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Trattato completo di agricoltura/Volume I/Selvicoltura/14

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Taglio delle fustaje

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Selvicoltura - 13 Selvicoltura - 15
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del taglio delle fustaje.

§ 394. Ho già detto che per taglio nelle fustaje s’intende l’abbattimento delle piante, ossia il loro taglio presso terra.

L’epoca del taglio delle fustaje deve variare necessariamente a norma della diversità delle piante e dello scopo cui sono riservate. In quanto alla diversità della pianta, sappiamo che non tutte hanno la stessa durata di vegetazione, e per conseguenza l’epoca del taglio deve esser quella in cui ciascuna qualità comincia a scemare di vigore.

Durata media di vegetazione od epoca del taglio.
Quercia dai 200 ai 250 anni.
Olmo e castagno 180 » 200 »
Faggio 150 » 200 »
Acero, frassino, tiglio 120 » 150 »
Abete 120 » 140 »
Pino e larice 100 » 120 »
Betula, ontano 50 » 60 »
Pioppo nero 40 » 50 »
      »      bianco 30 » 40 »

Gl’indizi pei quali si deve riconoscere che una pianta sia in deperimento, ve li ho già indicati al § 56; avvertendo inoltre che la diversità del clima e del terreno influiscono assai sulla maggior o minor durata delle piante; e che all’incontro vi sono delle circostanze che possono o che devono far differire il taglio anche dopo manifestatosi il deperimento, le quali osserveremo parlando dei boschi sacri.

Ma anche il taglio, al pari delle purgazioni, va soggetto a [p. 373 modifica]variazioni di modo e di tempo. Pongasi per esempio d’avere una foresta composta di varie essenze, ossia di piante di varia durata e vegetazione, per esempio, di pino, abete, quercia e faggio; ecco che noi avremo il pino non suscettibile della rotazione del faggio e dell’abete, e questi due che ne esigono una più breve della quercia; ma la quercia soffrirà la stillazione più di ogni altra; epperò si dovrà tagliare dapprima il pino, indi la quercia, lasciando il faggio e l’abete, i quali vivono assai bene insieme. Così pure una foresta, che contenesse delle betule e delle alberelle che servirono a difesa degli abeti e del larice, si dovrà privare delle prime, le quali oltre all’avere una minor durata, riuscirebbero anche di danno alle piante che difendevano, quando all’aumentare le ombreggiassero di troppo. Anche in una fustaja antica se vi possono essere delle piante che si mostrano in deperimento avanti l’epoca fissata per la loro rotazione, sarà bene il tagliarle, onde non perderne la bontà del legname. Inoltre, in quasi tutte le fustaje o foreste di monte, ben di rado si trova quell’eguaglianza di vegetazione che richiedesi per una regolare rotazione, e ciò per la grande varietà di terreno e di posizione che si può riscontrare in una superficie anche non molto estesa; che anzi, sugli alti monti può dirsi che le foreste generalmente siano continue, essendovi ogni anno delle piante deperenti, e delle nuove prodotte dal distacco dei semi dai matricini. L’abete cresce sotto la tutela del faggio, indi col tempo vi predomina l’abete, ed abbattuto questo, vi ritorna il faggio, mentre i minori arbusti frondiferi e resinosi si contendono lo spazio sottoposto. In tutti questi casi il taglio rassomiglia ad una purgazione, e dicesi saltuario, o per decimazione, od anomalo.

Suppongasi ora d’avere un’alta fustaja frondifera o resinosa, alla formazione della quale siasi proceduto un poco per volta, per esempio, in settant’anni; questo bosco si dividerà in settanta parti eguali, comprendenti possibilmente le porzioni successivamente formate, cominciando il taglio da quella che fu formata per la prima: per tal guisa questa prima parte avrà l’età di settanta anni, e l’ultima di 140, ed i tagli delle singole porzioni si diranno tagli rasi, e rispettivamente all’intero bosco saranno tagli rasi per liste o per bande. Qualora però il bosco fosse stato formato entro un numero minore di anni, abbisognerà dividerlo in maggior numero di porzioni, la somma delle quali unita agli anni impiegati per la formazione dia alle piante da tagliarsi [p. 374 modifica]nell’ultima porzione l’età di circa 140 anni. Se il bosco invece è tutto composto di piante dell’egual età, abbisognerà almeno lasciarlo arrivare completamente ai 60 anni, indi dividerlo come si disse.

Il taglio raso completo, o per liste o per bande si farà solo quando sotto le piante da atterrarsi ve ne siano delle altre che le suppliscano; quando si voglia procedere alla mutazione della qualità del bosco, o quando si voglia passare alla semina artificiale, od alla conversione del bosco a pascolo o cereali.

Se però nello spazio compreso dal taglio raso, le piante da atterrarsi sono capaci da portar frutto, e che il terreno sottoposto, a cagione del troppo ombreggiamento, non abbia potuto rivestirsi di giovani piante, si usa lasciar in sito un conveniente numero di matricini, che in appresso compia la semina artificiale del bosco. Questo direbbesi taglio raso incompleto.

Nei boschi ove si faccia il taglio saltuario, o raso, ma che il terreno sia già bastantemente guernito di giovani piante, abbisognerà aver la massima cura onde non guastarle. Epperò non si estirperanno i ceppi, molto più se trattasi di piante resinose le quali non ripullulerebbero egualmente; si monderà il tronco dai rami, perchè nel cadere la pianta guasti una minor quantità di novellame. Come pure si taglieranno al piede o poco sopra quelle piante che giacessero su forte pendio. Le liste o bande dei tagli rasi non si faranno mai orizzontalmente, se non quando fossimo costretti da imperiose circostanze; esse devono essere verticali e comprendenti tutta l’altezza del bosco, onde eseguire più facilmente e con minor danno il trasporto del legname. L’abilità del tagliatore di boschi consiste nel fare in modo che la pianta, tagliata colla sega o colla scure, cada in maniera non solo da non guastare, od il meno che sia possibile le sottoposte, ma eziandio che non si guasti essa medesima coll’urto della caduta.

Il legname abbattuto in autunno o nell’inverno deve poi essere trasportato sempre prima che il bosco rientri in vegetazione, per recarvi minor danno. Quando si possa, si dovrà trasportare allorchè il terreno sia gelato; e sui monti si disporrà il legno in modo da farlo scendere sul terreno gelato o sulla neve gelata.

Il taglio raso, sia completo, sia incompleto, non conviene mai sull’ultima linea della vegetazione, e dove vi sia pericolo di frane, venti e valanghe.