Vangeli apocrifi/Introduzione/Gli Apocrifi del Nuovo Testamento

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Introduzione - Gli Apocrifi del Nuovo Testamento

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Autori vari - Vangeli apocrifi (1948)
Traduzione di Giuseppe Bonaccorsi (1948)
Introduzione - Gli Apocrifi del Nuovo Testamento
Introduzione Introduzione - I Vangeli apocrifi
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I. GLI APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO


«Apocrifo» (ἀπόκρυφος) vuol dir propriamente «recondito, segreto», e non ha per sé senso sfavorevole. Si volle anzi designar con tale nome un libro troppo sacro e augusto, per esser gittato nel pubblico e correr senz’altro per le mani di tutti. Ma nell’uso ecclesiastico (pur con qualche oscillazione), «apocrifo» divenne il termine tecnico a designar que’ libri che falsamente si spacciavano (pseudoepigrafici) o a torto eran ritenuti da alcuni come appartenenti alle Sacre Scritture1. E poiché i più di tali libri erano infetti d’eresia, «apocrifo» è assai spesso (non prima però del V secolo) sinonimo di libro eterodosso, pernicioso, condannato2.

Gli apocrifi del Nuovo Testamento si possono raccogliere nei quattro gruppi seguenti:

1º Vangeli apocrifi.
2º Atti apocrifi degli Apostoli.
3º Epistole e istruzioni pseudo-apostoliche.
4º Apocalissi apocrife.

Ma i testi giunti sino a noi sono solo una parte de’ numerosi apocrifi, ricordati incidentalmente dagli antichi scrittori ecclesiastici, o elencati in antichi cataloghi.

Il più ampio e importante catalogo antico di apocrifi neotestamentari si ha nel così detto decreto. Gelasiano de recipiendis et non recipiendis Scripturis3. Parecchi tuttavia de’ libri ivi elencati non sono propriamente degli apocrifi del Nuovo Testamento, ma libri eretici riguardanti personaggi dell’A. T. (Adamo, Giobbe, il gigante Og, Iamne e Mambre ecc.) e altre pubblicazioni ecclesiastiche più o meno eterodosse (anche se non pseudo-epigrafiche o anonime) ripudiate dalla Chiesa romana4. La lista, che non pretende esser completa5 s’apre con la condanna del sinodo di Rimini «ex tunc et nunc et in aeternum.... damnatum»; quindi prosegue6: [p. viii modifica]

Itinerarium nomine Petri apostoli, quod appellantur sancti Clementis libri numero novem7.


Actus nomine Andreae apostoli apocryphi
Actus nomine Thomae apostoli apocryphi
Actus nomine Petri apostoli apocryphi
Actus nomine Philippi apostoli8 apocryphi
Evangelium nomine Matthiae apocryphum
Evangelium nomine Barnabae9 apocryphum
Evangelium nomine Iacobi minoris10 apocryphum
Evangelium nomine Petri apostoli apocryphum
Evangelium nomine Thomae quibus Manichei utuntur apocryphum
Evangelia nomine Bartholomaei apocrypha
Evangelia nomine Andreae11 apocrypha
Evangelia quae falsavit Lucianus12 apocrypha
Evangelia quae falsavit Hesychius12 apocrypha
Liber de infantia Salvatoris13 apocryphus
Liber de nativitate Salvatoris et de Maria vel obstetrice14 apocryphus
Liber qui appellatur Pastoris15 apocryphus
Libri omnes quos fecit Leucius discipulus diabuli16 apocryphi
Liber qui appellatur Fundamentum17 apocryphus
Liber qui appellatur Thesaurus17 apocryphus
Liber de filiabus Adae Leptogeneseos18 apocryphus
Centonem de Christo virgilianis compaginatum versibus apocryphum
Liber qui appellatur Actus Theclae et Pauli19 apocryphus
Liber qui appellatur Nepotis20 apocryphus
Liber proverbiorum ab hereticis conscriptus et sancti Sixti nomine praesignatus21 apocryphus
Revelatio quae appellatur Pauli22 apocrypha
Revelatio quae appellatur Thomae22 apocrypha
Revelatio quae appellatur Stephani23 apocrypha
Liber qui appellatur Transitus sanctae Mariae apocryphus
Liber qui appellatur Paenitentia Adae apocryphus
Liber de Ogia nomine gigante qui post diluvium cum dracone ab hereticis pugnasse perhibetur apocryphus
Liber qui appellatur Testamentum Iob apocryphus
Liber qui appellatur Paenitentia Origenis24 apocryphus
Liber qui appellato Paenitentia sancti Cypriani25 apocryphus
Liber qui appellatur Paenitentia Iamne et Mambre apocryphus
Liber qui appellatur Sortes apostolorum26 apocryphus
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Liber qui appellatur Lusa apostolorum27 apocryphus
Liber qui appellatur Canones apostolorum apocryphus
Liber Phisiologus ab hereticis conscriptus et beati Ambrosii nomine praesignatus28 apocryphus
Historia Eusebii Pamphili29 apocrypha
Opuscula Tertulliani apocrypha
Opuscula Lactantii sive Firmiani30 apocrypha
Opuscula Africani30 apocrypha
Opuscula Postumiani et Galli31 apocrypha
Opuscula Montani, Priscillae et Maximillae apocrypha
Opuscula Fausti Manichei apocrypha
Opuscula Commodiani apocrypha
Opuscula alterius Clementis Alexandrini32 apocrypha
Opuscula Thascii Cypriani33 apocrypha
Opuscula Arnobii apocrypha
Opuscula Tichonii apocrypha
Opuscula Cassiani presbyteri Galliarum apocrypha
Opuscula Victorini Petabionensis apocrypha
Opuscula Fausti Regiensis Galliarum apocrypha
Opuscula Frumentii Caeci34 apocrypha
Epistula Jesu ad Abgarum apocrypha
Epistula Abgari ad Jesum apocrypha
Passio Cyrici et Julittae apocrypha
Passio Georgii apocrypha
Scriptura quae appellatur Salomonis Interdictis35 apocrypha
Philacteria omnia quae non angelorum, ut illi confingunt, sed daemonum magis nominibus conscripta sunt36 apocrypha

Le cause che produssero l’abbondante fioritura di apocrifi neotestamentari (come pure della non rara loro rimanipolazione posteriore) sono di vario genere. Anzitutto, in alcuni documenti più antichi, ci fu il legittimo desiderio di fissar per iscritto i fatti e i detti che la tradizione attribuiva al divin Maestro e ai suoi apostoli (cfr. Lc. 1, 1-2). Presto poi si volle, con amplificazioni, invenzioni, adattamenti dall’Antico Testamento o rifusione di vecchi spunti novellistici, indulgere alla curiosità e all’avida fantasia del volgo cristiano, non pago delle semplici e sobrie notizie de’ Vangeli e degli Atti canonici (riguardo soprattutto alla famiglia di Cristo, agli anni della fanciullezza, alle gesta de’ vari apostoli, alla vita che ci aspetta oltretomba), ma bramoso sempre di particolari minuti e precisi, e assetato del meraviglioso e del soprannaturale. Finalmente, uno degli impulsi più [p. x modifica]potenti alla composizione di apocrifi, così da parte dei cattolici come da parte degli eretici, fu l’interesse dogmatico e apologetico: i primi miravano a mettere in luce più viva e far sentire più intensamente la divinità di Cristo, la verginità assoluta e la potenza di Maria, ed altri dogmi della fede cattolica; gli altri, specialmente gli Gnostici, cercarono fin dai tempi più antichi di far propaganda efficace delle proprie dottrine eterodosse col presentarle come esplicitamente insegnate da Cristo e dagli apostoli.

Il valore storico diretto degli apocrifi neotestamentari giunti sino a noi è generalmente nullo; assai grande invece quello indiretto, in quanto ci rivelano e ci fan, per così dire, toccar con mano gli stati d’animo, i sentimenti, le tendenze, gl’ideali, le correnti morali e religiose della cristianità antica, o di larghi strati di essa, completando o rettificando quanto possiamo ricevere da altre fonti, o addirittura supplendo al silenzio di queste.

Importantissimi inoltre sono gli apocrifi neotestamentari per l’influsso profondo esercitato attraverso i secoli, e specialmente nel Medio Evo, sulla letteratura e sull’arte cristiana, e talora sulla stessa liturgia.

Se infatti, a cominciare dal IV secolo, la lotta contro gli apocrifi fu assai viva nel magistero cattolico, soprattutto in Occidente, non riuscì tuttavia a sradicare le simpatie di cui molti di quelli godevano presso il popolo, e si limitò in gran parte ai loro errori dottrinali.

Per il resto, se si prescinda specialmente dai Pseudo-Vangeli, parecchi apocrifi non dispiacevano troppo agli stessi dottori cattolici, soprattutto per le abbondanti notizie sulla vita e attività degli Apostoli, de’ quali così poco si sapeva dalle fonti canoniche; onde si trovò spesso un mezzo ingegnoso per ripudiar gli apocrifi e farne in pari tempo tesoro, proclamandoli cioè venerabili libri antichi, perfidamente corrotti dagli eretici!

          Tra le opere d’insieme, relative agli apocrifi del Nuovo Testamento, segnaliamo: J. U. Fabricius, Codex apocryphus Novi Testamenti, Hamb. 1703-1719; 2ª ed. 1719-1743; J. C. Thilo, Codex apocryphus N. Testamenti, tom. I, Lipsiae 1832 (è stato pubblicato solo questo primo volume contenente, oltre l’introduzione, solo alcuni vangeli apocrifi); A. Hilgenfeld, Novum Testamentum extra canonem receptum, 2 ed. Lipsiae 1876-1884; E. Nestle, Novi Testamenti graeci supplementum, Lipsiae 1896; M. H. James, Apocrypha Anecdota, serie 1 e 2, Cambridge 1893-1897 (Texte a. Studies II, 3; V, 1); Id. The apocryphal New Testament... newly translated, Oxford 1924; 2ª ed. 192637; H. Lietzmann, Kleine Texte für Vorlesungen und Uebungen: Apocrypha I, II, III, IV e fasc. 31, 1910-1924; A. Walker, Apocryphal Gospels acts and Revelations (Ante-Nicene Christian Library), [p. xi modifica]Edinburgh 1890; E. Hennecke, Neutestam Apokryphen in Verbindung mit Fachgelehrten in deutscher Uebersetzung und mit Einleitung, Tübing. u. Leipz. 1904, 2ª ed. 1924; Id. Handbuch in den neutestam. Apokryphen, Tübing, 1904; O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, I, Freiburg i. Br. 1902; 2ª ed. 1913; A. Harnack, Geschichte der altchristl. Literatur bis Eusebius, I-II, Leipzig, 1893-1904; G. Krueger, Geschichte der altchrist. Literatur in den ersten drei Jahrhunderten, Freiburg in Br. 1895-1898; A. Erhard, Die altchristl. Literatur und ihre Erfoschung von 1884-1900, I Die vornicönische Literat. Freiburg i. Br. 1900; B. J. Snell, The value of the Apocrypha, London, 1905; H. Jordan, Geschichte der altchristl. Literatur, Leipzig 1890; Aimè Puech, Histoire de la littérature grecque chrétienne, T. I-II, Paris 1928; Th. Zahn, Geschichte des neutestamentl. Kanons II, Leipzig 1890; Id., Forschungen zur Geschichte des neutestamentl. Kanons und der altkirchl. Literatur, Leipzig 1929; H. J. Holtzmann, Lehrbuch der hist.-krit. Einleitung in das N. T., 3 Aufl. 1892; R. Knopf, Einführung in das Neue Testament. Bibelkunde des N. T. Geschichte und Religion des Urchristentums, Criessen 1919, 2ª ed. di Weinel e Lietzmann 1923; D. Paul Wendland, Die urchristl. Literaturformen (Handbuch zum N. T. herausg. von H. Lietzmann, Band. I, 3), Tüb. 1912; M. Liechtenhan, Die pseudepigraphische Literatur der Gnostiker in «Zeitschr. f. neut. Wissenschaft», III, 1902; J. E. Weiss-liebesdorf, Christus und Apostelbilder. Einfluss der Apokryphen auf die älteste Kunsttypen, Freiburg i. Br. 1902.

Inoltre i vari articoli, spesso importanti, di principali dizionari biblici e delle enciclopedie teologiche. Le pubblicazioni di carattere più speciale saranno indicate a suo luogo.

Note

  1. È equivalente pertanto di extracanonico. Anche libri come le epistole di Clemente ai Corinti, l’epistola di Barnaba, le epistole di Ignazio e Policarpo, la Didaché, il Pastore di Erma, ecc., si potrebbero in qualche modo (non foss’altro per il fatto che parecchi figuravano nei codici biblici, quale il Sinaiticus e l’Alexandrinus, accanto ai libri canonici), far rientrare nella prima o nella seconda categoria di apocrifi; e come tali li troviamo infatti designati in antichi cataloghi e presso alcuni autori moderni. Ma i più, opportunamente, invece che tra gli apocrifi del N. T., li classificano tra i Padri apostolici.
  2. Ciò spiega come tra gli apocrifi del decreto Gelasiano (v. sotto) figurino per esempio il sinodo di Rimini o gli opuscoli di Tertulliano.
  3. Il titolo di decretum o decretalis Gelasii papae è certamente inesatto. Tuttavia la questione del Gelasiano non può dirsi ancora risoluta in tutti i suoi punti: v. per esempio da una parte E. Von Dobschütz, Das decretum Gelasianum de libris recipiendis in krit. Texte herausg. und untersucht (Texte u. Untersuch. 38, 4) Leipzig 1912; e dall’altra J. Chapman, On the Decretum Gelasianum de libris rec. et non rec., in «Revue bénédectine,» avril 1913, p. 187-202 e juillet 1913, p. 315-333; inoltre E. Amann in «Revue biblique», 1913 p. 602-608; R. Massigli in «Revue d’hist. et de litt. relig.» IV, 1913, pagine 155-170; E. Schwartz, Zum Decretum Gelasianum, in «Zeitschr. f. die neut. Wiss.» 1930, p. 161-168. Quel ch’è fuor di dubbio, è che il documento almeno nella sua forma attuale, non risale oltre la prima metà del VI sec.; sembra poi assodato ch’esso non è, come si credeva, un documento ufficiale della Chiesa romana, ma uno scritto privato, e neppure romano. Cfr. Dom. Cabrol, Dict. Arch. chrét. lit. Paris 1924.
  4. Un primo saggio di «Indice dei libri proibiti».
  5. «Cetera quae ab haereticis sive schismaticis conscripta vel praedicata sunt, nullatenus recipit catholica et apostolica romana ecclesia; e quibus pauca, quae ad memoriam venerunt et a catholicis vitanda sunt, credidimus esse subdenda».
  6. Dobschütz, p. 11 ss e 49 s.
  7. Le così dette Recognitiones clementine (dieci libri).
  8. Gli Atti di Paolo sono parzialmente ricordati più sotto («Actus Theclae et Pauli»; gli Atti di Giovanni sono inclusi pure più sotto in «Libri omnes quos fecit Lucius discipulus diabuli».
  9. È ricordato anche dal «Catalogo dei 60 libri canonici» (che è in greco e di origine, sembra, palestinese; riprodotto in Zahn, Gesch. des neut. Kanon II, 1, p. 289-293; e Preuschen, Analecta, p. 158-160. Nessun altro accenno nella antichità. Ma lo Hennecke è propenso ad attribuire ad esso due brevi citazioni, di cui l’una figura in un manoscritto greco (Resch, Agrapha p. 282), e l’altra nell’orazione funebre di S. Gregorio Nazianzeno su S. BasilioIl vangelo italiano dello stesso nome è l’opera di un apostata del secolo XIV, diventato maomettano.
  10. Il Protovangelo (?).
  11. Sconosciuto. Non è improbabile che si tratti di una confusione con gli Atti di Andrea (Innoc. I ep. 6 ad Exsuper. 7).
  12. 12,0 12,1 Cfr. Hier. in Evang. ad Damasum praefatio: «Praetermitto eos codices, quos a Luciano et Hesychio nuncupatos paucorum hominum adserit perversa contentio». Si tratta semplicemente di questo!
  13. Pseudo-Matteo o fonte di esso. Sono omessi il Vangelo sec. gli Ebrei, il Vangelo sec. gli Egiziani, il Vangelo sec. Filippo, e altri vangeli anonimi, nonché gli Acta Pilati o vangelo di Nicodemo.
  14. Probabilmente il Vangelo latino dell’Infanzia edito dal James.
  15. È senza dubbio, il «Pastore» di Hermas.
  16. Famoso Manicheo. A lui sono attribuiti gli Atti di Giovanni e, più tardi, tutti gli altri atti apostolici in voga presso i Manichei, come pure gli altri apocrifi. Cfr. la supposta lettera di Girolamo a Cromazio ed Eliodoro nel prologo dello Pseudo-Matteo.
  17. 17,0 17,1 Scritture manichee.
  18. Il così detto Libro dei Giubilei o ἡ λεπτὴ γένεσις.
  19. Un estratto degli Atti di Paolo.
  20. Nepote, vescovo di Arsinoe (Fajjûm), visse nella prima metà del sec. III, e nel suo Ἔλεγχος ἀλληγοριστῶν difese a spada tratta la dottrina chiliasta. Hier. De vir. ill. 69 (cfr. Eus. h. e. VII, 24, 1) ricorda tra gli scritti di Dionisio d’Alessandria «Duo libri adversum Nepotem episcopum».
  21. Si tratta in realtà delle Sententiae del filosofo pagano Sextus, che Rufino aveva tradotto in latino, lasciando credere che l’autore ne fosse il papa e martire Sisto. Contro di che protestò Girolamo in più occasioni. Ci avevano creduto, tra altri, anche Pelagio e Sant’Agostino (Retr. II, 42).
  22. 22,0 22,1 Le due apocalissi di Paolo e Tommaso, che pur esistettero realmente e son giunte sino a noi, non sono ricordate da altro scrittore antico.
  23. Un’Apocalisse di Stefano ci è sconosciuta. Tuttavia ancora Sisto Senense nel sec. XVI (Biblioth. Sancta, l. II, p. 193 dell’ediz. di Napoli 1742) parla di un’Apocalisse di Stefano, in voga presso i Manichei. Secondo alcuni, si tratterebbe del Martyrium slavo di S. Stefano, di cui I. Fzanko pubblicò la traduzione in «Zeitschr. f. neut. Wissensch. 1906, p. 158 ss.; ovvero, secondo altri, della Revelatio corporis sancti Stephani, che il Gelasiano avrebbe malamente scambiato con un’apocalissi; cfr. Gennadius, De vir. ill. c. 46 s.: «Lucianus presbyter, vir sanctus, cui revelavit Deus, Temporibus Honorii et Theodosii Augustorum, locum sepulcri et reliquiarum corporis sancti Stephani martyris primi, scripsit ipsam revelationem ad omnium ecclesiarum personas graeco sermone. Avitus presbyter, homo hispanus genere, ante relatam Luciani presbyteri scripturam in latinum transtulit sermonem». È curioso che sia dimenticata e omessa la Revelatio Petri, già ricordata nel frammento Muratoriano e assai diffusa anche in Occidente.
  24. Lo stesso, senza dubbio che il Planctus Origenis, conservato in parecchi manoscritti.
  25. Non si tratta di Cipriano, vescovo di Cartagine; ma del mago Cipriano di Antiochia, morto poi martire.
  26. Più comunemente Sortes Sanctorum. Ma cfr. la denominazione greca λαχμητήριον τῶν ἀποστόλων. Erano usate nelle divinazioni, nei sortilegi.
  27. Non del tutto sicura è la scrittura lusa, nè si sa a che voglia propriamente alludere. C’è chi legge iussa apostol., intendendo Constitutiones apostolorum.
  28. Il Physiologus è una storia degli animali, trasportata al morale; opera d’uno scrittore greco dell’età alessandrina.
  29. Questo libro e i seguenti 15 (?) opuscula non solo non hanno nulla a vedere con gli apocrifi del N. T.; ma non si capisce neppure come i più figurino tra gli «apocrifi» nel senso di libri eretici e condannati. Per quel che riguarda Eusebio in particolare, il Gelasiano è qui in contraddizione con quanto notava più sopra: «Chronica Eusebii Caesariensis atque eiusdem historiae ecclesiasticae libros, quammvis in primo narrationissuae libro tepuerit et post in laudibus atque excusatione Origenis scismatici unum conscripserti librum, propter rerum tamen singularum notitiam, quae ad instructionem pertinent, usquequaque non dicimus renuendos.»
  30. 30,0 30,1 Secondo lo Schwartz, la miglior tradizione dà come testo: Opuscula Lactantii apocrypha; le aggiunte sive Africani (Lattanzio era africano), sive Firmiani sono debolmente attestate. Nessuna menzione pertanto di Julius Africanus.
  31. Si tratta evidentemente dei dialoghi di Sulpicio Severo, in cui Postumio e Gallo sono gli interlocutori, onde Gennad. (de vir. ill. 19) gl’intitola: Conlatio Postumiani et Galli. Ma la strana espressione «opuscula P et G» fa sospettare un grosso equivoco da parte del Gelasiano.
  32. Alterius Clementis, in riguardo di Clemente Romano, discepolo di Pietro e Paolo e papa, di cui ricorre il nome più sopra.
  33. Se si tratta veramente, come non sembra potersi dubitare, del vescovo di Cartagine e dei suoi scritti genuini, s’ha anche qui una contraddizione con l’asserzione precedente del Gelasiano: «item [sancta Romana Ecclesia suscipi non prohibet] opuscula beati Caecili Cypriani martyris ei Carthaginiensis episcopi.»
  34. Non si sa chi sia.
  35. Ovvero Contradictio Salomonis. Non si sa chi sia.
  36. Cfr. Timoth. presb. (principio del VII sec.) De recept. haer. 86, 24 βάρβαρά τινα ὀνόματα ἐγγράφοντες (su tali amuleti) καὶ ὡς αὐτοί φασιν ἀγγέλων, τὸ δ´ἀληθὲς εἰπεῖν δαιμόνων τῶν αὐτοῖς ὑπηχούντων.
  37. A questa seconda opera alludiamo quando rimandiamo senz’altro al James.