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ad altro senso. Dante ragiona dei dannati che hanno perduto Dio (il ben dell’intelletto); il popolo intendo la ragione, il senno. Solita sorto dei versi danteschi divenuti popolari!

Il bruno il bel non toglie: leggesi nella Gerusalemme liberata XII, 21, ed è una reminiscenza del motto biblico Nigra sum sed formosa. (Cantico dei cantici, I, 4).

Il calcio dell’asino: è quello che l’asino diede al leone morente per vendetta, onde il leone disse: fortes indigne tuli mihi insultare: te naturae dedecus, quod ferre cogor, certe bis videor mori. Fedro, Favole, I, 20. Dicesi di offesa o assalto, anche giusto, ma a persona la quale non è più in grado di offendere o di farsi temere: perciò solo è atto vile.

Il colto e l’inclita: modo abbreviato che vuole indicare il colto publico e l’inclita guarnigione ed era ed è locuzione del linguaggio, de’ comici, de’ saltimbanchi etc. Dicesi spesso per celia.

Il di cui, il di lui, il di lei, il di loro: locuzioni come le seguenti: la di lei lettera: per la sua lettera; Dante le di cui opere, per: Dante le cui opere, hanno fatto sciupare parole molte e vane a puristi e grammatici. La questione può essere semplificata in questi termini: tale costrutto — cioè di porre un compimento pronominale tra l’articolo ed il nome, è in origine di formazione letteraria, una ricercatezza del dire, un’eleganza che in poesia e in certi casi difficili a definirsi può anche oggi piacere; (quindi non mancano esempi classici ed antichi: esempi però che risentono di un certo giro elegante e molle dato alla locuzione. Ma questa locuzione trasportata, come molti fanno, nel linguaggio familiare e commerciale non regge più, per lo meno stuona appunto perchè v’è l’altra espressione più semplice e naturale che ricorre all’orecchio di chi ha buon gusto. Lo Grammatiche, al solito non recano questo criterio estetico che a me par degno di nota. Sta il fatto che i nostri migliori autori odierni non usano la locuzione il di cui, la di lei etc.

Il est avec le ciel des accommodements: scettica e mondana sentenza francese tolta (come pare dal Tartufo del Molière, atto IV, 5, ove è propriamente scritto: Le ciel défend, de vrai, certains contentements: Mais il est, avec lui, des accomodements. V. Accomodamento.

Il faut que jeunesse se passe: bolla locuzione francese, piena di amabile filosofia, non ignota fra noi: bisogna che la giovinezza passi, cioè conviene avere indulgenza per gli errori che la inesperienza e la naturale vivacità fanno commettere ai giovani.

Il fine giustifica i mezzi: locuzione variamento attribuita al Macchiavelli ed ai Gesuiti: e in questi e in quello leggesi qualcosa di simile come concetto, non però nella forma sentenziosa, popolare, qui riferita. Cfr. il Principe Cap. XVIII, P. Villari, N. Macchiavelli e i suoi tempi Voi. III, pag. 370-382. Cfr. pure le seguenti sentenze che si leggono in vari trattati di casistica morale: cum finis est licitus, etiam media sunt licita. Cui concessus est finis, concessa etiam sunt media ad finem ordinata, etc.

Il gran Pan è morto: V. Les Dieux s’en vont.

Il gran rifiuto: locuzione tolta e torta spesso in senso faceto dal noto verso in cui Dante incolpa Celestino V (?) d’aver rinunziato al Papato

          l’ombra di colui
                                   che fece per viltate il gran rifiuto.


Iliacos intra muros peccatur et extra: acuto verso d’Orazio (Epist. I, 2, 16) e pieno di verità: si pecca dentro e fuori le mura di Ilion, son colpevoli gli uni, e gli altri non son puri.

Illico et immediate: due avverbi latini: il primo vuol dire , sul luogo, (in loco), e l’altro subito. Dicesi avverbialmente quando si vuole che una cosa sia subito fatta.

Illune: senza luna, neologismo, caro al linguaggio poetico e allo stilo estetico de’ nostri giorni.

               Oh, della notte illune
               placido incantamento;
               solo, aliando, il vento
               fremo tra fune e fune


               A. Graf. I naviganti,
          Nuova Antologia, 11 Febbraio 1908.