Vera narrazione del massacro di Valtellina/Conclusione

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Massacro di Brusio, nel quale restarono morte intorno a 27 persone Indice

Ora non è dubbio che in questa rabbiosa persecuzione a Brusio e altrove, non siano ancora molti altri uomini dabbene, per la detta causa, stati ammazzati; i nomi dei quali non sono qui notati. Ma chi che siano stati, hanno avuta questa consolazione, che non hanno patito come micidiali, o ladri, o malfattori, o curanti le cose che non appartengono loro, anzi come Cristiani, i quali non adorarono le imagini, i quali credettero che il sangue di Gesù Cristo ci purga d’ ogni peccato; che Cristo abbia offerto un unico sagrificio per li peccati, una volta; che dobbiamo adorare il Signore Iddio solo e servire a lui solo; che siamo salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non da noi, essendo un dono di Dio; non per opere, accioochè niuno si glorii; che dobbiamo adorare Iddio in ogni luogo alzando le mani pure; che ogni creatura di Dio sia buona, e niuna da riprovare, essendo usata con grazie; che il matrimonio è onorevole in qualunque sorte e qualità di persone, eco. Secondo le parole espresse dalla Santa Apostolica Scrittura. (Matt. XV, 8; Esod. XX, 4; 1 Giov. XVII; Ebr. X, 12; Matt. IV, 10; Ef. II, 8; I Tim. II, 8 e IV, 4; Ebr. 1, 4). E per causa di questa confessione furono quegli abitanti di Tirano, Teglio, Sondrio, Malenco, Berbenno, Traona, Morbegno, Dubino, Caspano e Brusio perseguitati e massacrati.

Fu ben, qualche tempo fa, stampato in Italia un libello come se gli Evangelici dei luoghi suddetti avessero macchinato di eseguire contro i Cattolici romani alli 15 agosto quello istesso che è loro intravenuto.

Ma qual diabolica calunnia e bugia questa sia, si può chiaramente raccogliere quindi, che, ove degli Evangelici erano dieci abitanti, vi erano dei Cattolici mille. Chi Vuol dunque credere che un sì picciolo numero avesse potuto fare alcuna resistenza a quella possente moltitudine, e principalmente a quei disperati ribelli, banditi e furfanti i quali per lì lor precedenti omicidii, corruzioni di commissarii, trasgressioni delli mandati del Magistrato erano stati innanzi banditi del paese e ancora sospetti di Sodomia e falsificazione di monete, ed ora come lupi rapaci, benissimo armati, all’ímprovvista come un rapidissimo torrente entrarono ammazzando gli Evangelici quasi nudi nelle Chiese stesse privilegiate anco appresso i barbari pagani, affîne di eseguire la loro sanguinolenta impresa, macchinata da diciassette anni in quà conforme all’ intercetta lettera medesima di un ribelle principale, il quale non ha orrore di nominare santa risoluzione e onorata impresa: la quale veramente tale è se spogliare, rubare, strangolare, massacrare, abbruciare, tagliare a pezzi figliuoli e donne, precipitarle in fuoco e acqua, non tener fede, deve essere una cosa santa; se deve essere onorevole 21

e piacevole a Dio il non lasciar riposare i corpi dei defunti sotto la terra e chiesa, anzi dissotterrargli e in altro modo barbaro maltrattargli, siccome nuovamente nel Caspanese e Traonese e altrove è avvenuto, ove i corpi dissotterrati, i quali erano ancora intieri, furono gittati nei fiumi e acque per vivanda ai pesci, e le ossa trite e dissipate barbaramente abbruciate. Ma qui si fabbrica scaltritamente la favola antica d’Esopo, dove la povera pecorella aveva turbato il rivo al lupo malizioso, nonostante che essa fosse disotto al rivo ecc.

Adunque in ogni modo è certo che i sopradetti uomini dabbene per nissun’altra causa che per la verità dell’Evangelio hanno patito siccome fecero per l’eterna Provvidenza di Dio i santi profeti, S. Giovanni Battista, i santi Apostoli, anzi il nostro Capo e Signore Gesù Cristo medesimo, e dopo questi molti milioni d’eletti martiri in ogni tempo, e medesimamente in questi afflitti tempi in presenti in Germania, Francia, Inghilterra, Scozia, Paesi Bassi, Boemia, Italia, Spagna, Portogallo ecc.

Il qual martirio sostennero volentieri, rallegrandosi d’ esser stati fatti degni d’esser vituperati per lo Nome di Gesù, come ricordevoli della promessa di esso Nostro Signore: “Beati coloro che sono perseguiti per cagion di giustizia, perciocchè il Regno de’ cieli è loro beati voi quando altri v’avrà vituperati e perseguitati e, mentendo, avrà detto contro a voi ogni male per cagion mia. Rallegratevi e giubbilate, perciocchè il vostro premio è grande ne’ cieli; conciosiacosachè così abbiano perseguiti i profeti, che sono stati innanzi a voi” (Matt. V, 10); e delle parole di S. Pietro apostolo: “Diletti, non vi smarrite, come se v’avvenisse cosa strana d’esser messi al cimento, il che si fa per provarvi. Anzi, in quanto partecipate le passioni di Cristo, rallegratevì, acciocchè ancora nella rivelazione della sua gloria vi rallegriate giubbilando. Se siete vituperati nel Nome di Cristo beati voi: conciossiacosachè lo Spirito della gloria e di Dio riposi sopra voi: ben è egli, quanto è a loro, bestemmiato; ma quanto è a voi, è glorificato. Perciocchè, niuno di voi patisca come micidiale, o ladro, o malfattore, o curante le cose che non gli appartengono. Ma, se patisce come cristiano, non si vergogni: anzi glorifichi Iddio in questa parte” (1 Piet. IV, 12).

Le quali efficacissime parole di quel grande apostolo, il quale egli stesso è stato messo a morte per amore di Gesù Cristo, debbono essere ben considerate da tutti li superstiti de’ detti martiri, padri e madri, figliuoli, fratelli, sorelle, parenti e amici: i quali benché siano scampati dal laccio degli uccellatori loro persecutori, come uccelli, per monti e valli, nondimeno vivono in paese straniero esulanti, in dolore e necessità, mangiando il pane di lagrime, ed essendo privati della lor dolce patria, beni e di tutto quello che amavano; che la persecuzione, mandata loro da Dio, per la confessione del suo Figiiuolo e del suo Santo Evangelio, non trovino come cosa nuova ed insolita. Imperocchè per tali persecuzioni il nostro Signore non ci vuole perdere, anzi piuttosto provarci, come per fuoco, se siamo puri nella fede, sinceri e costanti: la qual sincerità e costanza della nostra fede, quando sarà manifestata, sarà seguita d’allegrezza ed onore.

Secondamente siamo resi per queste tribolazioni consorti e compagni del nostro Signore Gesù Cristo, il qual similmente ha sofferto per causa di questa verità l’odio e persecuzione del mondo. E saremo poi ancora noi resi partecipi col tempo della sua gloria celeste.

Pel terzo, ci causano queste persecuzioni per causa di Cristo una allegrezza del cuore; perché egli è un segno certo quando patiamo che lo spirito di Dio riposa sopra di noi, dando testimonianza alla nostra fede e giustizia: onde deve destarsi in noi allegrezza e non tristezza.

Pel quarto, serve la pazienza che si mostra nella persecuzione all’onore e lode di Dio, per causa del quale con pazienza la sopportiamo, a lui obbediamo e lo amiamo.

Pel quinto, Iddio ci manda tali persecuzioni veramente secondo il suo giusto giudizio, ma eziandio d’un animo paterno, come a suoi figliuoli, e pertanto essa non giunge zu caso, anzi secondo la volontà stessa di Dio. Per il che dobbiamo raccomandargli le anime nostre, come al nostro fedele Creatore, e stare di buon animo.

Pel sesto, sappiamo che Iddio solo giusto giudice manifesterà col tempo la nostra innocenza e perderà totalmente i nostri persecutori. Noi sappiamo dalla parola di Dio, e ne danno testimonio le istorie in che modo Faraone dopo molte persecuzioni sia stato sommerso nel mar Rosso; come Achab e Iezabel insieme con tutte le case loro siano stati estirpati; come Antioco il nobile ed Erode il grande siano divenuti marci, essendo vivi ancora, talché da’ corpi loro cadevano pezzi e non potendo più patire il loro proprio puzzore; come Erode Antipa sia stato costretto di andare in esiglio; come Caligola morì d’una del tutto abbominevole morte; come ancora Nerone, Domiziano, come Trajano, Adriano, Marco Antonino morirono d’ una orrenda maniera; come Commodo fu impiccato; come Diocleziano s’ammazzò sé stesso; come Massimino morì per causa di corruzione delle proprie budella; come Teotecno ed altri, i quali avevano eseguito gli empi comandamenti de’ loro padroni contra i cristiani, siano stati uccisi vergognosamente e crudelmente; come Massenzio sia stato annegato nel Tevere; come Giuliano l’apostata sia stato orribilmente toccato dalla mano di Dio, Anastasio ucciso d’ uno strale; come Foca sia stato ucciso dai propri soldati e parenti e tagliatagli testa, mani e piedi insieme colle membra virili, e così lasciato in esempio perpetuo e abbominevole spettacolo del giudizio di Dio sopra la piazza di Costantinopoli.

Noi sappiamo ancora, e ne dànno testimonio le istorie, di esiti delli re dei popoli barbari, dei Goti, Vandali, Alani, Visigoti, e Longobardi: i quali tutti siccome seguirono le pedate de’ sopradetti tiranni pagani così ancora ebbero un esito e fine simile. Imperocchè il Signore Iddio fa sempre com’è scritto nel Salmo X. Egli ha punito li re per causa loro, quantunque fossero ben poca gente e forestieri ecc...

Cosifatti esempli notabili altri si potriano allegare di quelli, li quali ne’ nostri tempi avendo tiranneggiato il popolo del Signore, ricevettero finalmente la loro dovuta mercede: talché alcuni furono soffocati nel loro proprio sangue: altri mangiati da pidocchi e vermi: altri morirono di malattie inaudite: altri si sono precipitati sé stessi, i quali impenitenti nemici di Dio hanno ancora da aspettare il gastigo eterno; ove all’in-contro i pii benché venghino ad essere afflitti in questa vita e privati di

[ogni cosa?] in essa, non possono però patire alcun danno nell’eterna: anzi col loro Re e Signore regneranno eternamente e vittoriosamente trionferanno, udendo questa piacevole voce: “Costoro son quelli che son venuti dalla grande tribolazione ed hanno lavate le loro stole e l’ hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio e gli servono giorno e notte nel suo tempio, e colui che siede in sul trono tenderà sopra loro un padiglione; non avranno più fame né sete; né cadrà più loro addosso sole ne arsura alcuna, perciocchè l’Agnello che è in mezzo del trono gli pasturerà. e gli guiderà alle vive fonti dell’acque, e Iddio asciugherà ogni lagrima degli occhi loro.