Studi storici sul centro di Firenze/Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze/Calimara

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Calimara,

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Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze - Via degli Speziali n. 5 (oggi demolita). Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze - Vicolo del Ferro n.° 5.
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Calimara

Una Bottega con cantina sotto, posta in detta via sotto la Torre, (dei Romaldelli) si trova nel nuovo Catasto del 1832 descritta in conto dei Deputati sopra il soccorso dei poveri; ed oggi è in conto della Congregazione di S. Gio. Batta di Firenze, livellare della Comunità di Firenze al «Libro Partite» a 1732.

In conto dei deputati sopra il soccorso de’ poveri «e loro lavoro» di Firenze, sotto la protezione di S. Gio. Batta, Gonf. Drago del 1714 a 226, si trova descritta la predetta bottega «con cantina» posta in Via Calimara «sotto la Torre popolo di Sant’Andrea con tutte le altre stanze sopra di essa bottega con la colombaia sopra al quarto piano»; alla quale bottega confinava Via di Calimara, un’altra bottega della Congregazione del Pellegrino, il Chiasso del Ferro e i Gabburri.

Nell’Arroto però del 1738 S. Spirito 2° a 93, apparisce detta bottega descritta come «beni che furono di m.a lucrezia di francesco milanesi1 e moglie fu di serraglio serragli2 del Gonf. Drago attenenti già a SS.ri deputati sopra il soccorso dei poveri. I quali beni si dice che comprò la «sud.a Venerabile Congregazione di S. Gio. Batta sopra il soccorso dei poveri da Filippo di Alessandro Panfi3 del Gonf. Leon d’oro mediante la persona di Gaetano Salucci suo Proc.re

Nell’Arroto 1671, S. Gio. 3° N.° 224, resulta la bottega impostata in conto di Antonio di Benedetto Panfi al quale [p. 107 modifica]era pervenuta nel 21 Novembre 1069 per morte del predetto Benedetto suo padre.

Ma nello stesso Arroto, ed allo stesso numero, si trova che oltre alla bottega sono impostate in conto del medesimo Antonio Panfì e colla bottega, pervenutagli per morte di suo padre Benedetto, «due stanze auso di terrazzi per riveditori d’arte di lana l'una sopra l’altra nel chiasso del ferro ossia rispondenti su detto chiasso e forse situate nella torre già citata e che è la torre de’Romaldelli, oggi demolita». Dette stanze eran sopra «dua magazzini che uno di Bastiano Palmieri4 e l’altro di Paolo Gabburri alle quali a p.° via, 2° e di sotto d.° Bastiano Palmieri, 3° e di sotto Paolo Gabburri, 4° Piero Gerini.

Dall’Arroto 1666 Quart. S. Gio. 2. n.° 154 si rileva che «la bottega con cantina sotto etc.» è impostata in conto di Benedetto di Michelangiolo di Lodovico Panfi, e che il figliuolo Antonio Panfi, come procuratore e mandatario del padre, «vendè con patto resolutivo di tre anni a francescho di Gio. di Ippolito Panichi sotto dì 6 Novembre 1666; e che per essersi da’ medesimi contraenti annullata detta vendita per il prezzo non pagato» ritornò nel sopraddetto Panfi.

Benedetto Panfi, comprò nel 24 Settembre 1634 la bottega con cantina sotto la torre «con tutte le altre stanze sopra di essa bottega e con la colombaia sopra il 4° piano, da Piero di Iacopo Perini del Gonf. Leon rosso che la vendè in nome suo e di Iacopo e Giusfredo, altri sua fratelli minori»; in conto de’ quali, si trova impostata nell’Arroto del 1650 Quart. S. M. Novella, n.° 103.

Ed in essi era pervenuta per divisa fatta con Lorenzo, Piero e Francesco loro fratelli carnali, come per lodo app.to dal Magistrato de’ pupilli del 27 Maggio 1650, e come beni rimasti del qm Bastiano Palmieri loro zio materno.

Detta bottega e stanze sopra con la colombaia furon comprate dal predetto Bastiano, da Vincenzo di Gio. Batta [p. 108 modifica]Benedetti5 del Gonf. Chiave come dall’Arroto 1634 S Gio. 1°n.° 82.

«In d.i Giovanni e Gio. Batta et Agnolo di Marco Benedetti» pervennero detti beni, come resulta dall’Arroto 1585, Quart. S. M. Novella n.° 79, per compra fatta in due volte cioè una sotto dì 27 d’Ottobre 1581 «con patto resolutivo di anni 3 1/2 e l’altra sotto di 20 di Aprile 1582 con patto resolutivo di anni tre da cristofano di francesco e fratelli Alexsandrini del Gonf. Leon Bianco rog. S. Andrea di Piero, ricuperati sotto detti di».

Nell’Arroto 1535, Quart. S. Gio P.mo n.° 115 si trova «che Giovanni e Cristofano di lionando di benedetto Alexandrini» comprarono detta bottega e cantina da Filippo e Francesco di Niccolò di Bartolommeo Valori 6 sotto di 20 Agosto 1535.

In conto del padre dei predetti Filippo e Francesco, ossia di Niccolò di Bartolommeo Valori, si trova nel Campione 1498 Quart. S. Gio., Gonf. Chiave a 178, «una 1/2 bottegha et 1/2 fondachetto posto in merchato vecchio, laltra 1/2 e dello abbate di santo pagholo diroma et per non divisa confinata a p.° via, 0/2 beni della parte guelfa, 0/3 berto di lid.° (lionardo) Berti et così si dette nel 1481 et era auso di linaiolo oggi eauso di pizzicangnolo tiella apigone bernardo et franc.o valori asengna la entrata sua et la nostra afrati di S.ta † per dire una messa perpetua ogni mattina in S.to proculo».

Dal Campione 1470 Quart. S. Gio. a 235 resulta, che Bartolommeo di Filippo Valori dichiara che la mezza bottega e il mezzo fondachetto, «compramola dalorenzo di martino chambi et apigonato il fondachetto a mariotto biffoli spetiale alla schala et la bottegha a bartolomeo di marchionne bellandini linaiuolo non divedemo detta 1/2 botegha quando fecimo le nostre divise perchè detta pigione abbiamo più tempo fa assegnato a più incarichi rilascio persuo testamento bartolommeo valori nostro avolo come vi si dice.» [p. 109 modifica]All’epoca del primo Catasto del 1427, Quart. S. Gio., Gonf. Leon d’oro a 92, è questa mezza bottega impostata a «Lorenzo di martino di lorenzo chambi pupillo, e tutrice la vedova alidone sua avola paterna, e che latiene a pigione jacopo di nicholò di lucanello damilano».


Note

  1. [p. 117 modifica]Detti anche Del Milanese. Originari di Milano, andarono a stare a Prato, poi vennero a Firenze. Acquistarono ricchezze nel commercio. Ebbero 2 priori. Gio. Batta fu vescovo di Marsico, ed essendo l’ultimo, lasciò beni e nome ai Covoni. Il loro palazzo era in Via Larga (ora è Covoni).
  2. [p. 117 modifica]Vennero da Pogna in Val d’Elsa e si dissero avanti Benvenuti. In Firenze ebbero gran numero di palazzi e case e dettero nome all’antica Via di Pugliesi. Ebbero 6 Gonfalonieri e 21 Priori.
  3. [p. 117 modifica]Famiglia non molto antica che era ascritta al gonfalone Lion d’Oro.
  4. [p. 117 modifica]Detti Palmieri del Rasoio per distinguerli da altri. Famiglia importantissima alla quale appartenne Matteo letterato, poeta, storico. Per aver parlato delle cose divine e dei dogmi religiosi con molta libertà fu tenuto in concetto di eretico. Stavano da S. Pier Maggiore ed era loro la Farmacia al Canto alle Rondini. Ebbero 7 priori. Venivano da Rasoio nel Mugello.
  5. [p. 117 modifica]Stavano Oltrarno. La stemma loro è sulla torre de’ Romaldelli in Calimara.
  6. [p. 117 modifica]Celebre famiglia che vuolsi derivi dai Rustichelli di Fiesole. Celebre più di tutti, fra i suoi personaggi, fu Bartolommeo di Niccolò, cittadino di grande autorità che ebbe molte ambascerie. Francesco fu tra i più caldi seguaci del Savonarola. Bartolommeo di Filippo fu tra i difensori di Monte Murlo e venne fatto decapitare da Cosimo de’ Medici. Ebbero 11 Gonfalonieri e 17 Priori. I loro palazzi erano nella Via oggi de’ Pandolfini e in Borgo degli Albizzi.