Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 93

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Libro II - Capitolo 93

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Delle delicatezze, et soverchii ornamenti del corpo. Cap. XCIII.

Tutte le cose che rendono il corpo nostro troppo molle et delicato, sono nimiche della castità, percioche la carne per se stessa non è altro che un bruto, tutto dedito a i piaceri sensuali, onde i santi che da dovero hanno eletto di servire a Dio ne i sacri chiostri monastici, et nelle solitudini, hanno atteso con gran sollecitudine a mortificare, et domare questa bestia ribelle, nutrendola di cibi vili, et scarsamente, et con mal letto, et con vestimenti rozzi, et dandogli fatiche, et occupationi continue, come si vede nelle vite di quegli antichi santi padri, che sono stati lumi della Chiesa, et per santità di vita, et per dottrina, riputando essi, et giustamente, che il maggior nimico che habbia il christiano, sia il corpo et la carne propria. Ma perche per hora noi non ragioniamo con huomini di tanta perfettione, et nella santa Chiesa vi sono divisioni di gratie, et di stati, come altrove s’è detto, per tanto non si riprende la debita, et moderata cura del proprio corpo, anzi è ella necessaria per conservar questo instrumento dell’anima, acciò sia acconcio et ben disposto à tutte le honeste, et virtuose operationi, ma ben si riprende quello eccesso, et quella soprabondanza, che fuori del bisogno della natura et della decenza civile non servono per altro, che per effeminar l’animo, si che indebolito non possa resistere a questo domestico nimico delqual parliamo. Adunque il nostro buono, et accorto padre di famiglia di guardarà di allevar il figliuolo in troppi agi, et delicatezze, i quali possono essere di molte maniere, ma per hora continuando il proposto ragionamento de i rimedii contra la libidine, diciamo che i troppo vaghi et affettati ornamenti sono spesse volte non leggieri occasione di far traboccar un anima nella fossa del peccato. Et per ordinario le madri son quelle che in questa parte eccedono maggiormente, et posto che ne i piccoli fanciulli, si possa dissimular alcuna cosarella, non però comporti il buon padre in alcun modo, che il giovanetto, che si alleva per servo di Dio, et per utile cittadino della patria, sia dipinto il viso, o forati gli orecchi, et innanellati i capelli, si che comparisca in publico come una vezzosa feminetta, pieno di odori, et di lascivia, vestito pomposamente, che talhor meglio saria vestir i figliuoli etiandio molto nobili, di grosso panno, che esporre un’ [p. 90r modifica]anima innocente a mille pericoli, alcuni de’ quali non è pur lecito di nominare. Però ricordisi il padre, che in ogni età deve rilucere nell’huomo alcun raggio di virilità, et non si lasci trasportar dalla piena dell’uso commune, et non accetti facilmente quello che molti, à molti propositi per loro escusatione sogliono dire, cioè, cosi si usa, et cosi si fa; ma guardi, secondo la prudenza regolata dal timor di Dio, et dalla legge di Christo nostro Signore, quello che si deve fare, et quello che i pochi, et migliori de lo stato suo fanno.