Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 43

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Libro II - Capitolo 43

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DEL SECONDO PRECETTO, NON PRENDERE IN VANO IL NOME DELLO IDDIO TUO, ET COME SI HONORI, IL NOME DI DIO.

Il precetto della legge, che segue nel secondo luogo, ha molta vicinità, et congiuntione col primo, percioche dopo il culto, et l’honore che debbiamo render à Dio, seguita necessariamente, che debbiamo anchora honorare il suo santissimo nome, cioè Iddio istesso, la cui immensa Maestà, per alcun nome ci è significata, se ben niun nome la può esprimere à bastanza. Contiene questo secondo precetto due parti, nella prima ci è commandato di honorar il nome di Dio, ilche si fa in molte maniere, come poi dimostraremo; nella seconda ci è prohibito il disprezzo del nome divino, ilche parimente in molti modi può avvenire.

Et perche il buon padre di famiglia intenda almeno in parte, come convenga ammaestrar il figliuolo, acciò riverisca piamente il santo nome di Dio, et si guardi dal contrario, discorreremo brevemente per le due parti del precetto. Dico adunque che colui honora il nome di Dio, ilquale liberamente lo confessa nel conspetto de gli huomini, etiandio con pericolo della vita, quando cosi fosse necessario.

Similmente colui, che ode humilmente la parola di Dio, et prende diletto di saper la sua divina voluntà, con desiderio di eseguirla.

Si honora anchora il nome di Dio, laudandolo divotamente con orationi, et salmi, et altre preci, secondo che Christo nostro Signore, et la santa Chiesa ci hà insegnato.

Grandemente si honora il nome di Dio, quando, et nelle cose adverse et nelle prospere, lo laudiamo, et benediciamo.

Et parimente quando essendo tribolati, et afflitti, ò nel corpo, o nello animo, invochiamo con divoto affetto il divino aiuto, acciò il Signore ci dia patienza, et ci liberi, secondo il beneplacito della sua santa voluntà.

Appertiene medesimamente all’honore del nome divino, quando per confirmatione di alcuna verità, lo prendiamo per testimonio, giurando per Dio, come autore d’ogni verità, et verità istessa, et punitore di coloro che la transgrediscono, ilqual modo di honore, si ha da intendere con le conditioni, che si esporranno più à basso.

Dalle cose dette potrà facilmente, s’io non mi inganno, comprendere il buon padre, come debbia instruire il figliuolo acciò renda ogni honore, et riverenza al nome di Dio. Et perche come è detto più volte, i fanciulli apprendono in gran parte le cose per imitatione, et l’esempio ha grandissima forza, per tanto esprima in se medesimo, et ne i suoi costumi il padre, quella bella imagine di religione, et di creanza christiana, la quale vuol formare, et imprimere nell’animo tenero del figliuolo. Vada adunque egli volentieri, et spesse volte,, ad udir la parola di Dio, et vi conduca il figliuolo, et non meno con l’effetto, che con le parole, gli insegni ad udirla attentamente.

Faccia imparare al fanciullo alcun salmo à mente, di quelli che non artifitio humano ha composti, ma lo Spirito santo, et si cantano in Chiesa, et alcuno de gli hinni, et cantici della gloriosa Vergine, acciò il fanciullo hora li reciti facendo oratione, hora li canti per un certo modo di recreatione, ma sempre però con divotione.

Avvezzilo il padre ad una certa riverenza, et timor santo sempre che ode, ò proferisce il nome di Dio, come chi ode, o dice il nome sacrosanto del suo Signore, et spetialmente al nome dolcissimo di Giesù, che vuol dire Salvatore, si inchini, ò cavi la berretta, ricordandosi come egli ci ha salvati, et ringratiandolo con quello atto.

Goda il fanciullo per i buoni ammaestramenti, et esempio del padre di star a i divini offitii, dove si cantano le laudi di Dio, oda il padre haver spesso in bocca, ne gli affanni che apporta questa vita humana, il detto del patientissimo Giobbe; sia benedetto il nome del Signore. Inviti anchora il padre il figliuolo à ringratiar Dio nelle prosperità, et à raccomandarsi à lui nelle adversità, et riempialo di buona confidenza nel nome di Dio.