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Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 98

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Libro II - Capitolo 98

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Della frequenza de i sacramenti, et dell’amor di dio. Cap. XCVIII.

Io ho lasciato nell’ultimo luogo quel rimedio che senza dubbio alcuno è il primo, cioè di procurare che nel cuore tenero et puro si accenda l’amor divino, il quale quando da dovero ha fatto le radici nell’anima, non vi lascia penetrare amor terreno e carnale. Et se noi vediamo molti giovani nel maggior bollore del sangue non solo astenersi da i piaceri, et diletti, che sogliono invischiar più tenacemente quella età, ma havergli a schifo et a nausea, et questo perche sono presi da altro amore, benche humano, ò sia della cognitione delle scienze, ò dell’acquisto de gli honori, et della roba, ò per desiderio di possedere per mezzo d’una assidua et indefessa servitù la gratia di alcun potente Principe, ò per qual si voglia altra cagione, che diremo dell’amor di Dio dolcissimo, et fortissimo et che ha maggior conformità con l’anima nostra di tutti gli altri? et maggiormente l’appaga, et contenta? Per tanto questo sia lo studio principale del nostro buon padre di famiglia, che il fanciullino si innamori di Dio, et della gloria del paradiso, et della bellezza della virtù, si che a guisa del santo, et castissimo Gioseppe prima elegga di morire che offendere Iddio et maculare il fiore candidissimo della sua virginità. Adunque con ogni buono, et santo esercitio di pietà, et di religione, con spessi, et dolci ammaestramenti, et con lo studio dell’oratione, armi il buon padre il giovanetto contra le saette del diavolo, ma spetialmente con l’uso et con la frequenza de i santi sacramenti della confessione et della Eucharistia, percioche per questi canali s’infonde nell’anima la divina gratia, et come altrove s’è detto, è proprietà della santissima et virginal carne di Christo presa nel sacramento santo di mortificar il fomite, et purificar, et santificar in un certo modo la carne istessa. Et non sia chi dubiti, che chiedendo aiuto a Dio senza ’l quale non si può esser casto, et usando di quei rimedii che il medico dell’anime nostre Christo Giesù ci ha lasciati, et seguitando i buoni ricordi et consigli de gli huomini spirituali, et esercitati a vincer questo nemico, è non solo possibile, ma facile et dilettevole a conservare la pretiosa castità, come l’hanno conservata ne gli antichi tempi, et la conservano ogni giorno tanti, et tanti servi di Dio nella santa Chiesa, dall’esempio de i quali commosso già santo Agustino, et considerando che infiniti simili a se, vestiti della medesima infirmità, vivevano nondimeno continentemente, prese gran cuore et fiducia di poter superare questo avversario, cioè il vitio carnale, dalquale come egli stesso ci ha lasciato scritto, fu aspramente infestato nella sua giovanezza, et [p. 93r modifica]finalmente ne restò con l’aiuto di Dio vincitore, percioche maggior è la forza della divina gratia, a chi da dovero la desidera, et la vuole, et la dimanda humilmente a colui ch’è sempre apparecchiato per darcela, che non è la debolezza della nostra natura. Et qui facciamo hormai fine à questa materia, forse troppo diffusamente trattata, ma non certo senza necessità, poiche questa è una delle reti maggiori, con laquale il demonio tira piu anime alla perditione. Che poi il matrimonio santo sia anco egli uno de i rimedii della humana fragilità, si è detto altrove à bastanza, ne occorre replicarlo. Ma qual tempo più convenga ligare in matrimonio i figliuoli, quando si trattarà della elettione di varii stati, et forme di vivere, si potrà, come a me pare, toccarne qualche cosa più opportunamente.