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Traduzioni e riduzioni/Dall'Iliade/Tra figlio e madre

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Dall'Iliade - La solita consolatrice Dall'Iliade - Il dovere dell'eroe
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tra figlio e madre

E con un gemito grave le disse il piè-rapido Achille:
“Madre mia dolce, è ben vero, che ciò m’ha compiuto l’Olimpio,
ma che piacer me ne viene, che il caro compagno v’è morto,
Patroclo, quello cui io onorava su tutti i compagni,
come il mio capo? lui feci morire, e poi Ettore l’armi,
poi che l’uccise, spogliò, gigantesche, portento a vederle,
belle; sì, quelle che a Pèleo gli dei come splendido dono,
diedero, il dì che t’astrinsero al letto d’un uomo mortale.
Oh! se tu quivi restavi tra l’altre immortali del mare!
se una mortale Pelèo conduceva a compagna di letto!
Ma così fu, perchè avessi anche tu l’infinito dolore
del tuo figliuolo caduto che tu non abbraccerai più, più,
a casa sua, di ritorno; chè il cuore nemmeno lo vuole,
ch’io me ne viva e mi stia tra i guerrieri, se primo di tutti
Ettore sotto il mio legno, colpito, non perda il suo sangue,
e non mi paghi la pena di Patroclo ch’esso ha spogliato„.
E gli rispose ora Tetide che lacrimava a dirotto:
“Breve destino n’avrai, creatura, a parlar come fai!
Subito subito a te dopo d’Ettore è pronta la morte„.