Studi storici sul centro di Firenze/Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze/Via degli Speziali n. 5 (oggi demolita)

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Via degli Speziali n. 5 (oggi demolita).

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Via degli Speziali n. 5 (oggi demolita).


Una Casa che, per aggiudicazione all’asta pubblica, passò per sentenza 10 Aprile 1878 in Zanetti Fanny del fu Filippo vedova Gozzini. Per contratto 1° Luglio 1839, detta casa era pervenuta in Lorenzo Gozzini per compra fattane da Gaetano Bronzuoli e da Lorenzo Gozzini, nei quali era passata in proprietà come dall’Arroto 337 del 1828.

Precedentemente era riportata in conto di Luisa Borghi Ved.a Maiola «per sistemazione di scrittura»; e nella famiglia Borghi pervenne per compra fatta il 30 agosto 1783, dal Monastero e monache di capitolo di Firenze1 descritte nel Gonfalone Scala del 1714 a 6, che alla loro volta avevan comprata la sopraddetta casa ad uso «di squola rincontro alla bottega dello speziale del Pinadoro» dai poveri di San Martino il 7 Maggio 1657

La descrizione esatta di questa casa si trova appunto nell’Arroto dell’anno 1657 N. 56, Quart. S. Spirito.

«Una bottega ridotta a uso di vermicellaio e casa sopra consistente nelle infrascritte Stanze:

p.° p.° una sala sopra detta bottega;

2° p.° sala, camera e cucina un androncino che conduce in un altra camera e anticamera;

3. p.° sala e camera;

4. p.° uno stanzone e per andare sul tetto un terrazzo.

«Nell’Osteria della Coroncina due stanze per indiviso ed altre attenenti alla Commenda Bonaccorsi Pinadori2 oggi posseduta dal Cav. Alessandro Brunaccini e con tutte loro [p. 104 modifica]appartenenze popolo di S. Bartolommeo e San Tommaso in Via degli Speziali ap.° via, 2.° monache di S. Salvi, Ser Ottaviano Capponi e Ottavio Pinadori, 3.° Monaci di Certosa, 4.° la Commenda e rede di detto Cosimo.

«Comprarono dette monache dai signori Procuratori dei poveri vergognosi di S. Martino come beni in loro pervenuti stante la morte del Cav. Bartolommeo di Mariotto Steccuti in virtù del testamento del sig. Cosimo Iacopo Buonaccorsi Pinadori.»

Nell’Arroto del 1634 Quart. S. Maria Novella, a 139 si trova impostata la casa «ad uso di squola» in conto del cav. Bartolommeo Steccuti del Gonf. Leon Bianco, la quale eragli pervenuta per divisa «fatta dalla Sig. a Gostanza vedova donna fu di Bartolomeo Particini 3 e figlia di Iacopo Buonaccorsi Pinadori come beni restati nella eredità di Cosimo Pinadori come per decreto degli Ill.mi Sigg. Luogotenente e Conservatori del 19 ottobre 1633 e per partito dei Sigg. Officiali di Decima de’ 15 settembre 1534.»

Ed in conto della predetta Madonna Gostanza, si trova impostata la casa, come pervenutale per accettazione fatta con benefizio di legge d’inventario, da Cosimo Pinadori suo fratello, erede per metà, come da rogito di Ser Gio. Batta Pogli da Terranuova del 1623.

Nell’Arroto 1621 S. Gio. si trova detta casa come «redità jacente di Cosimo di Iacopo di Piero Pinadori del Gonf. Leon d’oro» curatore Antonio di Giusto del Frate, eletto per la Corte della Mercanzia sotto di 21 ottobre 1621.

Manca la prosecuzione di questa partita dal 1498 al 1621 e forse sarà stata descritta in conto dei precedenti proprietari negli Arroti stati dispersi dalla piena del 1567.

Nel Campione del 1498 Quart. S. Gio. Gonf. Drago, si trova descritto in conto di Daniello di Francesco di Lionardo Galli: [p. 105 modifica]«Un quarto di chasa posta nel pp.lo di Santo maso invia delli speziali Quart. e Gonf. detto che da p.° via, 2.° madonna alessandra vedova, donna fu diguidaccio pecori 0/3 frati di Certosa e più veri confini la quale mie pervenuta per testamento didaniello di zanobi, d.° quartiere e Gonfalone; elametà didetta casa micontai da domenico disandro galli sotto di 2 aprile 1481 rog. serlionardino da cholle che infatti sono e trequarti di detta chasa mia.

«Tiella apigone Antonio dinicholo sevaiuolo e dammene lano f. 7 1/2 di suggello di detti 3/4».

Nel Campione del 1469 Quart. S. Giovanni Gonf. Drago ac 429 si trova la casa interamente descritta in conto di Zanobi di Daniello di Zanobi: «diceva nel 1.° catasto del 1427 indaniello di Zanobi mio padre».

«Una chasetta permio habitare nel pp.lo di san thomaso da p.° via, 0/2 Guidaccio Pecori 0/3, giovanni diminiato didino, 0/4 rede di nastagi sevaiuolo per non divisa coll’erede di leonardo di Zanobi speziale.

» Chomprai mezza detta chasa da detti eredi ora da Franco e Gentile di Lionardo detti addì 22 Dicembre 1451 l’altra metà è di mio patrimonio.»


Note

  1. [p. 113 modifica]Avevano il loro convento in Via dei Malcontenti (S. Elisabetta di Capitolo).
  2. [p. 113 modifica]Antichissimi e consorti dei Rustichi abitavano nel popolo di S. Piero Scheraggio. — Alcuni furono speziali; e dall’insegna della Pina d’oro che era alla loro spezieria, si dissero Pinadori. Seppellivano in S. Lorenzo. Piero di Giovanni detto Pierin del Vaga, celebre pittore, fu di loro.
  3. [p. 113 modifica]Ebbero 7 priori dal 1400 al 1520. Si spensero nel 1647. Abitarono prima nel Gonfalon Scala, poi del Lione Rosso. Seppellivano in S. Maria Novella.