<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3473&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20100217113140</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3473&oldid=-20100217113140
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3473 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 415modifica]senza piú. Gli antichi letterati, se ben guardiamo, non si proponevano in conchiusione altro, che di dir bene, correttamente, cultamente e artifiziosamente quello che tutti già sapevano e pensavano o facilissimamente avrebbero potuto e saputo pensare da se, ma poco sapevano in quel modo significare. E non per altro in verità divenivano famosi che per questo (ancorché forse né gli altri né essi se ne avvedessero, o avessero avuta questa intenzione espressa e distinta e a se medesimi manifesta), quando ottenevano il detto effetto. E non parlo già qui de’ sofisti, i quali, a differenza degli altri, avevano e professavano apertamente la detta intenzione e la facevano vedere; e questa si era l’unica diversità reale che passasse tra’ piú antichi sofisti e i classici, e il genere di scrittura di questi e di quelli. Gli uni affettavano di dir bene, e mostravano di affettarlo, gli altri dicevano bene per arte, ma non mostravano di procurarlo e ricercarlo, come però facevano. Quanto allo stile, questi e quelli differivano notabilmente. Quanto a’ concetti,