Rime (Stampa)/Rime varie/CCLXIII: differenze tra le versioni

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<poem>
<poem>
Dotto, saggio, gentil, chiaro Bonetto,
Dotto, saggio, gentil, chiaro Bonetto,
la cui bontà il bel nome ancor pareggia,
la cui bontà il bel nome ancor pareggia,
e l'alta cortesia, che signoreggia
e l’alta cortesia, che signoreggia
il nobil cor, ch'a ogniun vi rende accetto,
il nobil cor, ch’a ogniun vi rende accetto,
saper bramo io dal vostro almo intelletto,
saper bramo io dal vostro almo intelletto,
che le cose segrete in Dio vagheggia
che le cose segrete in Dio vagheggia
quale è più, il danno o l'util che si veggia
quale è più, il danno o l’util che si veggia
il mondo trar da l'amoroso affetto.
il mondo trar da l’amoroso affetto.
Ditemi ancor perché fu Amor dipinto
Ditemi ancor perché fu Amor dipinto
già dagli antichi, e da' moderni ancora
già dagli antichi, e da’ moderni ancora
si pinge faretrato, ignudo e cieco.
si pinge faretrato, ignudo e cieco.
Questo dubbio da voi mi sia distinto,
Questo dubbio da voi mi sia distinto,
che nel mio cor gran tempo già dimora,
che nel mio cor gran tempo già dimora,
mercé de l'ignoranzia ch'è ognor meco.
mercé de l’ignoranzia ch’è ognor meco.
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Versione delle 22:20, 7 ott 2010

Rime varie - CCLXII Rime varie - CCLXIV

 
Dotto, saggio, gentil, chiaro Bonetto,
la cui bontà il bel nome ancor pareggia,
e l’alta cortesia, che signoreggia
il nobil cor, ch’a ogniun vi rende accetto,
saper bramo io dal vostro almo intelletto,
che le cose segrete in Dio vagheggia
quale è più, il danno o l’util che si veggia
il mondo trar da l’amoroso affetto.
Ditemi ancor perché fu Amor dipinto
già dagli antichi, e da’ moderni ancora
si pinge faretrato, ignudo e cieco.
Questo dubbio da voi mi sia distinto,
che nel mio cor gran tempo già dimora,
mercé de l’ignoranzia ch’è ognor meco.