Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/739. Qual parte dell'opaco sferico meno si illumina

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Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva
739. Qual parte dell'opaco sferico meno si illumina

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/738. Qual parte dello sferico piú si illumina Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva/740. Della proporzione che hanno le parti luminose de' corpi co' loro riflessi IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva - 738. Qual parte dello sferico piú si illumina Parte quinta - Dell'ombra e lume, e della prospettiva - 740. Della proporzione che hanno le parti luminose de' corpi co' loro riflessi
Quella parte dell’opaco sferico sarà di piú oscura ombrosità, che da men somma di raggi luminosi sarà vista. Benché questa abbia gran similitudine con la prima di sopra, non resterò che io non la provi, perché essa prova alquanto si varia; e sia il corpo ombroso fno, e l’emisfero sia abc, e l’oscurità della terra sia la linea ac; dico in prima che la parte superiore dello sferico fpn sarà egualmente illuminata da tutto l’emisfero abc, e cosí lo dimostro per le tre porzioni date eguali, cioè are che illumina il punto f, e rbs che illumina p, e gsc che illumina n; adunque, per la settima del nono è concluso fpn, parte superiore dello sferico, essere di eguale chiarezza; la quale settima del nono dice che tutte quelle parti dei corpi che con eguale distanza saranno illuminate da eguali e simili lumi, sempre per necessità saranno di eguale chiarezza, e tale condizione accade ad fpn. Seguita la seconda dimostrazione: sia abc il corpo ombroso sferico; dfe sia l’emisfero illuminatore; de è la terra che qui causa l’ombra; dico che tutta la parte della sfera anb per la passata è privata di ombra, perché non è veduta dall’oscurità della terra, e tutto il rimanente della superficie di tale sfera è ombroso con piú o meno oscurità, secondo che piú o men somma dell’oscurità della terra con minore o maggior quantità della luce dell’emisfero si accompagna. Adunque il punto c, che vede minor somma di tale emisfero e maggior somma della terra, sarà piú oscurato che alcun’altra parte dell’ombra, cioè non vede se non rd e se dell’emisfero, e vede tutta la terra de; e la piú chiara sarà ab, perché non vede se non gli estremi della terra de.

Tanto sarà minore quella parte che di qualunque sferico si illumina, quanto sarà minore la parte del luminoso che la vede. Provasi: ah sia il corpo ombroso, cie sia il nostro emisfero; seguita che a, parte del corpo ombroso, sarà meno illuminata per esser veduta da minor parte del corpo luminoso, cioè da men parte del giorno di esso nostro emisfero, come ci mostrano le due parti bc e de.

Adunque quella parte dello sferico che si illumina sarà di maggior figura che da maggior somma del luminoso sarà illuminata. Provasi per il converso dell’antecedente: se il minimo lume bc, de del nostro emisfero illumina una minima parte dello sferico ah, il massimo lume di esso emisfero illuminerà la parte massima di tal corpo sferico, cioè se bc, df della figura seguente illumina solo la parte nmr, il rimanente dell’emisfero, giunto con esso la sua parte bc, df, illuminerà il rimanente del predetto sferico. Perché, ancoraché bc, df illumini nmr, esso illumina ancora la parte kn dal lato sferico, e l’altra lr dalla parte opposita.

Dice qui l’avversario che non vuole tanta scienza, che gli basta la pratica del ritrarre le cose naturali; al quale si risponde che nessuna cosa è che piú c’inganni che fidarsi del nostro giudizio senz’altra ragione, come prova sempre l’esperienza, nemica degli alchimisti, negromanti ed altri semplici ingegni.