Varenna e Monte di Varenna/Secoli XIX e XX/Colera - calamità

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Colera — calamità

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COLERA — CALAMITÀ

Nel 1817 vi fu in Varenna come in altri luoghi la febbre petecchiale accompagnata da una terribile carestia.

Nell’epidemia colerica del 1836 a Varenna la malattia cominciò a svilupparsi il 6 luglio e cessò il 17 settembre. Sul decorso di quest’epidemia non abbiamo trovato in Varenna dati statistici. [p. 337 modifica]

Da una statistica provinciale di quel tempo che riguardava Varenna ma che ci sembra però poco attendibile, il nostro paese avrebbe avuto la singolare fortuna di non annoverare che un solo decesso, mentre nella vicina Bellano i morti avrebbero raggiunto la cifra di 34, e a Menaggio 24 e in tutta la provincia i colpiti furono 2585 con 376Fonte/commento: 526 decessi.

A proposito di quest’epidemia l’Arrigoni il noto storico valsassinese racconta questo aneddoto:

«Un fuggiasco signore della Badia fu trovato, preso dal male, sulla strada da Varenna a Bellano vicino ad una galleria. Fu messo in carrozza per ricondurlo al suo paese, ma passato appena Varenna, morì. Rifiutandosi però i Varennati di dargli sepoltura nel loro Campo Santo, si trasportò ancora al luogo, nel quale era stato trovato e si mandò a dire ai Perledesi che venissero a prendere quel cadavere e lo seppellissero nel cimitero loro, poichè il morto trovavasi nel loro cimitero. Questi pure si rifiutarono dicendo che quel signore era morto nel comune di Varenna e che a questo spettava il farlo seppellire.

Portaronsi d’ambo le parti le ragioni al Commissario ed alla Pretura di Bellano che decise si dovesse seppellire a Perledo. I Perledesi portarono lagnanza al Commissario d’Introbbio. Questi scrisse al Commissario di Bellano che l’urgenza del caso suggeriva di seppellirlo nel cimitero più vicino che era quello di Varenna, e lo fu.

Ma in questa dubbiezza erano scorsi tre giorni ed il cadavere era sempre rimasto sulla pubblica via».

Nel 1855 scoppiata ancora una epidemia colerica venne nominato un commissario sanitario nella persona di Onorato Greppi.

Il colera riapparve ancora nel 1867 ed infierì specialmente a Regolo. Il comune di Varenna aveva istituito in una stalla, dietro la villa Fattori, un posto di disinfezione al quale era stato adibito come infermiere Pietro Brenta di Pietro, ma questi dopo aver prestata un’assistenza eroica agli infermi, contrasse il male e ne morì.

Secondo i dati statistici tolti da una relazione del Dott. Giberto Scotti, segretario del Consiglio Sanitario della provincia di Como, Varenna, con una popolazione di 860 abitanti, ebbe 13 colpiti e otto morti. Perledo con 1172 abitanti 48 colpiti e 30 morti.

Varenna ebbe a subire considerevoli danni anche dalle alluvioni. In una supplica trasmessa nel 1851 da Francesco Gorio alla Delegazione Provinciale di Como si legge:

«Intanto ebbero luogo le piogge periodiche che abbracciarono lunga serie dei dì ultimamente passati. I grandi mali che esse hanno quivi apportato e i maggiori che erano per apportare se avessero continuato, giustificano il terrore da cui tutti furono sovrapresi inFonte/commento: 526 quella congiuntura. Le acque venivano a rovesci, i terreni franavano a larghi tratti con rapida e terribile frequenza, alcune cascine a pochi passi da Perledo crollavano cadevano e parecchie case del Paese stesso erano invase dalle onde, [p. 338 modifica]urtate dalle piante divelte dai ciottoli e dagli ammassi di terriccio. Le persone agitate dal dolore e dallo spavento fuggivano a rotta dai minacciosi edifici e si ricoveravano nelle parti più interne del villaggio. Madri coi bambini in collo, padri colle poche masserizie che le circostanze lasciavano prendere e portare».

Nella notte del 3 al 4 novembre, dell’anno 1857, ad un’ora e 35 minuti si staccò dalla rupe dolomitica di Morcate presso Varenna, al di sopra della galleria, un enorme macigno che piombando nel lago ne fece agitare improvvisamente le acque che con altissime onde cagionarono molte rovine. A Menaggio l’acqua giunse fin sulla piazza dove si teneva mercato, molte barche furono spostate ed una giovinetta che si trovava presso la riva venne inghiottita dalle onde.

Se il disastro fosse avvenuto di giorno mentre le rive erano popolate chissà quante vittime avrebbe fatto!

Danni gravi ebbe a subire Varenna nel 1907 per un incendio che durò parecchi giorni e che distrusse in gran parte i boschi che si distendono sopra Varenna e Lierna.

Nel 1868 vi fu un’altra terribile alluvione.

Un altro tremendo nubifragio si scatenò in Varenna il 16 settembre 1882 cagionando la rovina di varie case a Fiume Latte dove venne asportato il ponte e diversi molini1.

Note

  1. Di questa rovina parla anche lo scrittore inglese T. W. M. Lund nel suo libro The lake of Como (London, Kegan Paul 1910):
    «.... upon its banks a hamlet had been planted for centuries, and its channel lined by wheels, undershot by the brook, and turning the machinery of certain poor marble cutter. But since the great rainfall of 1882, the picturesque ness of the overhanging houses and the romantic charactes of the river bed have disappeared.
    .... the beauty of the lower portion of the Fiume di Latte is now quite obliterated....