Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/629. Dell'ombra delle verdure de' prati
Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/631. Delle ombre che non sono compagne della parte illuminata
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1 giugno 2008
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Pittura
<dc:title> Trattato della Pittura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Leonardo da Vinci</dc:creator><dc:date>XVI secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_quinta_-_Dell%27ombra_e_lume,_e_della_prospettiva/630._Precetto_di_pittura&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110421122745</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_quinta_-_Dell%27ombra_e_lume,_e_della_prospettiva/630._Precetto_di_pittura&oldid=-20110421122745
Ne’ lumi universali le ombre occupano poco luogo nelle superficie de’ loro corpi; e questo nasce perché la gran somma del lume del nostro emisfero cinge infino alle infime parti de’ corpi ombrosi, se esso non è impedito col suo orizzonte, e massime se esso è sospeso dalla terra. f sia l’ombroso, e la terra; abcd è il nostro emisfero, ad è l’orizzonte di tale emisfero, di che, ancoraché l’oscurità della terra ux oscuri tanto del corpo ombroso quanto essa ne vede, l’orizzonte che vede le medesime parti illumina i medesimi luoghi e confonde le specie ombrose della predetta terra, la quale era in disposizione di fare tali ombre oscure nel disotto dell’obietto, s’essa non n’era impedita.