Vita di Esopo Frigio/Capitolo XLI

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Capitolo XLI

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XLI
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C A P I T O L O   XLI.


IN quel tempo avvenne nella Città di Samo un gran prodigio, per cui ne fu tutto il popolo mesto, e sconsolato; ma la prudenza, e l’acuto ingegno di Esopo devolli ogni mestizia, ed affanno, onde per guiderdone egli ottenne la libertà tanto cara, e desiate, anco a malgrado del suo Padrone siccome ei predisse. Celebravasi ogni anno nell’Isola di Samo una festa pubblica, nella quale vedevansi tutti i Magistrati, e tutti gli Ufficiali della Città di ricchissimi vestimenti adornati, e dal popolo tutto accompagnati, con bellissimo ordine: Il popolo certe lodi, ed Inni ad onore del Dio Nettuno, e della Dea Terra cantavano, risuonando tutto il Mare di varj, ed [p. 60 modifica]armoniosi suoni, e concenti, nell’acqua marina cader lasciavano un anello. Avvenne, che una volta, mentre, che questo prezioso anello dai primi di Samo con mirabil cerimonia al Mare era portato, un’Aquila repentinamente avventandosi, lo prese, alquanto in alto portatolo in grembo poi ad un schiavo cader lasciollo. Per tal’atto, gli uomini, e le donne di Samo smarriti, e sbigottiti divennero, e riempita la Città di bisbigli, facevansi varj giudizj, e variamente il fatto dell’Aquila interpretavasi. E perchè più tosto il male, che il bene si suol pensare, erano gli uomini sì afflitti, che per la pallidezza del viso, e la tristezza degli occhi, chiaramente l’intimo cordoglio dimostravano, temendo dall’ira de’ Dei qualche flagello.