Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)/II

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I III

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II

     Se unqua fu neun, che di servire
acconcio fosse ben lo suo volere
a ciaschedun, secondo su’ podere,
4sì son io un di que’che v’ha ’l disire,
e ch’amerei innanzi di morire
che di no dir, faccendone spiacere
di cosa in ch’io potesse mantenere
8l’amico a me senza farlo partire.

     Sì ch’ubbidir talora mi convene
però di dir che non m’è bene in grato,
11ma ’l fo per la ragion davanti detta;
onde se non è l’opera perfetta,
tutto ch’i’ non mi sia però iscusato,
14ricordo ’l fallo ch’i’ conosco in mene.