Trattato completo di agricoltura/Volume I/Selvicoltura/15

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Cambiamento nella qualità del bosco

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cambiamento nella qualità del bosco.

§ 395. Sugli alti monti dove, per la qualità del clima, non possono allignare che le specie resinose, e dove esse sono necessarie per circostanze locali, non sono possibili che le alte fustaje; però nelle zone meno fredde o temperate, per riguardo alla ricerca ed al prezzo, le alte fustaje si possono convertire in boschi cedui e sopracedui, misti cioè di ceppate, capitozze e di piante frondifere d’alto fusto soggette a regolare scalvo. Talvolta all’incontro convien convertire un bosco ceduo in fustaja sopracedua, od in fustaja pura.

Quando siasi trovata la convenienza di convertire un bosco ceduo a ceppata in sopraceduo, si procede nel seguente modo. Quando si fa il taglio o lo scalvo di una porzione si conservano intatte le migliori cacciate e le più dritte di olmo, di quercia o di faggio, quelle di castagno sono poco adattate, allargandosi in seguito di troppo colle loro frondi; tra di loro si conserverà una distanza tale che in un ettaro non ve ne siano più di 150; all’epoca del secondo scalvo, supposto che sia fatto ogni 25 anni circa, se ne conserveranno solo 75, i quali avranno un’età di 50 anni circa; al terzo scalvo, questi 75 saranno diminuiti della metà, riducendoli a 35. Intanto gli esistenti ed i tagliati avendo un’età di 75 anni saranno già d’un discreto diametro. Dopo un quarto taglio le piante educate d’alto fusto si ridurranno a sole dieci, e le 25 tagliate potranno essere adoperate come legname da costruzione avendo 100 anni. Al quinto scalvo si taglieranno anche queste, e si lasceranno nuovi rami che rifacciano la fustaja sopracedua. Durante questo tempo, le piante che si alleveranno d’alto fusto, verranno scalvate almeno ogni sei anni, onde diminuire l’ombra e la stillazione alle sottoposte ceppate. Quando nel bosco ceduo la rotazione fosse minore di 25 anni, si farà una diminuzione minore di piante, oppure non si eseguirà che ogni due o tre scalvi. Nelle orlature del bosco si potranno educare anche delle piante a capitozza alta o bassa; ma generalmente conviene educarle d’alto fusto, soffocando queste assai meno le sottoposte ceppate che non le capitozze.

Al piano ed anche al monte, dove possono vivere le piante frondifere, ma che o per calcolo di convenienza, o per timore dei venti, si voglia all’incontro convertire una fustaja in [p. 376 modifica]bosco ceduo, si taglieranno al piede tutti gli arboscelli e tutte le piante che abbiano un’età minore di settant’anni, praticando tagli lisci, o ripulendoli in seguito. Allora queste piante rimetteranno dal piede e formeranno ceppata. Le piante di età maggiore ai sessant’anni difficilmente mettono nuovi rami dal ceppo essendo la loro corteccia di già troppo grossa ed indurita, per il che difficilmente possono svilupparsi nuove gemme. Epperò, se trattasi di bosco antico, sarà conveniente fare una semina artificiale prima o dopo il taglio delle piante. Nei luoghi freddi e molto declivi convien farla prima, lavorando il terreno sottoposto, acciò le giovani piante possano nascere e crescere alcun po’ sotto la difesa delle antiche, che poi si tagliano senza estirparne le radici. Nei luoghi caldi e di leggier pendío convien far precedere l’estirpamento delle piante, al completo lavoro del terreno ed alla semina.

Talvolta anche una fustaja resinosa, adagiata su terreno poco profondo ed esposta ai venti, convien mutarla in bosco ceduo. L’abete rosso riesce male nei terreni poco profondi, ed il bianco, che mette maggiori radici superficiali, quantunque vi possa allignare discretamente, pure non conviene potendo essere, per la sua altezza, danneggiato dai venti, molto più che in simil terreno non potrebbe allevarsi troppo fitto: lo stesso dicasi del larice. Date queste circostanze, se nella fustaja vi sono delle betule e delle quercie, e specialmente dei faggi, i quali crescono volontieri cogli abeti, si ridurranno a ceppate queste piante frondifere sei od otto anni prima di tagliare quelle resinose, perchè abbattute quest’ultime, le ceppate possano di già difendersi tra loro dall’ardore del sole, e dalla forza dei venti. Se invece nella fustaja resinosa non vi saranno piante frondifere se ne procurerà la semina artificiale, nello stesso modo e colle stesse precauzioni che indicammo per la conversione in bosco ceduo delle vecchie fustaje frondifere; avvertendo che in qualunque modo non devesi mutare la totalità della foresta, ma soltanto una porzione per anno, e tanto minore quanto maggiore sia il pericolo dei venti; poichè, se questi ad un tratto trovassero libero accesso nel bosco tagliato, non permetterebbero nemmeno la riuscita del ceduo.

Nelle fustaje resinose dell’ultima linea, ove le piante frondifere non potrebbero vivere, e che vi fossero le circostanze sopra indicate, o si darà al taglio una rotazione più breve, o vi si alleveranno lo zimbro, il mugo ed i minori arbusti.