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Teatro Historico di Velletri/Libro I/Capitolo III

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Libro I - Del Regno de' Volsci

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Del Regno de’ Volsci.
Cap. III.


Cinque furono li Popoli principali, c’habitarono il nostro famoso Latio, Latini, cioè, Equi, Hernici, Rutuli, e Volsci: lasciando da parte gl’Aborigini, i Pelasgi, i Siculi, gl’Ausoni, & altre genti, che di quà dal Tevere procurarono di dimorare, e trà li detti cinque, gli più antichi [p. 26 modifica]dirrei (eccettuando i Latini) fussero i nostri Volsci. Perchè al tempo di Saturno Cecolo nell’Anno Sesto del suo Impero, era Re de Toscani Osco, le cui genti dal proprio Signore, che portava per impresa un Serpente, detto Oscorzone1; furono chiamati Osci, e fù ne gl’Anni del Mondo MMM. DCCC. XC.. Questo Osco, vogliono alcuni, che stasse nella Provenza, alle sponde del fiume Rodano, dove hora è Avignone: ma Manethone nel supplemento à Beroso, afferma che regnasse nella Toscana; ecco le sue parole, Apud Turrenos regnat Oscus, cuius insigne fuit Serpens. Hic ex Vetulonia multas Colonias seminavit. L’istesso conferma l’Alberti, & il Valeriano2, che con il fondamento di Manethone dice Oscum, qui Tyrrenis imperavit, insigne Serpentis habuisse constat. Oscum Ǣgiptiorum more Serpentis insigne gestasse, & Oscos eius Colonos inde nuncupatos. Giunsero questi Popoli fino à Capua, & ad altri luoghi convicini, gl’habitatori de’ quali furono poi chiamati Osci, e quelli, che restarono nel nostro Latio antico più vicino à Roma, furono detti Volosci, e per sincope Volsci, cioè antichi Osci; perchè quella sillaba Vol, non significa che antico. Da questo Osco cominciò la scissura del nostro Latio, che con diversi Reggi, quand’hebbe uniti i suoi Popoli, fece sudar la fronte ad altro caldo, che di Sole, e sbattere più volte i denti ad altro freddo, che di Borea, à Roma crescente. Resta pur hoggi il nome della prima Colonia fabricata, ò habitata da Volsci, e se ne vedono li vestigi d’antiche rovine sotto le vigne di Sonnino, passato il celebre Monastero di Fossanova, e chiamasi per ancora senza sincope Volosca.

Chi fosse il primo Rè de’ Volsci, io non hò letto Autore, ch’apertamente lo dica, se però non vogliamo dire, che fosse l’istesso Osco, c’havendo lasciato il Regno d’Etruria à Tarcone Secondo nel MMMCM. XXX. del Mondo, doppo haver egli regnato XXXIV. Anni, se ne venne nel nostro Latio, e pigliando possesso delle Colonie, cominciò nuovo Impero nel Quarto Anno di Pico Iuniore e XCI. An. avanti la morte di Rè Latino, che fù nel MMMM. XXI. come si cava da Eusebio. Non hò trovato ne anco chi fosse figlio di Osco, e suo soccessore nel Regno de' Volsci. [p. 27 modifica]Da Scrittori antichi non si registra, che Metabo padre di Camilla, onde mi sarà lecito argomentare non esservi stato altro Rè intermedio; perchè con gl'anni, che regnò nel Latio Osco, con quelli, che regnò Metabo, qual morì vecchio e con quelli di Camilla, che doppo la morte del Padre, morì senza figli nella guerra contro Enea nel Anno MMMM. XXI. si puol far giusto computo di XCI. Anno di Regno.

Morì Camilla Regina, e Guerriera in difesa di Turno Rè de Rutuli per le mani di un Arunte Troiano, con quelle lodi, che li sono date da più saggi Scrittori, e antichi, e moderni; per la cui morte, tutto il Regno de' Latini, e de Volsci restò sotto l'Impero d'Enea, e suoi successori registrati nel precedente Capitolo. E ben vero, che doppo alquanti Secoli, molte Città del Latio si ridussero il libertà di Republica, non sò se Democratica, ò Aristocratica, come si scorge per le Guerre fatte contro Romani, registrate da Livio, Dionisio, e altri Autori gravi, tanto Greci, quanto Latini; nulladimeno se si vuole prestar credenza à quello che scrive Plutarco nella vita di Cicerone, dove discorre della vita di questo gran Padre della Romana eloquenza, si deve asserire, che non ostante la morte della Regina Camilla vergine, e senza heredi, continovassero ancora i Rè de' popoli Volsci; ma doppo qualche intervallo di tempo. Perche apportando quest'Autore l'oppinione di alcuni, circa li principij, e natali di Cicerone, riferisce esservi stati di quelli, ch'asserivano egli pigliasse origine, e descendenza da Tullio Appio Illustre Rè de Volsci, Alÿ genus eius ad Tullum Appium referunt clarum Volscorum Regem. E se ben Sesto Aurelio vuole, che Cicerone sia descendente dal sangue de' Rè Sabini, dicendo, Genus à Tito Tatio Rege duxit, con tutto ciò Eutropio è del parer di Plutarco, e dice, Cicero Arpini nascitur, Matre Helvia nomine, Patre Equestris Ordines ex Regio Volscorum Genere. E lo conferma Eusebio con l'istesse Parole, Cicero Arpini nascitur, Matre Helvia, Patre Equestris Ordinis ex Regio Volscorum sanguine. Onde si scorge, che doppo la morte della Regina Guerriera, continovassero i Rè di Volsci, se non per soccessione, almeno per particolare invasione: [p. 28 modifica]non sò se quell'Appio Tullio nominato da Plutarco, sia quello sì famoso Capitano de' Volsci, che guerreggiando valorosamente contro Romani, ricevè à danni di quelli Gneo Martio Coriolano, il quale dall'istesso vien chiamato Tullio Ansidio, e da Tito Livio, Accio Tullo.


Quali fossero le Città, e Terre de' Volsci.
Cap. IV.


Il sommo Monarca Dio, per dare à divedere à pazzi mortali, che tutte le cose create sono manchevoli, e che egli è solamente immutabile, hà fatto provare con chiara esperienza, che le cose più stabili del Mondo habbino havuta repentina mutatione, come s'è veduto nelle Città, Provincie, Regni, Imperij, e Monarchie; e perciò niuno dovrà maravigliarsi quando da buoni Autori si sentono registrare cose, de loro tempi che à nostri giorni non se ne sentono ne pure i nomi; onde perdono quella credenza, che ragionevolmente le si deve. Hà sperimentato il nostro Latio con tutte le genti in esso racchiuse, l'incostanza del proprio Regno, in tanto che Plinio dice, che Cinquantatre Popoli, e per consequenza Cinquantatre trà Città, e Terre, sono restati estinti, Ita ex antiquo Latio quinquaginta tres Populi interiere sine vestigiis, ne pur l'ombra ve n'è restata. E nella Palude Pontina, cominciando dal Monte Circeio alla costiera del mare vi erano vintitre Città Illustri, et apporta l'autorità di Licinio Mutiano, huomo di credito, per esser stato tre volte Console, A Circeiis Palus Pontina est, quem locum vigintitrium Urbium fuisse Mutianus Consul prodidit. Onde è di concludersi, che la Regione del Latio posseduta da Volsci, sia scemata de Colonie, e d'habitatori. perchè come dice Pomponio Mela, questo nostro Regno de Volsci terminava con i Marsi, Capuani, Sedicini, e Aricini. Non doverà dunque il Lettore restar maravigliato, se non haverà quella contezza di ciò, che potrebbe desiderare, perchè parte de' luoghi sono destrutti, parte n'hanno mutato il nome, e tutti hanno dato saggio, che tutte le cose sono deficienti, eccetto Dio. Sappia il Lettore, che nel descrivere le Città di questo Regno, io hò voluto usar brevità, e perciò in compendio hò scritto

Note

  1. Lo scorzone o biacco (nome scientifico Hierophis viridiflavus) è un serpente non velenoso di colore nero e dalla testa piatta, questo nome anticamente stava ad indicare anche la più comune vipera.
  2. Giovanni dalle Fosse (presudonimo Pierio Valeriano Bolzanio) (1477-1558), fu umanista e teologo, autore di un De Serpentibus Opus Singulare al cui libro XV fa riferimento il Teoli.