Storia della rivoluzione piemontese del 1821 (Santarosa)/Indirizzo al conte Des Geneys (Corpo decurionale di Genova)

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Indirizzo al conte Des Geneys
(Corpo decurionale di Genova)

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Indirizzo al conte Des Geneys
(Corpo decurionale di Genova)
Proclama 9 aprile 1821 (Giunta Provvisoria) Estratto di lettera (Bubna)
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Documento AA, pag. 133.

Ill. ed Ecc. Signore,

La città di Genova reputò come un prospero e lieto avvenimento che dovea influire sulla di lei futura felicità, quello di vedervi rivestito dell’onorevole divisa di suo governatore, e lo spontaneo giubilo universale che in sì fausto momento sorrise alle speranze di tutti, ve ne sarà stato, Ecc. Signore, una solida e leale guarentia.

Ella avea aspirato a sì prezioso acquisto insin da quei giorni, nei quali essendo Voi Presidente Capo dell’Ammiragliato, avevate con una particolare affezione protetto la prima sorgente delle sue fortune, il commercio.

Nè s’ingannò nel veder compiuti i suoi voti. La saggezza, la giustizia, la bontà che continuamente assistettero a tutti i vostri consigli, non fecero che giustificare ampiamente i comuni presagi e farvi ognora acquistare dei nuovi diritti alla sua riconoscenza.

E poichè è cosa che alla vostra gloria appartiene, sebben sia trista la circostanza da rammentarsi, non dobbiamo qui tacere, come anche dopo i funesti avvenimenti accaduti nella capitale, noi restammo sì penetrati della vostra sapiente condotta, che dall’unanime acclamazione di tutto il Corpo Decurionale fummo spediti con istraordinaria Deputazione presso di Voi, onde rendervi una solenne azione di grazie, per l’imperturbabile e [p. 280 modifica]lodevole altitudine in cui, mercè le vostre esimie maniere e prudente avvedutezza, andavan mantenendosi la città e tutto il genovese Ducato.

Deh! l’impeto malaugurato di brevi sì, ma disgustose vicende non avesse di poi intorbidato il corso delle a noi care occupazioni tranquille, e quel che è più, non ne avesse fatto piombare sul vostro bel nome tutta la immeritata amarezza! Ma forse il Cielo volea preparare fra noi l’esempio d’un estremo eroismo. Voi ce lo porgeste degno e tal quale appunto conveniva ad un eroe. La ragione, la grazia, l’umanità, l’obblio che nel ristabilito esercizio della vostra dignità sapeste anteporre all’istinto, all’opinione, al risentimento, al potere vi faranno sempre cercare da’ posteri nel glorioso catalogo di quei padri e condottieri dei popoli, che la fama immortale consegna, siccome esempi maravigliosi alla storia.

Noi incaricati dal Corpo Decurionale rappresentante una città, che pienamente conosce quanto vi debbe, non possiamo a meno di non venire ancora una volta a reiterarvi i candidi sentimenti di profonda venerazione e d’altissima riconoscenza che insieme a tutti i cittadini genovesi ci stringono alla vostra amabil Persona, anche dopo aver Voi dimesso il supremo governo, onde conservare una salute alla di cui preziosità non solo furono sacrificati i nostri voti, ma dovettero pur anco concedere i desiderii dello stesso Monarca.

La vostra modestia non vorrà intanto tenersi offesa dal vedere accompagnato questo atto di troppo debito uffizio da un tenue presente, che osiam consacrare alla memoria delle vostre virtù. Essendo esso disuguale del pari alle nostre brame che agli incomparabili meriti vostri, non abbiamo trovato altra via d’indurvi ad accoglierlo e ritenerlo, che quella di offrirvelo indivisibilmente congiunto ad un sovrano ornamento che non può non esservi [p. 281 modifica]estremamente caro, qual si è la grande decorazione dei SS. Maurizio e Lazzaro, onde siete fregiato.

Or quando, Eccellentiss. Signore, porterete lo sguardo su quella splendida insegna di regio favore per inchinare la virtù benefattrice che regna sul trono, possa la vista eziandio del piccolo pegno che l’accompagna, farvi sovvenire che Voi foste e sarete l’eterno desiderio di un popolo che vi ammira e vi ama.

Pel Corpo Decurionale di Genova

I Sindaci: G. Cattaneo
M. Molfino.