Viaggio sentimentale di Yorick (Laterza, 1920)/LIII. Il mistero

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LIII. Il mistero

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
LIII. Il mistero
LII. La vittoria LIV. Il caso di coscienza

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LIII

IL MISTERO

PARIGI

E chi ha in pratica l’umano cuore può dire s’io poteva risalire sul fatto nella mia stanza: avrei tastato un freddo tono e rallentata con una nota minore la stretta d’una musica che m’aveva agitati tutti gli affetti. E però, poi ch’ebbi lasciata la mano della fanciulla, io mi rimasi soletto per alcun tempo su quella porta, a riguardare almanaccando chiunque passava; quando un oggetto venne a usurparsi egli solo tutte le mie congetture, eludendo ad un tempo ogni mio raziocinio sovr’esso.

Parlo d’una lunga persona, d’aspetto filosofico, asciutto, affilato, la quale posatamente andava e veniva per quella via, e dopo forse sessanta passi ritornava davanti all’hôtel. D’anni cinquantadue, con una cannuccia sotto l’ascella: giubba, camiciuola e brache di color cupo, un po’ benemerite per lungo servigio; ma si confacevano a quell’aria modesta d’economica propreté. Dall’atto con che si levava il cappello e s’accostava alla maggior parte delle persone che gli passavano da lato, m’accorsi ch’ei domandava la carità: onde, aspettando anch’io la mia volta, sciolsi la borsa ad apparecchiargli un paio di soldi; ripassò; ma non mi fe’ motto. Né mi s’era dilungato sei passi, ch’ei domandò la limosina a una femminella (e da lei a me, io aveva piú sembianza da poter dare): se n’era appena spedito, ed eccoti dal lato medesimo un’altra donna, a cui egli inchinandosi sporgeva tosto il cappello. In quel mezzo un vecchio gentiluomo veniva a bell’agio, e un damerino sveltissimo s’affrettava a gran passi: l’accattone li lasciò andare. Rimasimi dunque a mirarlo ed a rimirarlo per piú di mezz’ora: nel qual tempo egli girò innanzi e indietro piú volte; e m’accertai ch’ei perseverava impreteribilmente nel proprio metodo. [p. 111 modifica]

Qui due singolarissime cose mi si dibattevano nel cervello, ma senza pro: primamente, perchè mai colui narrasse la sua novella unicamente alle donne? inoltre: che specie di novella e che specie d’eloquenza si fosse quella ch’egli avea paragonata inefficace su gli uomini e potentissima a intenerire l’animo d’ogni donna?

Aggiungi due circostanze che ravviluppavano quel mistero: l’una, che il poco ch’egli aveva da dire alle donne lo susurrava all’orecchio piú in via di secreto che di richiesta; l’altra, che mai non si partí a mani vote, non tentò donna che non ponesse immediatamente mano alla borsa per lui.

Né ho potuto ideare sistema che spiegasse il fenomeno.

Ma, avendo trovato un enigma per passatempo di quella sera, mi raccolsi nella mia stanza.

Note