Pagina:Salgari - I naviganti della Meloria.djvu/168: differenze tra le versioni
m BrolloBot ha spostato la pagina Pagina:Salgari - I naviganti della Meloria.djvu/166 a Pagina:Salgari - I naviganti della Meloria.djvu/168 senza lasciare redirect: Spostamento interno pagine |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|166|{{Sc|emilio salgari}}|}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<nowiki/> |
|||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
Il signor Bandi ed il pescatore scesero nella stiva cominciando le loro ricerche. |
Il signor Bandi ed il pescatore scesero nella stiva cominciando le loro ricerche. |
||
Riga 27: | Riga 29: | ||
Le cabine erano tutte sottosopra e del pari ingombre di materiali, di vanghe, di zappe, di casse sfondate e di botti sventrate. |
Le cabine erano tutte sottosopra e del pari ingombre di materiali, di vanghe, di zappe, di casse sfondate e di botti sventrate. |
||
Guardarono in alto, sperando di veder pendere qualche lampada, inutilmente però. Una parte del soffitto era caduto e forse i lumi |
Guardarono in alto, sperando di veder pendere qualche lampada, inutilmente però. Una parte del soffitto era caduto e forse i lumi s’erano spezzati od erano stati portati via dai lavoranti della galleria. |
||
— Per centomila merluzzi!... — esclamò padron Vincenzo. — È una cosa incredibile!... Che facessero a meno dell’illuminazione quegli uomini? Bah!... Rimedieremo egualmente, dottore. |
|||
— In quale modo? |
|||
— Non sentite questa puzza di catrame? |
|||
— Sì. |
|||
— Vi deve essere qualche barile, dietro a quei sacchi. |
|||
— E cosa vorresti farne? |
|||
— Per Bacco!... Si mette dentro una fune e si accende. Invece d’una lampada avremo un piccolo sole. |
|||
Rimosse i sacchi e allungò lestamente le mani levando trionfalmente due secchie di metallo ripiene di catrame. |
Rimosse i sacchi e allungò lestamente le mani levando trionfalmente due secchie di metallo ripiene di catrame. |
||
— Ecco due lampade superbe — disse. — Abbiamo quindici o sedici chilogrammi di materia ardente che ci procurerà una bella luce. |
|||
— Vi sono altre secchie, Vincenzo? |
|||
— No, dottore. Ritengo che queste ci basteranno per giungere fino al golfo di Spezia. |
|||
— Sì, se non troviamo degli ostacoli. |
|||
— Quali, signor Bandi. |
|||
Piè di pagina (non incluso) | Piè di pagina (non incluso) | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<references/></div> |
<references/></div> |
Versione attuale delle 22:48, 16 ott 2021
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
166 | emilio salgari |
— Aspettiamo per vedere se le scosse si rinnoveranno poi ce ne andremo.
— Mi pare che l’acqua si tranquillizzi — disse padron Vincenzo. — Fra una mezz’ora tutto sarà finito.
— Può avvenire un’altra scossa, Vincenzo.
— Non odo più alcun boato.
— Non fidiamoci. Intanto visiteremo meglio la stiva della galera.
— Cosa sperate di trovare?...
— Qualche lampada o qualche torcia. È impossibile che non ve ne siano.
— Andiamo, dottore. Vi sono qui delle funi incatramate che ci serviranno pel momento.
— Che Michele e Roberto rimangano qui a vegliare e ad alimentare il fuoco. Badate però che non scoppi qualche incendio.
— Contate su di noi, dottore — risposero i due pescatori.
Il signor Bandi ed il pescatore scesero nella stiva cominciando le loro ricerche.
La cosa non era però facile essendovi molti materiali che bisognava smuovere e moltissime botti parte semivuote ed altre piene di cemento e di calce.
Il dottore e padron Vincenzo, prima di accingersi a quella difficile e faticosissima impresa, passarono nel quadro di poppa, pensando che là forse avevano maggiori probabilità di trovare qualche lampada o qualche cosa di simile.
Le cabine erano tutte sottosopra e del pari ingombre di materiali, di vanghe, di zappe, di casse sfondate e di botti sventrate.
Guardarono in alto, sperando di veder pendere qualche lampada, inutilmente però. Una parte del soffitto era caduto e forse i lumi s’erano spezzati od erano stati portati via dai lavoranti della galleria.
— Per centomila merluzzi!... — esclamò padron Vincenzo. — È una cosa incredibile!... Che facessero a meno dell’illuminazione quegli uomini? Bah!... Rimedieremo egualmente, dottore.
— In quale modo?
— Non sentite questa puzza di catrame?
— Sì.
— Vi deve essere qualche barile, dietro a quei sacchi.
— E cosa vorresti farne?
— Per Bacco!... Si mette dentro una fune e si accende. Invece d’una lampada avremo un piccolo sole.
Rimosse i sacchi e allungò lestamente le mani levando trionfalmente due secchie di metallo ripiene di catrame.
— Ecco due lampade superbe — disse. — Abbiamo quindici o sedici chilogrammi di materia ardente che ci procurerà una bella luce.
— Vi sono altre secchie, Vincenzo?
— No, dottore. Ritengo che queste ci basteranno per giungere fino al golfo di Spezia.
— Sì, se non troviamo degli ostacoli.
— Quali, signor Bandi.