Storia della vita e del pontificato di Pio VII/Indice

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Libro II - Sommario IX
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INDICE


DELLE MATERIE CONTENUTE NELL’OPERA


VOLUME I.



LIBRO I.


Origine della famiglia Chiaramonti: nascita di Barnaba. Sua prima educaziane: dà il suo nome alla congregazione benedettina casinese: studî fatti, cattedre e ufficî sostenuti in religione. E inviato in Roma. Eletto per breve abate, torna in Cesena ove è visitato da Pio VI. Reduce nella capitale, trionfa delle opposizioni degli emuli. Consacrato vescovo di Tivoli si fa difensore delle episcopali prerogative: eletto cardinale e vescovo d'Imola và ad occupare quella sede. Sua condotta: insigni opere di pietà da lui eseguite. La sua mansuetudine è eguale al suo coraggio. Invasione dei francesi. Vicende d'Italia: calamità dello stato pontificio e del papa. Chiaramonti salva Imola da suprema sventura. Gli comanda Pio VI di recarsi in Roma. Dolorose condizioni in cui trova la capitale. Trattato di Tolentino. Suo ritorno in diocesi. Parla al popolo parole di pace in una omelia dai malevoli giudicata troppo severamente. Si versa sangue francese in Roma: conseguenza l'invasione e la successiva repubblica. Pio VI ostaggio in mano ai soldati di Francia condotto in Valenza, ove muore. I cardinali si adunano in Venezia per i comizî solenni. Vi giunge Chiaramonti, giovandosi dei mezzi offertigli da un amico. Consalvi pro-segretario del conclave, dopo varî dibattimenti, persuade i cardinali ad eleggere Chiaramonti. Esulta il mondo cattolico. Assume il nome di Pio VII. Intima in Venezia il primo [p. 225 modifica]concistoro. Onori a lui resi dalla città e dai sovrani cattolici. Visita Padova e i dintorni della laguna. Accompagnato da varî cardinali, s'imbarca sulla fregata austriaca la Bellona e dopo perigliosa navigazione entra in Pesaro. Visita Fano, ove celebra funebri uffici a sua madre. Muove per Roma, seguendo la via di Ancona, di Loreto, di Macerata. Spedisce tre cardinali a prender possesso della capitale. E festeggiato ovunque dai popoli, che vanno ad incontrarlo. Giunge a Roma, ove è ricevuto con sentimento di amore e di tenerezza, ed applaudito da qgni ordine di cittadini.


LIBRO II.


Provvidenze governative adottate da Pio VII. Leggi annonarie e giudiziarie. Favorisce il commercio ordinando il ritiro della moneta erosa. È amareggiato dai tristi casi di Napoli: colpisce delle ecclesiastiche censure coloro che disconobbero i diritti e le prerogative della chiesa. Provvede al sacro monte di pietà, accorda amnistìa pei reati politici, emana leggi contro i perturbatori della pace pubblica, fà sospendere il disseccamento delle paludi pontine. Promove Consalvi ed altri alla porpora. Traitasi, dopo la battaglia di Marengo, della concordia fra la santa sede e la Francia, e il prelato Spina è spedito nunzio apostolico a Parigi. Fonda la cassa dei poveri, l’ospizio delle orfane figlie degl'impiegati camerali, l'accademia di religione cattolica. Ammette il libero commercio in Roma e ne stabilisce le basi. Nuove vittorie e nuovi trattati di Bonaparte. Dopo la pace di Luneville fra i plenipotenziari si stabiliscono a Parigi le basi del concordato. Il console cerca concluderlo in fretta: Pio VII, che cautamente procede, interpella il parere dei cardinali e dei teologi. Và Consalvi a Parigi: sottoscrive il concordato che dopo le ratifiche, viene da lui presentato in forma pubblica al primo console. Il cardinal Caprara è spedito legato a latere in Francia: il papa dirigge un breve ai vescovi della chiesa gallicana. Difficoltà che incontra. A Pio VII è confidata la scelta del nuovo gran [p. 226 modifica]maestro di Malta: per i buoni uffici del primo console viene restituito Benevento e Pontecorvo. Gli articoli organici sanzionati dal corpo legislativo vengono ad alterare lo spirito del concordato. Vari vescovi della Francia aderiscono alle domande del papa, molti costantemente si oppongino. A domanda di Bonaparte vari prelati francesi vengono promossi alla porpora. Resiste Canova ai disegni del primo console, cede quindi ai voleri di Pio. Stabilisce un concordato con la repubblica italiana, adotta provvidenze agrarie a vantaggio dello stato, promuove l'industria. Molte potenze stabiliscono in Roma i loro rappresentanti. Prove di affezione che dà Canova alla santa sede e onorificenze ottenute. IL cardinal Fesch è inviato ministro di Francia in Roma. Per ordinare gli affari religiosi della Germania spedisce un nunzio apostolico in Ratisbona.


LIBRO III.


La compagnia di Gesù a preghiera di Ferdinando IV è restituita al regno delle due Sicilie. Vagheggia Napoleone la corona di Carlo Magno e di Clodoveo: il senato glie la decreta: desidera esser consacrato dal papa. Pratiche fatte în Roma dal cardinal Fesch. Vario parere del sacro collegio: cede Pio, che spera veder restituito il cattolicismo alla Francia: partecipa in concistoro la sua risoluzione e parte da Roma con numeroso seguito. Dimostrazioni fatte al papa durante îl suo viaggio. È festeggiato a Firenze e a Torino. Varca il Moncenisio, traversa la Francia: riceve grandi accoglienze a Lione, ove muore il cardinal Borgiu. Giunge a Fontainebleau. Napoleone l’incontra a St. Heréme: ambo entrano in una carrozza per diriggersi alla imperiale residenza. Decide Pio di non procedere alla coronazione se prima non riceve la dichiarazione dei vescovi costituzionali. Napoleone la esigge: essi la prestano. Il due dicembre è scelto per la cerimonia. Coronazione solenne nella metropolitana. L’avvenimento è partecipato a tutta la Francia. Celebra Pio VII le funzioni natalizie nella cattedrale. De Seine modella il suo ritratto. Visita i pubblici stabilimenti e [p. 227 modifica]promuove il bene della religione. A sua domanda sono ristabilite le figlie di san Vincenzo di Paoli, aumentata la dotazione delle parrocchie, restituita ai vescovi la libertà d'azione nei giudizi spirituali e disciplinari. Provvede alla gioventù destinata al culto : tratta degli affari germanici: tiene concistoro a Parigi: visita la chiesa di s.Germano. Roma non ha notizie del papa: è inondata dal tevere. Sostiene al fonte battesimale Carlo Luigi secondogenito di Luigi Bonaparte. Si crede che voglia l'imperatore ritenere il papa a Parigi: energica risposta di Pio VII. Napoleone prima di diriggersi a Milano, ne permette la partenza. Accoglienze fatte al papa in Francia e in Italia. Ha in Torino un colloquio con Napoleone. In Parma lo altendono diversi cardinali. Visita il monistero dei cassinesi e si trattiene familiarmente con essi. Entra in Toscana, ove riceve le ritrattazioni di monsignor Ricci. Muove per Arezzo, giunge a Perugia festeggiato da tutti; rientra in Roma: prega innanzi al sepolcro del principe degli apostoli. Ricorda in concistoro le prove di simpatia ottenute e i vantaggî religiosi recati alla Francia. Napoleone invia doni e n'è ricambiato. Si variano le condizioni d'Italia. L’imperatore cinge in Milano la corona ferrea. Và monsignor della Genga a Ratisbona. Chiedesi l'annullamento del matrimonio di Girolamo Bonaparte. Pio si rifiuta: disqusti fra l'ambasciatore francese e il segretario di stato. Una banda di ladroni infesta le provincie di marittima e campagna. In Roma si risarciscono varî monumenti e si provvede alla pubblica morale.


LIBRO IV.


Napoleone vince gli austriaci in Ulma: le truppe francesi, retrocedendo da Napoli, lasciano libere le piazze del regno e marciando sull'Adige, invadono il porto e la fortezza di Ancona. Scrive Pio VII all'imperatore, che gli risponde dopo la battaglia di Austerlitz e la pace di Presburgo. Giungono nuove lettere da Monaco di Baviera. Diffida Napoleone di Consalvi e fa sentire nuove minaccie, alle quali replica [p. 228 modifica]il pontefice. Si domanda l'espulsione da Roma di quanti sono in guerra con la Francia. Il papa, consultati i cardinali, invia le sue risposte col mezzo del legato a latere in Francia. Giuseppe Bonaparte và al conquisto di Napoli; le truppe da lui condotte traversano lo stato pontificio. L'enormi spese sostenute dal governo autorizzano nuove imposte. Al cardinal Fesch ambasciatore è sostituito Alquier. Vuole Napoleone che la terza parte del sacro collegio appartenga alla Francia. Ragioni addotte dalla santa sede intorno al riconoscere Giuseppe re di Napoli. Condotta tenuta da Alquier in Roma. Benevento è donato a Talleyrand e Pontecorvo a Bernadotte. Il cardinal Casoni viene sostituito a Consalvi. Muore il cardinal duca di Yorck, Eugenio vice-rè d'Italia invia al papa lettera ricevuta da Napoleone intorno alle vertenze romane. Champagny nuovo ministro degli esteri in Francia rifiuta Litta negoziatore a Parigi e domanda De Bayane, a cui si associa monsignor Della Genga. A Napoleone venuto a Milano, per cinger la corona di ferro, invia Pio VII i cardinali Caselli e Oppizzoni. Le truppe francesi che sotto il comando di Miollis dicevansi destinate per Napoli, occupano Roma. Il papa si rinchiude nel palazzo del quirinale e invia nota ai ministri esteri presso la santa sede. Il cardinal Doria viene sostituito al cardinal Casoni nella carica di segretario di stato. Danno i romani sublimi prove di attaccamento al pontefice; Miollis, per la partenza dell'ambasciatore di Francia, assume la polizia del paese e unisce alle francesi le truppe pontificie. Al Doria segretario di stato è sostituito il cardinal Gabrielli Si procede all’arresio di monsignor Cavalchini governatore di Roma. Le provincie di Urbino, Pesaro, Ancona, Macerata e Camerino unite al regno Italico. Il cardinal Gabrielli che emette le sue proteste, è arrestato: altri incontrano la stessa sorte, altri sono deportati. Il papa solennemente protesta con l’allocuzione Nova vulnera. Giuseppe Napoleone è dichiarato re di Spagna e Gioacchino Murat re di Napoli. In mezzo alle amarezze provvede Pio VII come può agli affari della chiesa , dichiara venerabile la regina di Sardegna Maria Clotilde e nomina segretario di stato il cardinal [p. 229 modifica]Bartolomeo Pacca. Tenta Ferdinando di Napoli di porre in salvo il pontefice. Si vuole procedere all’arresto del cardinal Pacca, ma Pio lo conduce nei suoi appartamenti. Si abbassa lo stemma pontificio e s'inalbera in Roma la bandiera francese. Questo spoglio violento provoca l'energiche misure adottate da Pio che viene arrestato e tradotto fuori di Roma.


VOLUME II.



LIBRO V.


Condizioni deplorabili di Roma: gli ecclesiastici sono deportati: si sciolgono le congregazioni romane. Sono i cardinali chiamati a Parigi. La consulta romana crea i dipartimenti del Tevere e Trasimeno. Si sopprimono i monisteri di ambo i sessi e si esigge giuramento dai pensionati. L'anello piscatorio è in mano al Miollis. Utili disposizioni adottate dal governo francese per il progresso delle scienze, delle arti e del commercio. L'arcadia promuove lo studio della lingua italiana: accordasi un livello all'accademia di belle arti. Pio VII dal carcere fa sentir la sua voce e risponde energica lettera «al cardinal Caprara, che lo invita a dare l'investitura ai vescovi. L'abate Emery pubblica in Francia i suoi scritti universalmente lodati. A Napoleone che vuol conoscerlo, è presentato dal cardinal Fesch: ha seco lui lungo colloquio. I cardinali, che si rifiutano dall’assistere al matrimonio di Napoleone vengono tradotti in varie città di Francia. È decretata la vendita dei beni ecclesiastici. Con le dovute riserve autorizza il papa i creditori dello stato all’acquisto. Provvidenze stabilite per le sedi di Parigi e di Firenze. IL pontefice in Savona veglia al bene della chiesa. Si adottano severe misure contro vari cardinali e diversi ecclesiastici che si credono consiglieri e fautori del papa. Le persecuzioni che divengono più severe si estendono anche al pontefice e ai suoi familiari. Metternich domanda [p. 230 modifica]d'inviare un'agente austriaco a Savona e l'ottiene. Conferenze del papa con quell'incaricato. Canova torna a Parigi, e coglie l'occasione di parlar libere voci a Napoleone: rifiuta le offertegli onorificenze. S'intima un consesso, che chiamano concilio nazionale. Opposizioni insorte. Saggia condotta di Emery e sublime risposta data all'imperatore. Và una deputazione di vescovi a Savona, conferisce col papa che resiste alle lusinghe e alle minaccie. Cede Pio VII alle arti loro: immediatamente si pente, fa richiamare i vescovi che aveano già ripresa la via di Parigi. Durano le vessazioni. Muore Emery morato dall'imperatore. Và una deputazione di cardinali a Savona. Condotta del cardinal Roverella. Tentativi fatti dagl'inglesi per la liberazione del papa, che da Savona, con ogni cautela e con immensi disagi è trasportato a Fontainebleau. Vi giunge estenuato dai patimenti ed infermo. Ivi è onorato dalle primarie famiglie di Francia. Si adoperano nuove arti per abbattere la sua costanza.


LIBRO VI


La Francia intima querra alla Russia. Napoleone varca il Niemen: invade il territorio nemico: occupa Smolesko: entra in Mosca evacuata dai russi. Incendio della città: disastri dell'esercito. Invano offre pace allo czar. Stretto dalle circostanze, torna a Parigi. Decimato è l'esercito dal furore dei cosacchi e dall'ira degli elementi. Il senato, ligio ai voleri di Napoleone, ordina una nuova leva. Tenta l'imperatore riconciliarsi con Pio VII e recasi a Fontainebleau. Questi resiste, quello abbandonasi all’impeto della collera. Si rinnovano gli assalti e il papa, sopraffatto dalle insistenze di alcuni vescovi e cardinali, cede e segna i preliminari di un concordato, che dovea rattificarsi dopo il ritorno dei porporati. Per non urtare le suscettibilità imperiali decide Pio VII di scrivere a Napoleone e annullare quell'atto, che potea tornar dannoso alla santa sede. Partecipa ai cardinali la lettera e la spedisce a Parigi. Napoleone prorompe in minaccie letali e decide di dare pubblicità e forza di [p. 231 modifica]legge a quella larva di concordato, dichiarato dal papa irrito e nullo. Si rinnovano i rigori verso l'augusto prigioniero: il cardinal di Pietro, creduto autore di quella lettera, è deportato. Stretto dalle angustie, derogando alle antiche leggi, provvede il papa al futuro conclave e le sue determinazioni partecipa al sacro collegio. IL rigore dei nemici non giunge ad alterare l'amabilità del suo carattere, la soavità dei suoi modi. Napoleone tenta di nuovo la sorte delle armi e vince la battaglia di Lutzen. Maria Luisa partecipa a Pio VII la vittoria ottenuta sugli alleati: Si tratta della pace e fra le imposte condizioni avvi quella di restituire il papa al possesso dei suoi dominî. Rifiuta Napoleone e inevitabile diviene la guerra. Scrive Pio al nunzio apostolico di Vienna Severoli e la lettera, affidata al conte Tommaso Berneth di Fermo, giunge al destino. Stegue la sanguinosa battaglia di Lipsia. Torna Napoleone a Parigi: i sovrani alleati minacciano le fronterie. Il papa, fidente in Dio, attende nel silenzio della prigione al vantaggio della chiesa universale, e acremente rimprovera il vescovo di saint Flour, che ad onta dei suoi divieti, amministra quella diocesi. Al declinare della potenza napoleonica in tutte le chiese di Francia pregasi pubblicamente per la liberazione del papa. Invano l'imperatore sollecita una nuova leva di uomini. Il senato gliela ricusa. Gli eventi s'incalzano: gli alleati guadagnano terreno: sente Napoleone il bisogno di restituire al pontefice la libertà e invia diversi negoziatori di pace, ma invano. Pio VII nulla accorda all'imperatore che, cedendo alla forza degli avvenimenti, ordina la di lui immediata partenza. Il papa si divide dal popolo che lo acclama e dai cardinali che lo accompagnano con i desideri e coi voti.


LIBRO VII.


I cardinali, lasciando Fontainebleau, vengono confinati in varie città della Francia. Il pontefice riceve omaggi dovunque passa. Il colonnello Lagorse, che vede impossibile frenare il pubblico entusiasmo, domanda al papa il favore [p. 232 modifica]di presentargli i suoi genitori. Giunge in Savona, ove. Napoleone lo volea confinato, per attendere gli avvenimenti di guerra. Resa impossibile la custodia di un tanto ostaggio, ordina la restituzione dei dipartimenti di Roma e del Trasimeno. Scortato dai soldati francesi, giunge al Tago, ove è consegnato al reggimento Radetzki che in trionfo lo accompagna a Parma e a Modena. Murat cerca invano di far nascere ostacoli al viaggio di Pio. Entra in Bologna, ove riceve un dono inviatogli dal reggente dell'Inghilterra: celebra in Imola le feste di pasqua: prosiegue il viaggio per Cesena, ove è raggiunto da molti cardinali e prelati. Lo visita Gioacchino, che tenta con nuove arti impedire la sua partenza. Pio resiste e invia Rivarola a prender possesso di Roma. Visita Ancona, va a Loreto, ove riceve il cardinal Fesch e accorda ospitalità a madama Letizia e alla famiglia di Bonaparte. Va Consalvi a Vienna per sostenere innanzi al congresso le ragioni della chiesa. Si ristabilisce il governo pontificio e si preparano grandi feste nella capitale, ove giunge Pio VII benedetto e acclamato da tutti. Narra il papa in pubblico concistoro le pene sofferte e ricorda le prove di tenerezza ch'ebbe in Francia. Pubblica la scomunica contro i liberi muratori; ai sudditi accorda amnistia; avvisa ai mezzi di purgare dai crassatori le provincie di Marittima e Campagna. Mentre l’Italia del mezzo giorno è in fermento, ristabilisce la compagnia di Gesù. Benedice in castel Gandolfo una bandiera, che invia al reggimento Radetzki; favore contracambiato con ricco dono dall'imperatore. Stabilisce le sorelle ospitaliere; invia missionari in regioni lontane; provvede allo stato; protegge le scienze e le arti. Napoleone fugge dall'isola dell'Elba. Gioacchino, che prosiegue negli armamenti per la conquista d'Italia, domanda il libero passaggio delle truppe per Roma. IL pontefice glie lo ricusa. [p. 233 modifica]

LIBRO VIII.


Entra Gioacchino negli stati della chiesa: Pio VII lascia Roma, si dirigge a Viterbo, indi a Firenze d'onde, accompagnato dal granduca, va a Livorno. A Lerici s'imbarca per Genova, ove è accolto amorevolmente dal re sabaudo. Riceve lettera da Murat, che gli rimprovera la fuga e gli dichiara, che se non riprende la via di Roma farà occuparla dalle sue truppe. Lascia Napoleone l'isola dell’Elba e rientra in Francia. Universale terrore. Luigi XVIII si ripara in Olanda. L'imperatore, risalito sul trono, scrive agli alleati ed al papa. Si collega l'Europa a danno di un solo, la cui fortuna precipita nella battaglia di Waterloo. Al disastro napoleonico siegue il murattiano. Eventi di Francia e d'Italia: Roma governata dalla giunta di stato. Il cardinal Maury è tradotto in castel sant’angelo. Suoi torti verso la santa sede. Consalvi, tornato da Vienna, lo restituisce alla libertà e agli onori. Pio VII corona con pompa solenne la Madonna in Savona. Riceve in Genova immense dimostrazioni di affetto: muove per Torino, per Modena, recasi a Firenze; tratta col granduca degli affari della chiesa e riprende la via dei suoi stati. Torna in Roma Consalvi che assume le redini del governo: Pio si occupa delle chiese della Francia, della Germania, dell'Inghilterra: seconda i desideri del principe di Beauharnais, dispone di un suo palazzo in Venezia a vantaggio di un pio istituto: invia Canova a Parigi a reclamare gli oggetti d'arte tolti a Roma. Questi, dopo penose cure, l'ottiene. Fa diverse e numerose promozioni cardinalizie: fonda l'ospizio dei poveri alle Terme Diocleziane. Tratta degli affari di Napoli: stabilisce convenzioni colle corti cattoliche dell'Europa, protegge l'istituto fondato in Lione per la propagazione della fede. E visitato da Ferdinando di Napoli: sostiene, a fronte di mille amarezze, i congiunti di Bonaparte e reca a termine gli affari religiosi della Francia. L'imperatore d'Austria Francesco I visita Roma, ov'è nobilmente festeggiato ed accolto. Va declinando sensibilmente la salute del santo padre. [p. 234 modifica]

LIBRO IX.


Il governo si consolida con la promulgazione di vari codici e di savie leggi. Nuovi pericoli per colpa del brigantaggio e nuovi sforzi per estinguere la trista razza. Si rinviene il corpo del serafico patriarca di Assisi, ove il papa spedisce una commissione di vescovi. L'Inghilterra dà al pontefice e al suo primo ministro belle e nobili prove di simpatia. In Roma si riapre il collegio inglese. Crea Pio VII tre cardinali francesi e molti italiani. Senza depauperare lo stato, protegge splendidamente le arti, aggiunge un nuovo braccio al museo vaticano, promove gli scavi, restaura i monumenti, ordina le grandi sostruzioni pinciane e nelle aule capitoline fa collocare l'erme degli uomini illustri, tolte dal Panteon. Roma si sgomenta della rivoluzione di Napoli che invade il Beneventano. Fuga del governatore di Roma Tiberio Pacca. Muore Napoleone nell'isola di sant’Elena. Il re di Prussia visita la capitale del mondo cattolico. La pontificia accademia di san Luca rende gli onori funebri ad Antonio Canova morto in Venezia. Concede il papa l'onore della porpora ad un prelato francese e al monaco camaldolese Placido Zurla: invia al Chily vicario apostolico l’arcivescovo di Filippi e gli dà compagno Mastai, oggi Pio IX. Un nuovo e temuto disastro copre Roma e il mondo di lutto. Cade Pio VII e si spezza l'osso del femore: quella frattura dai medici è dichiarata mortale. Gli si prodigano le più assidue e le più affettuose cure. Per non contristare le ultime ore dell’augusto infermo, gli si tiene nascosto l'incendio della basilica ostiense. L'imperatore d'Austria e il re di Francia s' interessano delle sofferenze del papa, Pregasi nelle chiese di Roma pro pontifice morti proximo e questi, dopo lunghi patimenti rende lo spirito a Dio. Compiute le funebri ceremonie novendiali, i cardinali adunati in conclave, eleggono successore Leone XII. La gratitudine di Consalvi erigge a proprie spese un monumento alla memoria di Pio VII nella basilica vaticana. Conclusione. [p. - modifica]



Die 13. Dec. 1863

NIHIL OBSTAT

L. Chaillot Cens. Philol.


IMPRIMATUR

Fr. Hieronimus Gigli O. P. S. P. A. Mag.


IMPRIMATUR

P. Castellacci Archiep. Petrae

Vicesgerens