosofi rivoluzionari in Francia dicono sempre di avanzare guardando al passato. |
I filosofi rivoluzionari in Francia dicono sempre di avanzare guardando al passato. |
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''Non bisogna dimenticare che gli uomini non sono formati in genere che dalla cultura del proprio paese.'' E questa è una delle ragioni del nostro disorientamento. |
''Non bisogna dimenticare che gli uomini non sono formati in genere che dalla cultura del proprio paese.'' E questa è una delle ragioni del nostro disorientamento. |
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dell’universalita’ e delle tradizioni | 123 |
diventeranno antichi: gli scrittori di tutti i tempi sono sempre moderni, e sempre riletti.
15 Marzo
E’ la continuità di romanzi, storie, filosofie che giudicano il loro mondo, è il loro perpetuarsi attraverso la cultura che ha fatto la grandezza della Francia.
«Tutto quel che è necessario esiste» diceva de Maistre; bisognerebbe aggiungere «a Parigi!».
In Francia nulla si perde. Vedo nei giornali il centenario di un motto storico.
In Francia l’azione dei filosofi tradizionali, informa la vita di tutti i partiti, di tutti gli uomini. E noi vediamo in Francia quelli stessi che stabiliscono l’ordine su una autorità indiscutibile, (A. F.) non possono rassegnarsi, come la loro polemica col Papa l’ha provato, a rinunciare al diritto di critica, che Comte, il loro maestro — tipicamente rivoluzionario — ha inculcato in loro.
I filosofi rivoluzionari in Francia dicono sempre di avanzare guardando al passato.
20 Marzo
Non bisogna dimenticare che gli uomini non sono formati in genere che dalla cultura del proprio paese. E questa è una delle ragioni del nostro disorientamento.
La cultura italiana non «forma un uomo»: Dante, Petrarca, Bocaccio, Ariosto, Tasso, Manzoni,