Trattato di architettura civile e militare I/Trattato/Libro 5/Esempio 56

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Trattato - Libro 5 - Esempio 56

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ESEMPIO LVI.

Avvertimento contro una sorpresa. Ingegno per cautela della saracinesca e del ponte corritoio (Tav. XXVII, 2).

Molte volte per tradimenti si perdono le rocche, e questo quasi sempre avviene perchè nelle entrate qualche ostacolo o fraude si pone, per il quale i nemici possano entrare: e benchè a questo pericolo si possa dare rimedio per più porte e per più ponti levatoi, in altro modo ancora si può fare nuovamente trovato, che il signore della rocca non può per alcun modo essere fraudato, il quale al presente intendo descrivere nella dichiarazione della presente rocca. [p. 310 modifica]

Facciasi adunque una torre angolata, e nella sommità di questa in luogo di letto, si faccia una piramidale volta ferma e posata sopra il muro (non sopra i merli) per difensione e riparo dai mortari: appresso ai merli sia una coperta andata in volta per la quale dalla piramide si vada per una portella, e nella dotta volta intorno siano le offese, sicchè senza merli ancora la sommità del torrone si possa difendere, e da questa torre si muovano due muri infino ad un’altra torre tonda, in mezzo delle quali sia una colonna quadrata dove battano due ponti, l’uno della porta della torre angolata, l’altro della porta della torre tonda, sopra alla quale sia una volta piramidale per i mortari, ed abbia l’entrata col rivellino innanzi e coi fossi convenienti. E la porta di questa torre in questo modo sia ordinata per sicurarsi dal predetto pericolo1: facciasi una bussola per tutto ferrata con una portella bilicata da capo e da piedi, e sotto il solare della bussola sia un rocchetto con anelli lubrici e flessibili, il quale muova un ponte dentato da un canto con rulli da sotto, il quale pervenga al rivellino; la sommità della bussola sia dentata, e questo circolo con denti sia volto da un rocchetto affisso ad una ruota che per un uomo si volga, ed il medesimo rocchetto che volge il circolo sommo della bussola dentato muova ancora in alto e basso una saracinesca; dove per il disegno insieme con la scrittura appare che volgendo la ruota in un tempo il ponte al rivellino si estende, la saracinesca si eleva aprendo la porta, e la bussola si volge dirizzando la sua portella alla porta di muro (sic) della torre: e così entrati due o tre uomini nella bussola (che più non può riceverne), voltando per il modo opposito, il ponte torna indietro, la saracinesca serrando la porta si abbassa, e la bussola di dentro serra voltando la portella sua all’opposito, per la qual parte escono, poi per i due ponti pervengono alla torre principale. E così non possono tanti uomini per la porta entrare che siano sufficienti a far violenza d’improviso al castellano: nè per altro modo, se non per le mura, potrebbero entrare, dato che il castellano muova la ruota, come presuppongo, del moto anzidetto, come si vede nella figura apertamente.

Note

  1. Fu omessa la figura della rocca, ritenendo quella sola del meccanismo per la saracinesca ed il ponte corritoio. Vedasi la Memoria III. Articolo VII, § II.