Vita di Esopo Frigio/Capitolo XXXV

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Capitolo XXXV

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
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C A P I T O L O   XXXV.

AVvenne poscia, che Xanto volendo gire alla stufa, impose ad Esopo, che gisse a vedere se vi erano assai uomini, che quando non vi fussero molti, egli verrebbe a lavarsi. Essendo Esopo giunto alla stufa, nella quale erano molte persone. Ma perchè nel mezzo della porta era [p. 49 modifica]posta una pietra, nella quale tutti quelli, che entravano, ed uscivano, intoppavano, e cadevano in terra; vedendo Esopo nessuno di quelli aver tanto avvedimento, che quella pietra levar sapesse, con molte risa considerava la dappocaggine loro. Pure uno al fine entrando nel bagno, per non cadere levò la pietra, ed in altro luogo trasportolla. Il che vedendo Esopo, giudicò quel solo fra tutte quelle persone dover esser chiamato uomo, e gli altri, persone di poco vedere, e di manco discorso, e perciò ritornato a Xanto dissegli: Se vuoi lavarti, o Padrone, nel bagno ho veduto un sol’uomo. Xanto prestamente andatosene là dove era la stufa, ed ivi altrimenti di quello, che pensava, la moltitudine delle persone vedendo, disse ad Esopo: Oh come, non mi dicesti tu, che qui avevi un sol’uomo veduto, ce ne sono ora tanti? Egli è vero, rispose Esopo, e parmi anco la verità averti detta, e credo, che tu essendo Filosofo, e saputo, giudicherai esser il vero. Vedi tu quella pietra là in quel cantone? ella era posta nel bel mezzo dell’entrata, in tal guisa, che tutti costoro, i quali io vidi entrare, ed uscire intoppavano in quello, nè mai alcuno ebbe tanto di vedere, nè di sapere che per non cadere la levasse e però colui solo, che prima, che inciampasse, trasportolla là dove tu la vedi ora stare, giudichei tra questa moltitudine esser uomo: però parevami un sol’averne veduto; quando che veramente uomini sono quelli, che agli accidenti, che gli possono offendere, sanno provvedere; Xanto allora avendo confermato il detto suo, disse, veramente egli non è, nè fu credo, nè sarà giammai uomo tanto accorto, ed ingegnoso, e prudente, quanto è il mio Esopo.