Monarchia/Libro I/Capitolo XII: differenze tra le versioni
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{{Intestazione letteratura |
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| Nome e cognome dell'autore =Dante Alighieri |
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| Titolo =Monarchia |
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| Iniziale del titolo =M |
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| Nome della pagina principale =Monarchia |
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| Eventuale titolo della sezione o del capitolo =[[Monarchia/Libro I|Libro I]] - Capitolo XII |
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| Anno di pubblicazione =1312-1313 |
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| Secolo di pubblicazione =XIV secolo |
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| Il testo è una traduzione? =si |
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| Lingua originale del testo =latino |
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| Nome e cognome del traduttore =Marsilio Ficino |
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| Anno di traduzione =1468 |
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| Secolo di traduzione =XV secolo |
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| Abbiamo la versione cartacea a fronte? =no |
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<div align="center">''Che dovunque può essere litigio, ivi debbe essere g[i]udicio.''<br/><br/></div> |
<div align="center">''Che dovunque può essere litigio, ivi debbe essere g[i]udicio.''<br/><br/></div> |
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Versione delle 23:22, 14 feb 2010
Questo testo è completo. |
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Dovunque può essere litigio, ivi debbe essere g[i]udicio, altrimenti sarebbe la cosa inperfetta sanza la perfetta honde possa avere perfetione: è questo è inpossibile, conciosiaché Iddio et la natura nelle cose necessarie non manchino. Ma tra due principi, de’ quali nessuno è all’altro subgetto, può essere contentione, ho per colpa sua o per colpa de’ subditi: e per questo tra costoro debbe essere g[i]udicio. Et perché l’altro non può g[i]udicare dell’altro, essendo pari, bisognia che ·ssia un terzo di più anpla g[i]uriditione che ·ssopra amendun[i] questi signoreggi. Quello ho e’ sarà un prencipe, ho e’ saranno più. Se sarà uno, noi abbiàno el proposito nostro; se saranno più, possono insieme contendere, e però hanno bisognio d’un terzo sopra ·lloro g[i]udicatore. E ·ccosì ho noi proccedereno in infinito, la quale cosa essere non può, ho noi perveremo a uno principe el quale, o sanza mezo o co mezi, tutte le lite decida. Questa rag[i]one significava Aristotile quand’e’ diceva: «Le cose non vogliono essere male disposte; la moltitudine de’ prencipi è male; adunque debbe essere uno principe».
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