Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/VIII

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VIII. CALAIS


M’accorsi ch’io solo non poteva ombrare tanto quel corridojo donde io passava tornandomi alla mia camera; ed era di fatti monsieur Dessein, padrone dell’hôtel, tornato appunto da’ vespri, che col suo cappello sotto l’ascella mi veniva dietro officioso per farmi risovvenire del mio bisogno. Io aveva già bell’e cancellata dal mio libro quella désobligeante; e monsieur Dessein parlandone, si ristrinse nelle spalle, come se non la facesse per me: e però mi si piantò subito nel cervello che quella derelitta spettasse a qualche viaggiatore innocente il quale tornando al paese l’avesse rimessa nell’onestà di monsieur Dessein che le trovasse padrone alla meglio. Quattro mesi erano scorsi da che era venuta a riposarsi nel cantuccio [p. 22 modifica]di quel cortile da tutto il suo giro d’Europa; giro a cui s’era accinta già benemerita e raffazzonata; e fu inoltre svitata due volte sul Moncenisio; nè avresti detto che tante vicende l’avessero ridotta men misera — ma peggio che peggio standosi nel fondo del cortile di monsieur Dessein per tutti quei mesi incompianta. Veramente non si poteva dire gran che in suo favore ― alcun che ad ogni modo ― e quando poche parole possono scampare la miseria dalla desolazione, io maledico chi n’è spilorcio.

— Or, foss’io padrone di questo hôtel! dissi posando la punta del mio indice sul petto a monsieur Dessein; mi piccherei di tormi a ogni costo di dosso questa malaugurata désobligeante — la quale sta dondolandovi de’ rimbrotti quante volte voi le passate davanti —

Mon Dieu! disse monsieur Dessein — io non ci ho interesse — Lasciamo star l’interesse, diss’io, che le anime di certa tempra, monsieur Dessein, sogliono connumerare fra’ loro affetti — sono persuaso che mettendovi, come uomo, negli altrui panni, voi ad ogni notte piovosa, volere e non volere, vi sentirete cascare il cuore — voi, monsieur Dessein, ci patite quanto la macchina —

Ho sempre notato, che ove il complimento [p. 23 modifica]abbia del dolce e del brusco, un inglese sta in sempiterno sospeso s’ei lo piglia o lo lascia; un francese non mai: monsieur Dessein mi fece un’inchino.

E rispose: c’est bien vrai — ma io baratterei affanno per affanno, e giuntandoci: la si figuri, signor mio caro, s’io le vendessi un calesse che si sfasciasse prima ch’ella fosse a mezza via di Parigi — la si figuri come mi starebbe il cuore sapendo d’aver dato sì tristo saggio de’ fatti miei ad un uomo d’onore, e senza scampo vedendomi a discrezione d’un homme d’esprit.

La dose era condizionata appuntino secondo la mia ricetta; me la sono dunque sorbita: e poi ch’ebbi restituito l’inchino a monsieur Dessein, ci siamo senza altre sofisticherie di coscienza1 incamminati verso la rimessa a dare un’occhiata al magazzino de’ suoi calessi.

Note

  1. Il testo: without more casuistry; — spiego a discrezione questo vocabolo che propriamente significa la scienza di un teologo casista.