Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte sesta - Degli alberi e delle verdure/852. Perché i medesimi alberi paiono piú chiari d'appresso che da lontano
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852. Perché i medesimi alberi paiono piú chiari d'appresso che da lontano
Gli alberi di medesima specie si dimostrano essere piú chiari d’appresso che da lontano, per tre cause. La prima è perché le ombre si mostrano piú oscure d’appresso, e per tale oscurità le ramificazioni illuminate, che con esse confinano, si dimostrano piú chiare che non sono; la seconda è che nel rimuoversi dall’occhio l’aria che s’interpone infra tali ombre e l’occhio, con maggiore grossezza che prima non solea, rischiara essa ombrosità, e la fa in colore partecipante di azzurro: per la qual cosa i rami luminosi non si dimostrano con sicuro paragone come prima, e vengono a parere oscurati; la terza cagione è che le specie che tali ramificazioni mandano all’occhio di chiaro e di scuro si mischiano ne’ loro estremi insieme e si confondono, perché sempre le parti ombrose sono di maggior somma che le luminose, ed esse ombrose acquistano piú cognizione in lunga distanza che le poche chiare; e per queste tre cause gli alberi si dimostrano piú oscuri da lontano che d’appresso, e perché ancora le parti luminose tanto piú crescono quanto esse sono di piú potente illuminazione; il che tanto piú si dimostra potente quanto minore grandezza di aria infra l’occhio ed esse s’interpone.