La mandragola/Atto terzo/Scena decima: differenze tra le versioni
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{{Intestazione teatro |
{{Qualità|avz=75%|data=26 maggio 2008|arg=Teatro}}{{Intestazione teatro |
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|Nome e cognome dell'autore del testo=Niccolò Machiavelli |
|Nome e cognome dell'autore del testo=Niccolò Machiavelli |
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|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[La mandragola/Atto terzo|Atto terzo]]<br |
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[La mandragola/Atto terzo|Atto terzo]]<br />Scena decima |
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|Anno di pubblicazione o della prima rappresentazione=1518 |
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Versione delle 20:21, 26 mag 2008
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Sostrata, Lucrezia.
- Sostrata
- Io credo che tu creda, figliuola mia, che io stimi l'onore ed el bene tuo quanto persona del mondo, e che io non ti consigliassi di cosa che non stessi bene. Io t'ho detto e ridicoti, che se fra' Timoteo ti dice che non ci sia carico di conscienzia, che tu lo faccia sanza pensarvi.
- Lucrezia
- Io ho sempremai dubitato che la voglia, che messer Nicia ha d'avere fìgliuoli, non ci faccia fare qualche errore; e per questo, sempre che lui mi ha parlato di alcuna cosa, io ne sono stata in gelosia e sospesa massime poi che m'intervenne quello che vi sapete, per andare a' Servi. Ma di tutte le cose che si son tentate, questa mi pare la piú strana, di avere a sottomettere el corpo mio a questo vituperio, ad esser cagione che uno uomo muoia per vituperarmi: perché io non crederrei, se io fussi sola rimasa nel mondo e da me avessi a resurgere l'umana natura, che mi fussi simile partito concesso
- Sostrata
- Io non ti so dire tante cose, figliuola mia. Tu parlerai al frate, vedrai quello che ti dirà, e farai quello che tu dipoi sarai consigliata da lui, da noi, da chi ti vuole bene.
- Lucrezia
- Io sudo per la passione.
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