Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/13: differenze tra le versioni

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La Manetta diceva che ero piuttosto bellino, e siccome mi voleva un ben dell’anima, mi aveva messo al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto volentieri a meno di quell’impiccio, e più d’una volta mi provai a beccarlo e lacerarlo; la Manetta, però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi all’obbedienza.
La Manetta diceva che ero piuttosto bellino, e

siccome mi voleva un ben dell’anima, mi aveva messo
Ohe cosa dovevo fare? Che cosa avreste voi fatto ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai.
al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva

crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto
Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padroncina ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai.
volentieri a meno di quell’impiccio, e più d’una

volta mi provai a beccarlo e lacerarlo; la Manetta,
Date queste notizierelle che mi parevano più che necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio subito a raccontar la mia storia, o, come oggi si direbbe, le mie avventure.
però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi

all’obbedienza.
È una storia, sono avventure da pulcino, ma non dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di sopportare i dispiaceri con quella fermezza d’animo che il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e ho cercato sempre di fare quel po’ di bene che stava in me.
Ohe cosa dovevo fare? Che cosa avreste voi fatto

ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai.
Ora me la passo discretamente.
Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi.

parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padroncina
Di pulcino son divenuto un’robusto e svelto galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di vecchiaja.
ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni
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il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai.
Date queste notizierelle che mi parevano più che
necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio subito
a raccontar la mia storia, o, come oggi si direbbe,
le mie avventure.
È una storia, sono avventure da pulcino, ma non
dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta
anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di
quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di sopportare
i dispiaceri con quella fermezza d’animo che
il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e
a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e
ho cercato sempre di fare quel po’ di bene che stava
in me.
Ora me la passo discretamente.
Di pulcino son divenuto un’robusto e svelto
galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni
co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di
vecchiaja.
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Versione delle 14:51, 25 mag 2018


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La Manetta diceva che ero piuttosto bellino, e siccome mi voleva un ben dell’anima, mi aveva messo al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto volentieri a meno di quell’impiccio, e più d’una volta mi provai a beccarlo e lacerarlo; la Manetta, però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi all’obbedienza.

Ohe cosa dovevo fare? Che cosa avreste voi fatto ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai.

Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padroncina ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai.

Date queste notizierelle che mi parevano più che necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio subito a raccontar la mia storia, o, come oggi si direbbe, le mie avventure.

È una storia, sono avventure da pulcino, ma non dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di sopportare i dispiaceri con quella fermezza d’animo che il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e ho cercato sempre di fare quel po’ di bene che stava in me.

Ora me la passo discretamente.

Di pulcino son divenuto un’robusto e svelto galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di vecchiaja.