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Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/52: differenze tra le versioni

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— Ora scendo, signorino!
— Ora scendo, signorino!


Quando ella aprì, col lume in mano, egli, che dopo la sua partenza da Nuoro non l'aveva più riveduta, spalancò gli occhi meravigliato.
Quando ella aprì, col lume in mano, egli, che dopo la sua partenza da Nuoro non l’aveva più riveduta, spalancò gli occhi meravigliato.

Versione delle 15:41, 6 nov 2018


— 45 —

V.

Sebbene non avesse come Predu Maria Dejana ricordi e rimorsi che, simili a punti rossi in lontananza, richiamassero la sua attenzione e lo costringessero a voltarsi indietro, anche Bruno Papi trascorse una notte agitata.

Appena uscito dalla casupola del Moro picchiò alla porta dello speculatore, e disse a voce alta, mentre una testa di donna appariva alla finestra della scala:

— Apri, Sebastiana, sono io.

Una voce fresca e melodiosa rispose:

— Il padrone non è tornato.

— Desidero parlare con la signora Elena.

Sebastiana si mise a ridere, e fra il rumor della pioggia il suo riso trillante ancora infantile ricordò a Bruno i gorgheggi degli usignoli nei boschi umidi della montagna.

— Ora scendo, signorino!

Quando ella aprì, col lume in mano, egli, che dopo la sua partenza da Nuoro non l’aveva più riveduta, spalancò gli occhi meravigliato.