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i70 | saggi critici |
Si arriva alla Corte, piene le scale di gente che sperano, e la Speranza dicea :
Pocu cci voli a jiri ’ntra la sala E dda farroggiu la fortuna mia. |
Più sopra vestita a gala ci era la Politica, e insieme Machiavelli col suo riso ironico.
Né meno spiritoso e originale è il monte Pindo, sede di Apollo. I poeti stanno in frotte sparsi per le baracche, dove ciascuno vendea secondo sua natura. I poeti giocosi vendono giocattoli: Cesare Caporali
Aveva ’na barracca ben pruvista Di suldati a cavaddu misi a schera ’Mpastizzati di codda e carta pista. |
I beoni con Redi alla testa vendono barili di vino, con formaggi, aringhe e baccalà,
E specialmenti cavaler Marini Chi vinnia baccalaru a vuci chini. |
Poi chitarre, violini; sono i lirici. Petrarca vende «zagareddi e così fimminili». Sembra che dorma: «distrattu’ntra la cera»:
Lu sbiggiu; iddu a parrari accussí sfera: «Levommi il mio pensiero in parte ov’era Quella ch’io cerco e non ritrovo in terra». |
La scena è tragica, quando di un tratto scoppia la caricatura :
Lassala, cci diss’iu, giacchí ’un si’ a casu; Asinu mortu, puleiu a lu nasu. (Viva ilarità) |
Vengono baracche risplendenti di ori e di argenti:
Un grossu capitali ci mitteru Anacreonti, Pindaru ed Omeru. |