Vera narrazione del massacro di Valtellina/Massacro di Brusio, nel quale restarono morte intorno a 27 persone

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Massacro di Brusio, nel quale restarono morte intorno a 27 persone
Massacro di Caspano e Traona nel quale restarono morte 11 persone incirca Conclusione

Ma non contenti questi scellerati di aver nei luoghi suddetti, soggetti al-le Tre Leghe dei signori Grigioni, come di Tirano, Teglio, Sondrio, Monte di Sondrio, Berbenno e Malenco, massacrate tante persone timorose di Dio, onorate, nobili, dotte, savie e d’autorità, giovane e vecchie, femmine e maschi, anzi i propri e più stretti amici e parenti, archibugiandoli, precipitandoli, lapidandoli, mettendoli a pezzi, gittandoli in acqua, scorticandoli, dissecandoli e con modi crudeli assassinandoli; eseguirono la stessa crudeltà nella Rezia stessa, paesi dei loro naturali Signori e Superiori.

Imperocchè la Domenica de’ 9 luglio un certo giovane detto Giovanni figliuolo di Domenico del Ada, Cattolico Romano, d’una contrada domandata le Zelende del Comune di Brusio, andò all’alba del giorno al ponte del Castello di Brusio, per venire a Tirano a comprare del pane; ed ivi al Castello trovò Ambrosio, figliuolo di Battista Baruffino, oste di Tirano, con una frotta di genti che lavoravano a gittar giù il detto ponte, non volendo concedere il passaggio a detto Giovanni, ma comandandogli di tornare indietro. Del che maravigliandosi, domandò la cuasa; eglino risposero: Perché vogliamo non solamente fermare il passo ai Luterani di Brusio; anzi vogliamo una volta estirparli tutti. Quello Giovanni ritornò subito a Brusio, e raccontò a Martinello Martino figliuolo di Domenico ciò che avea veduto e udito. Udillo ancora sua fantesca, la quale era Evangelica: va prontamente per darne ragguaglio agli Evangelici non credendo che fossero ancora in Chiesa; ma non ostante attendessero all’audizione della predica, lo significò loro. La comunità si spaventò e volle uscire della Chiesa; ma fu dal pastore ammonita diligentemente di rimanere; protestando di non volerla abbandonare, anzi di morire o salvarsi con essa. Così rimasero fino a predica e preghiere finite.

Dipoi si armarono gli uomini, radunandosi in casa di Michael Montio.

Poco appresso marciarono così armati verso un altro ponte più vicino al paese di Brusio, e quivi ancora videro alcuni dei loro nemici i quali ancora venivano per tagliare il ponte. Ma avendolo veduto gli Evangelici ritornarono re infecta indietro.

Domenica e lunedì stettero gli Evangelici in arme. Martedì sera ritornarono i nemici da Tirano con una frotta di genti, accompagnati d’una parte dei Cattolici Romani di Brusio: mettono il fuoco nelle case di Antonio Montio e Pietro Agostino e in qualche altre case vicine. Vedendo ciò gli Evangelici come di minor numero e più deboli, una parte di loro prese la fuga; un’altra parte fu ammazzata anco quella sera ed i giorni seguenti.

Gli uccisi furono ventisette e fra essi i seguenti: Bettino di Azzala, figliuolo di Pietro d’età d’anni 45; Perrotta sua moglie, d’età d’anni 40; Pietro, suo figliuolo, d’anni 12; Andreino Zopo, figliuolo di Gianotto, di anni 40, Iacobo, figliuolo di Giovanni Domenico Quadernetto, d’ anni 30; Giovanni Monegatti, d’anni 58; Giacomina de Duríco d’ anni 50; Michele della Rossa d’ anni 88; Lena Moneta d’anni 80.

Costei fu ammonita più volte di farsi Cattolica romana, risparmiando la sua vecchiezza, che le saria donata la vita; ma rispose coraggiosamente: Già non avvenga che io, la qual di già tengo un piede nella fossa, venga a lasciare il mio Signore Gesù, il quale nella sua confessione mi ha tanto tempo conservata, ed appigliarmi alle creature, e ricevere in luogo della sua santa parola le tradizioni umane. Fu sopra ciò questa buona vecchia uccisa.