Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/IV

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Il centro di Firenze nel 1427 - III Il centro di Firenze nel 1427 - V

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In questo gruppo non sono comprese che la chiesa e la canonica di S. Gaetano, dietro alla quale una stradella in continuazione di Via delle Stelle, piegando verso ponente, andava a sboccare sulla Piazza Padella, oggi rimasta occupata dalle fabbriche e da un piazzale interno annesso alla canonica, già monastero dei Teatini. Piazza Padella poi comunicava colla Piazza di S. Michele Berteldi, oggi degli Antinori, per due vicoli che mettevano in mezzo un edifizio ad uso di stufa, ossia bagno, che nel 1427 apparteneva a Lippozzo di Cipriano Mangioni1 e che più tardi era della famiglia degli Obizj, onde prima si disse la stufa dei Mangioni, poi la stufa degli Obizj.

Sulla Piazza Padella, piazza che secondo una tradizione antica, prima servì a feste ed a riunioni di nobili, poi divenne sede di donne di male affare e d’oziosi, era una notissima osteria detta appunto di Padella, che era uno dei luoghi di ritrovo più frequentati dalla gente allegra e spensierata che amava rallegrarsi e confortarsi con cene e desinaretti succulenti, annaffiati da’ buoni vini del contado fiorentino.

La chiesa dei SS. Michele e Gaetano, comunemente detta di S. Gaetano, si diceva S. Michele Berteldi dal nome di una famiglia che vi aveva prossime le case, oppure S. Michele dei Diavoli o di Piazza Padella, come più tardi si disse ancora degli Antinori dal nome della famiglia che aveva accanto alla chiesa un oratorio tuttora esistente.

Era una delle più antiche chiese di Firenze e vuolsi fondata circa il 1000. Fu restaurata ed ampliata nel 1221; ma aveva sempre proporzioni assai modeste di fronte all’ampiezza che essa presenta oggi.

Nel 1553 fu concessa ai frati di Monte Oliveto che ridussero la canonica a piccolo convento il quale serviva come di succursale a quello che possedevano fuori di Porta S. Frediano.

Nel 1592 poi gli Olivetani dovettero cedere il posto ai frati della congregazione sorta a Chieti nell’Abruzzo e detta perciò dei Chietini o dei Teatini dal nome di quella città. [p. 32 modifica]Sorsero allora coi soccorsi largamente profusi dalla famiglia Medici, la grandiosa chiesa2 ed il vasto monastero ed occuparono parte della piazza di S. Michele Berteldi che in antico girava anche dal lato meridionale della chiesa, la Piazza Padella e tutte le case lungo l’attuale Via Teatina fino alla Via del Beccuto.

Nella nuova ed ampia costruzione furono comprese la stufa degli Obizj, la Piazza Padella in parte ridotta a cortile, varie case degli Agli, dei Del Beccuto ecc., talché questo tratto di città subì ai primi del XVII secolo una" trasformazione così radicale da far perdere affatto ogni traccia della primitiva forma3.


Note

  1. [p. 38 modifica]Vedi Portate originali del Gonf. Lion Bianco. «una chasa dove sifa la stufa nel popolo di S. Michele Bertelde a 1°-2°-3° e 4° via - Tiella a pigione Sandro di Matteo». I Mangioni che furono antichissimi e potenti cittadini ebbero le case loro sul canto fra la Via che si dice dei Rondinelli ed il Chiasso Cornino, oggi ribattezzato col nome di Via del Trebbio
  2. Il disegno di questa chiesa fu di Anselmo Cangiano prete Teatino che era distinto architetto ed abilissimo matematico. Matteo Nigetti architetto allora favorito di casa Medici, diresse, continuò ed ampliò la costruzione, la quale venne compiuta nel 1648 da Gherardo e da Pier Francesco Silvani.
  3. Dello stato in cui trovavansi la chiesa di S. Michele Berteldi, le fabbriche e le vie adiacenti prima che i Teatini cominciassero il lavoro, porge una chiara idea una pianta della chiesa e delle fabbriche e strade adiacenti, ritrovata nel R. Archivio di Stato dal ch.° Jodoco Del Badia e da lui pubblicata nella sua Miscellanea Fiorentina anno I N. 3.