Vita di Esopo Frigio/Capitolo XXV

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Capitolo XXV

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XXV
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C A P I T O L O   XXV.

FU uno de’ convitati una questione proposta, per qual cagione la pecora condotta al macello non grida: ed il porco quanto più può stride. Molti molte e varie ragioni dissero, le quali non satisfacevano a pieno. Rispose Esopo: La pecora perchè ella è solita di essere tosata, e munta; quando anco è presa, o conducesi a farla morire, non teme, nè pensa a male alcuno, che le abbia ad intervenire, anzi crede ella, che anco allora la debbano mungere, e tosare, e perciò un tal giovamento aspettando, stassi quieta senza dare lamentevoli voci. Ma i [p. 37 modifica]porco il quale nessuno di quelli utili, e dilettevoli beneficj è avvezzo di ricevere, anzi conoscere lui esser ingrassato, e pasciuto per esser mangiato, quando egli è preso, e per i piedi legato, meritevolmente quanto più può, grida, stride, persuadendosi di essere allora alla morte condotto. E questa soluzione d’Esopo fu anco dagli scolari con molto piacere commendata.